Anche in tempi di didattica a distanza e di Coronavirus, i bambini trovano sempre il modo per sorprenderci e rubarci un sorriso.
Superando l’iniziale disorientamento, dovuto allo sconvolgimento della loro routine quotidiana, provocato dalle misure di contenimento del contagio; combattendo la noia e la malinconia dei lunghi pomeriggi chiusi in casa, senza poter andare all’amato campetto, alcuni bambini hanno trovato un modo per tenersi impegnati e, soprattutto, coinvolgere i genitori nelle loro attività.
Saranno state le letture di pagine del diario di Anna Frank, i versi dei bambini prigionieri del campo di concentramento di Terezin, la testimonianza di Liliana Segre, letta sotto forma di racconto (non lo sapremo mai), fatto sta che alcuni bambini hanno capito che è inutile piangersi addosso, bisogna tirare fuori la grinta per superare questo difficile momento, certi che, il loro, a differenza di quei bambini sfortunati, di cui essi avevano letto e che purtroppo non ebbero scampo, è solo un piccolissimo sacrificio in attesa che tutto passi. Essi sono dei bambini che hanno ben compreso di essere dei privilegiati avendo al loro fianco amorevoli genitori, case comode, come vedrete, cibo in abbondanza e quindi hanno fatto di necessità ,virtù.
Quando mi hanno proposto, sono una delle loro insegnanti, questa, ma anche altre iniziative, sono stata ben lieta di incoraggiarli e, insieme a tutti i genitori, che hanno messo a disposizione le loro competenze in svariati settori e alle colleghe, supportarli in questa avventura di cui essi stessi vi parleranno e che, da bambini di soli 10 anni, è un bell’esempio di resilienza che può tornare utile, con le dovute proporzioni, anche a noi adulti.
Michela Nigro