Il peso delle scelte e il coraggio della verità

Il manifesto degli assessori: Michela Di Capua, Rino Ferrante e Maria Varricchio

Il nostro benemerito e mai abbastanza compianto concittadino Aniello Capozzi avrebbe liquidato con una leggendaria e lapidaria battuta la ridda scomposta di esternazioni, pre e post natalizie, seguite al consiglio comunale del 3 dicembre.

Anche noi avremmo voluto limitarci alla citazione della celeberrima massima del Capozzi, entrata di diritto nella memoria collettiva, ma, giocoforza, abbiamo dovuto rompere un silenzio che ai più sarebbe parso colpevole ed incomprensibile.

Sulle affermazioni di un responsabile di servizio, secondo cui avremmo bloccato il bando per il rifacimento delle seggiovie, diciamo questo: non c’è falsità più grande. A conferma di ciò, le dichiarazioni rese dal Sindaco a “Il Mattino” sulla questione seggiovie: “I documenti hanno fatto tutti i passaggi burocratici necessari”. Di quale “blocco” si parli non si capisce, anche alla luce di questa dichiarazione del Sindaco che non può di certo essere considerata una copertura nei nostri confronti.

Sulla questione del debito fuori bilancio per i lavori in Via Tobia Patroni (delibera di C.C. n. 30 del 3/12/2020) approvato “grazie” all’allontanamento decisivo della minoranza al momento del voto, con il quale si è “ratificata” una spesa di circa il 40% superiore rispetto all’importo iniziale, non aggiungiamo una virgola a quanto dichiarato in consiglio comunale nel pieno esercizio del nostro mandato istituzionale, se non che la sequenza cronologica degli atti parla da sé. Non possiamo accettare che la giunta nella sua interezza venga espropriata delle proprie funzioni, come invece è avvenuto, soprattutto se si discute di come vengono spesi i soldi dei cittadini di questo paese.

Con lo stesso senso di responsabilità abbiamo chiesto al Sindaco, con nota del 23/11/2020, indipendentemente dall’iter burocratico di competenza meramente tecnica, di riprendere la discussione programmatica sulla questione impianti e sul percorso da intraprendere. Non rientra tra i compiti del nostro mandato? Non ha più dunque la politica il diritto/dovere di dare degli indirizzi, sempre nel rispetto dei ruoli e delle competenze che spettano ad essa da un lato e all’organo tecnico dall’altro?

Quindi, per il nostro voto contrario su un DEBITO FUORI BILANCIO, per aver chiesto legittimamente un CONFRONTO su un tema cruciale per il futuro del paese e per aver espresso perplessità sulla modalità con cui è stata esperita la PROCEDURA DELLA VALIDAZIONE del progetto delle seggiovie, i “3 assessori” hanno messo i bastoni tra le ruote ad un volenteroso dipendente?

Proprio sulla validazione, vogliamo condividere i dubbi su quanto accaduto un anno fa. Manifestammo da subito forti perplessità sulla tempistica della procedura: la manifestazione di interesse era stata pubblicata il pomeriggio del 24 dicembre 2019, i giorni indicati per la presa visione degli elaborati erano il 26 dicembre (Santo Stefano) e il pomeriggio del 27 dicembre (comune chiuso), mentre il termine ultimo per la presentazione dell’offerta era il 29 dicembre (domenica). Il giorno successivo, lunedì 30 dicembre, l’affidamento dell’incarico.

Era, dunque, giustificata quell’urgenza considerato che di quella procedura se ne parla a distanza di un anno e dopo che è stato chiarito che la validazione può essere avviata contestualmente all’aggiudicazione dei lavori? Altra precisazione: in assoluta autonomia il Responsabile decide di “rappresentare delle difficoltà al professionista incaricato che dunque rassegna le dimissioni.” A quali difficoltà si riferisse non è dato sapere né si capisce perché un professionista debba essere convinto a rinunciare ad un incarico se la procedura è stata esperita correttamente.

