Nel 1976 pensare di ospitare un arrivo di tappa del Giro d’Italia per Bagnoli era qualcosa di astratto, di impensabile vista la mole di lavoro da fare e i costi esorbitanti per le casse comunali. Eppure, contro ogni pronostico, il Giro approda per la prima volta a Laceno ed è un amore a prima vista.
A raccontarci questa “favola” è il dott. Aniello Corso, Sindaco di Bagnoli nel 1976 e organizzatore della prima tappa del Giro d’Italia a Laceno.
“Il patron del Giro era Torriani che era colui che organizzava all’epoca la corsa. Noi riuscimmo ad avere un contatto, anche se era lui che aveva pensato ad una tappa a Laceno. A noi la sua idea piacque subito, anche se ci rendevamo conto che organizzare un arrivo a Laceno era dispendioso sia in termini economici che di energie, ma nonostante tutto ci imbarcammo in questa splendida avventura e devo dire la verità più andavamo avanti e più l’entusiasmo della gente aumentava. Per Bagnoli era una novità, fino ad allora non era mai arrivato sui nostri monti un evento sportivo di questo livello.
Grazie alla Provincia di Avellino, all’Ente Provinciale per il Turismo e alla Regione Campania, che diedero una grossa mano a organizzare l’evento, riuscimmo a raccogliere i fondi necessari per ospitare la tappa.
Ricordo ancora oggi con piacere, che la preparazione fu frenetica, i bagnolesi dipinsero di rosa le facciate delle loro case in omaggio al Giro, ci fu una partecipazione di massa e senza chiedere niente in cambio ma solo per la gioia di vedere la corsa rosa passare nel proprio paese, davanti alle proprie case. La cosa bella fu che oltre all’arrivo a Laceno, il giorno successivo la tappa partì dalla piazza di Bagnoli. Lungo i tornanti del Laceno c’era una marea di gente, mentre a Bagnoli la piazza era stracolma per vedere da vicino i campioni delle due ruote.
Era sicuramente un Giro diverso da come lo vediamo oggi, potremmo definirlo artigianale, genuino, un qualcosa che è impossibile da descrivere. C’era un paese in festa, proiettato alla tv nazionale, Bagnoli e Laceno per la prima volta si mostravano al mondo in tutta la loro bellezza.
Il lavoro fu tanto, per organizzare al meglio la tappa ma devo dire che tutti gli amministratori diedero una mano, ricordo che insieme ai consiglieri comunali più anziani, capeggiati da Zi F’rele (Antonio Di Capua) aiutammo i tecnici Rai a trovare la zona più adatta a montare le antenne per captare il segnale, visto che all’epoca Laceno era sprovvisto della copertura del segnale analogico, necessario per vedere la televisione. Tobia Chieffo, che invece ricopriva la carica di assessore al turismo, organizzò tutta la parte relativa all’accoglienza. Stabilimmo in quell’occasione il percorso, che in buona sostanza è lo stesso di quest’ anno.
Organizzazione e accoglienza perfetta eppure il grande Gianni Brera, giornalista della Gazzetta dello Sport non fu clemente definendo nel suo editoriale “lande desolate” e “paesaggi lunari” i panorami dell’Italia meridionale che si aprivano davanti agli occhi dalla carovana Rosa.
Peccato soltanto per quell’ articolo del giorno dopo di Gianni Brera, forse ad ingannarlo furono i paesaggi della Puglia che sono totalmente diversi da quelli del Laceno ma secondo me altrettanto belli, ma il mio dispiacere più grande però è stato quello di non aver vissuto quei giorni di festa.
In concomitanza con l’arrivo del Giro d’Italia a Laceno era in corso la campagna elettorale per le Elezioni Politiche e si parlava di un’imminente sorpasso del PCI sulla DC. Fui chiamato, anzi “precettato” dal mio partito, il PCI, a Roma, alla sezione esteri direttamente da Giancarlo Pajetta, plenipotenziario della federazione comunista, il quale mi incaricò di andare a fare campagna elettorale in Svizzera fra gli italiani che lavoravano a Ginevra e Nyon. Mi diedero una valigetta con del materiale elettorale da distribuire ai militanti e una calendario con le manifestazioni programmate a cui dovevo parlare. Il caso volle, o forse fu una soffiata di qualche mio compaesano, ma alla frontiera fui fermato dalla polizia svizzera, perquisito e portato in caserma, mi rilasciarono soltanto dopo alcune ore, fortunatamente senza conseguenze. Praticamente il Giro l’ho visto alla tv insieme agli emigrati bagnolesi in Svizzera.
(da Fuori dalla Rete – La Calzetta del Giro, Edizione Speciale 09 Maggio 2023)