Dicembre è sinonimo di bilancio, un anno volge al termine mentre l’altro sta per arrivare. Si riavvolge con la mente in nastro della memoria, si ripercorrono a ritroso i mesi trascorsi e si valuta nel complesso se è stato un anno positivo o negativo. Si è soliti, nel bilancio che un po’ tutti facciamo in questa circostanza, considerarlo negativamente. E così ci auguriamo tutti che l’anno a venire sia migliore di quello appena trascorso.
Per Bagnoli, quello appena terminato, è stato certamente un anno relativamente tranquillo, di sicuro meno burrascoso del 2021, ma allo stesso tempo difficile, come lo è stato un po’ in generale. Il 2022 lo ricorderemo come l’anno della rinascita delle seggiovie, la firma del contratto con la Doppelmayr, l’inizio dei lavori, i vecchi piloni che vanno giù. Un po’ di magone sarà venuto ai tanti appassionati del Laceno perché quella seggiovia ha rappresentato gli anni d’oro del Laceno, quelli del boom economico, dell’altopiano centro turistico invernale d’eccellenza. Oggi invece il Laceno vive un’altra fase, assomiglia tanto ad una vecchia signora che ricorda con nostalgia gli anni belli della gioventù.
Seggiovie a parte le occasioni non mancheranno per mostrare al mondo le nostre bellezze e le nostre potenzialità, sta a noi coglierle e sfruttarle. Il prossimo anno lo ricorderemo sicuramente per l’arrivo del Giro d’Italia. La corsa rosa approderà per la quarta volta sul Laceno (cinque con il passaggio del 2015), sarà un occasione per ripetere la “Festa del sud” del 2012 (titolo della Gazzetta dello Sport all’indomani della tappa del Laceno). Per ripetersi però occorre partire subito, e qui l’invito a chi ha il compito di guidare il paese, a coinvolgere tutti e non solo le cosiddette “associazioni amiche”. Amministrare significa anche saper coinvolgere e valorizzare tutte le energie presenti in paese e non soltanto quelle che si reputano più vicine per attinenza o colore politico. La pacificazione passa attraverso i gesti e non soltanto attraverso le belle parole.
Quella del Giro d’Italia fortunatamente non sarà l’unica occasione, altre ne arriveranno di maggiore o minore importanza, sta a noi saperle cogliere e trarne profitto. Occorre lavorare, come suggerisce il nostro Vescovo Cascio, per “riabilitare i nostri territori”, fare squadra con i comuni viciniori, abbandonare i campanilismi. E dare la possibilità ai nostri giovani di poter scegliere se restare o partire. Oggi la sfida più grande è proprio quella delle nuove generazioni, il paese sta perdendo le energie migliori, sta perdendo il suo futuro e la cosa che fa più rabbia e che tanti nostri ragazzi lasciano il paese per andare a lavorare come camerieri nelle località turistiche del nord o a spezzarsi la schiena all’estero. Allo stesso tempo il paese si svuota, si spegne e ogni anziano che ci lascia è una luce in più che si spegne nelle nostre case. Sono periodi bui per tutti, non solo per Bagnoli, ma forse noi ce ne accorgiamo di più proprio in virtù della vitalità che contraddistingueva il nostro paese.
Sembra una diagnosi senza speranza, sembra di ripetere sempre le stesse parole nel vuoto, eppure mi piace credere che questo paese possa ritornare quello di un tempo. Serve davvero un cambio di passo, perché le risorse non ci mancano, ma dobbiamo iniziare a guardare al futuro con gli occhi dei nostri padri che con sacrificio, abnegazione e soprattutto visione hanno fatto di Bagnoli la Gemma d’Irpinia. Dobbiamo avere una visione, pensare a come vogliamo che sia la nostra Bagnoli, dobbiamo iniziare a ritrovare il senso di comunità, ad impegnarci per il nostro paese. Possiamo farcela. Buon Anno.
Giulio Tammaro
(da Fuori dalla Rete Natale 2022, anno XVI, n. 5)