Dulcis in fundo, sempre a firma dello stesso responsabile, viene redatta una determina (la n° 89 del 17/12/2020) di presa d’atto del voto contrario dei “3 assessori”, atto probabilmente unico in Italia, di dubbia legittimità e competenza del responsabile di settore, con cui si critica aspramente un voto espresso nell’esercizio di un mandato politico.

Non esiste più, dunque, alcuna linea di demarcazione fra politica e burocrazia? Ci si è arresi allo strapotere, celato sotto una veste di “indipendenza”, dell’organo tecnico? Se è davvero così, un commissario può benissimo sostituirsi al Sindaco, al Consiglio, alla Giunta e risparmiarci lo stanco rito di democratiche elezioni.

Questo commissariamento della politica ci ha preoccupato e ci preoccupa molto di più dei vaneggiamenti autocelebrativi di un dipendente comunale qualsiasi.

La politica, nel rispetto delle competenze spettanti agli organi tecnici, decide, non delega; sicuramente può sbagliare ma deve avere anche il coraggio di assumersi tutte le responsabilità, nel bene e nel male. È questo lo spirito con cui ci siamo candidati due anni e mezzo fa.

Ma la politica da sola non basta perché deve essere affiancata da una macchina amministrativa efficiente. La struttura del nostro comune comprende al suo interno parecchi dipendenti che umilmente e quotidianamente svolgono il loro lavoro. Di questo abbiamo bisogno come amministratori e cittadini: serietà, professionalità ed equilibrio, non certo di scomposte ed isteriche reazioni e  di personalismi fuori controllo.

Ridurre i problemi dell’amministrazione solo a quest’ultima fase, però, non corrisponderebbe a verità. Occorre essere chiari e trasparenti: il serrato e a tratti aspro confronto all’interno della maggioranza è cominciato un anno fa, anno durante il quale sempre forte è stata la dialettica, diversi i tentativi anche formali con lettere e dichiarazioni per rilanciare il dialogo ed un confronto sulle problematiche ricercando la sintesi e la condivisione.

Ciò, purtroppo, non è sempre avvenuto. Anche per questo, lo spirito con cui è nata la nostra lista, far convivere anime diverse in un’amministrazione che rappresentasse quasi tutto il paese, non è stato ancora raggiunto. Siamo convinti che solo dalla sintesi fra queste sensibilità, che rappresentano una ricchezza, si può riprendere un percorso fattivo, improntato alla coesione, perché questa era e rimane la ragion d’essere della nascita della lista in cui siamo candidati. Coesione e condivisione: non riteniamo accettabile che qualcuno, o meglio, chiunque di noi, pensi di dettare la linea e gli altri mestamente la seguano.

Le difficoltà sono state e sono tante ma noi siamo qui perché sentiamo il peso della responsabilità. Titoli e cariche per noi hanno valore solo nella misura in cui diventano strumenti al servizio della comunità.  Continueremo a portare avanti il nostro mandato di amministratori, ricevuto dai cittadini, per rispetto di chi ci ha votato ma anche di chi non ci ha votato. Noi auspichiamo che questa maggioranza consiliare continui ad operare e ad amministrare questo paese, a condizione che ci sia pari dignità e condivisione sul metodo e sui problemi da affrontare.

Queste riflessioni sono un atto di chiarezza e lealtà, dovuto ai cittadini e già espresse nelle sedi e nelle forme opportune (vedi ultimo consiglio comunale) nell’ottica della correttezza istituzionale in cui fortemente crediamo. È anche un’ulteriore assunzione di responsabilità da parte nostra, per perseguire un’uniformità d’intenti che porti alla risoluzione delle problematiche che attanagliano la nostra comunità.  Chiudiamo con l’auspicio che le nostre considerazioni non vengano strumentalizzate da chi è solito farlo: in questo momento non servirebbe a nessuno.

Michela Di Capua, Rino Ferrante e Maria Varricchio


“Drive In Rosa” su Laceno del 01 agosto 2020

IL MANIFESTO DEL 02.01.2021

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