Il Museo Irpino, fondato e diretto da Salvatore Pescatori, compie 90 anni

Il Museo Irpino si appresta a spegnere 90 candeline. Tanti ne sono passati da quando nel 1934 venne istituito per volere del prefetto Enrico Trotta con la collaborazione dello storico Salvatore Pescatori allora direttore della Biblioteca provinciale e Ispettore onorario alle antichità.

Per festeggiare la ricorrenza, la Provincia di Avellino ospita presso la sede storica di Palazzo della Cultura, la mostra Lucy. Sogno di un’evoluzione di Tanino Liberatore. La mostra sarà inaugurata martedì 5 novembre alle 18:00 alla presenza dell’artista che accompagnerà il pubblico nella visita al percorso espositivo. Interverranno Rizieri Buonopane presidente della Provincia di Avellino, Claudio Curcio presidente di Comicon, Paola Damiano curatrice della mostra e Carlo Cigliano amministratore delegato Comicon.


Salvatore Pescatori

Nacque a Bagnoli Irpino il 6 giugno 1881 da famiglia borghese, figlio di Nicola ed Elisa Speranza. Il padre, avvocato, fu prima sindaco di Bagnoli e poi vice presidente della Provincia.
Nel 1900 ottenne la maturità presso il liceo classico “Pietro Colletta” di Avellino e si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Napoli. Qui frequentò i corsi sino al quarto anno, ma non conseguì la laurea, perché ancora studente, nel 1902, entrò in servizio presso l’Archivio Provinciale di Avellino come secondo aiutante e, nel 1905, come sotto archivista.

Nel 1906 sposò Ermelinda Iandolo, con la quale ebbe cinque figli: Nicola, Mario, Giuseppe, Elisa e Alberto. Nel 1910 fu incaricato, assieme allo storico Francesco Scandone, di rilevare e riorganizzare la biblioteca privata della famiglia Capone di Montella, rendendo possibile l’apertura al pubblico della nascente Biblioteca Provinciale di Avellino. Inaugurata nel 1913 nei locali attigui a quelli dell’Archivio Provinciale, P. ne fu subito direttore.
Già dai primi anni della direzione di P., la Biblioteca Provinciale andava arricchendosi di preziose donazioni librarie private e soprattutto, proprio grazie ad una paziente trattativa tra P. e la famiglia di Benedetto Croce, riusciva a ottenere anche alcuni manoscritti di Francesco De Sanctis.
Nel 1930 vinse il concorso ad archivista capo e fu nominato direttore dell’Archivio Provinciale di Avellino, carica che mantenne sino al 1951, anno del collocamento a riposo. Con il conseguente passaggio di quell’archivio dall’amministrazione provinciale a quella statale, veniva prima nominato conservatore di 3ª classe nel 1933, poi promosso a conservatore di 2ª nel 1942 e di 1ª nel 1949. Specie durante gli anni della guerra, svolse in archivio una preziosa opera di tutela del patrimonio documentario.
Nel 1934 fondò e diresse anche il Museo Irpino, sviluppato in particolare sulla base della ricca collezione archeologica di Giuseppe Zigarelli e negli anni costantemente arricchito.
A Bagnoli Irpino gli è stata intitolata la biblioteca comunale. Morì ad Avellino il 19 dicembre 1973.

 

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