C’è chi dice…
… che il tempo delle chiacchiere deve finire, per passare a quello dei fatti, considerando il momento storico-politico che sta vivendo la comunità bagnolese. Giusto, giustissimo. Ora la politica dovrebbe fare, invece di promettere. Cinque anni fa scrissi “No alle favole” e lo ribadisco oggi, con un po’ più di maturità, considerando che questo è il male di questa terra, la consapevolezza che chi oggi ha il potere può fare quello che vuole. Non è così se il controllore è il cittadino attento, uno che al minimo sgarro si ribella, le cose cambiano.
C’è ancora chi definisce la politica come qualcosa che deve dare il posto di lavoro, ovviamente si sbaglia. Non è la politica a dare il posto di lavoro, ma deve creare le condizioni per cui un giovane di questa terra mostri ancora una volta la sua intelligenza, nel cercare di crearsi un futuro. Alcuni credono che il peso di un’amministrazione si calcola solo se ha dato dei posti di lavoro e se gli ha messo a posto la strada che passa sotto casa. Bene questo ci ha portati a tutto questo, alla partenza voluta o no di alcuni ragazzi, ci ha portato a compromettere quello che di buono avevamo. Non possiamo ancora una volta pensare che non abbiamo bisogno della politica, come qualcuno vuole far credere. Si deve ritornare al dialogo, a quello che nelle sedi opportune mostrava l’interesse della collettività e non l’interesse del singolo.
Probabilmente la prossima sindaca, dovrà aprire il vaso di pandora di questo paese e mettere insieme le menti per risolvere il problema che non ha bisogno di bacchette di sambuco, come in un film di fantascienza. Si dovrà ragionare sul futuro che riguarda tutti e non l’Io quello grande che alcuni cattolici insegnano nelle scuole. Continuo a ribadire un concetto che forse non è chiaro a qualcuno: il menefreghismo di tutti è quello che ha portato ad una situazione ancora più disastrosa. Quello che ancora una volta porterà oggi a votare o non votare. Siamo arrivati ad un punto cruciale della storia politica italiana, quel ora o mai più che ci porta oggi a porci ulteriori domande.
Perché i ragazzi non sono vicini alla politica? Perché c’è questo scollamento tra persone e politica? e io queste domande me le sono poste. Faccio il giornalista e la mia analisi mi ha portato a pensare che il problema è anche delle generazioni passate che non hanno dato spazio a chi metteva il cuore per quello che era il momento. L’ho scritto varie volte in qualche articolo che c’è bisogno di nuovo e non sempre delle stesse persone, anche in vista delle prossime elezioni. Un’altra colpa la do sicuramente alla mia categoria, perché l’informazione ha toppato sicuramente in qualcosa. Oggi vince il Movimento 5 Stelle e la Lega che sui social e nelle televisioni hanno detto di tutto ed hanno convinto. Hanno persino detto cose di sinistra. Il che fa capire che c’è evidentemente, con lo scollamento dalla politica, una crisi ideologica, nessuno vuole far parte di niente.
Si va avanti per inerzia. Per questo si deve ritornare al ragionamento e lo si deve fare prima di tutto scansando chi sale sul carro dei vincitori ogni cinque anni, mettendo avanti le mani e dicendo “tanto chiunque va sul comune, non cambia niente”. Questo è sbagliato, questo non può persistere ogni cinque anni e il ragionamento potrebbe permettere di modificare la rotta di Bagnoli. Il futuro è dietro l’angolo ed il prossimo sindaco o sindachessa che dir si voglia, deve riaprire il dialogo se vuole far capire fuori dal municipio cosa si sta facendo, quali sono i progetti futuri. Al buio non si fa niente nemmeno gli appuntamenti, secondo me, figuriamoci amministrare un paese come Bagnoli Irpino. Un paese difficile, ma ancora una volta protagonista e specchio di un’intera nazione.
Giovanni Nigro
(da Fuori dalla Rete, Maggio 2018, anno XII, n. 3)