Il 1984 si è chiuso in pratica con il ventiquattresimo festival cinematografico Laceno d’Oro e il 1985 si è subito aperto con le discussioni sulla costituzione dell’ente Laceno. E’ un canovaccio al quale siamo abituati da qualche anno a questa parte e che finora non ha mai portato a risultati concreti. Pare, però, che stavolta siano davvero molte le possibilità che finalmente venga istituzionalizzato il Laceno d’Oro. Vogliamo qui ricordare che quella per l’istituzionalizzazione del Laceno è una battaglia che conduciamo da tempo dalle colonne dell’Irpinia. Riteniamo, infatti, che non sia più possibile portare avanti in maniera pioneristica una simile iniziativa e che l’opera dei due organizzatori di sempre Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio vada adeguatamente sorretta negli enti locali, anche e soprattutto in considerazione degli indubbi meriti culturali che la manifestazione ha acquistato in questa ultima parte di secolo vale la pena qui di ricordare almeno che da undici anni accanto al festival cinematografico vero e proprio si colloca un minifestival del cinema per ragazzi che consente un approccio interessantissimo all’arte cinematografica da parte dei bambini delle suole elementari e medie dell’Irpinia che da sette anni si svolge sempre nell’ambito della lacenese una mostra di pittura e di scultura a livello nazionale, che da quattro anni, infine, viene dato spazio anche al teatro d’avanguardia, privilegiando i numerosi gruppi locali.
A fronte di questo fervore di iniziative v’è stata finora l’indifferenza o comunque lo scarso contributo degli enti locali. Negli ultimi anni, diciamolo francamente, il Laceno d’Oro ha visto diminuire il tradizionale apporto di pubblico anche per la mancanza dei grossi nomi, spesso richiamati, solo da congrui cachet. L’ anno scorso vi fu una ressa incredibile, alla serata di premiazione, soprattutto per la presenza di Stefania Sandrelli, protagonista del film “La chiave”. Sono effetti deleteri di divismo ma dei quali pare bisogna tener conto. Quest’anno, invece, molto fitta è stata la partecipazione di film italiani, come “L’armata ritorna” di Luciano Tovoli, “Nucleo raro” di Carlo Lizzani, “La verità non si dice mai” di Mario Bosio, “Barcameniamoci” di Antonio Bido, “Piacevole confronto” di Pietro Vida, Summertime di Massimo Mazzucco, “Favoriti e vincenti” di Salvatore Maira, “Passaggio con figure” di Silvio Soldini, “Il ragazzo di Ebalus” di Giuseppe Schito, “D’amore si vive” di Silvano Agosti, “Vite di ballatoio” di Daniele Segre, “I briganti” di Giacinto Bonacquisti. Una scelta culturale certo, ma forse anche di tipo organizzativo, con l’occhio al prezzo dei biglietti aerei, per far venire ad Avellino attori e registi provenienti da paesi extraeuropei.
“In tutti questi anni, dal giorno che cominciammo giovani sino ad oggi, ormai con le canizie alle tempie e il volto rugato, il nostro impegno s’è svolto all’insegna del Neorealismo, in senso meridionalistico. Il nostro continuo rifarci ad uomini come Giustino Fortunato, Guido Dorso e di più lontana epoca, come Francesco De Sanctis vi convince della validità delle nostre asserzioni. Noi lottiamo per il risveglio del Mezzogiorno d’Italia, per ridare un volto ed una fisionomia a quelle contrade che il Gladstone – un secolo e mezzo fa- definì “negazione di Dio”.
Così Giacomo D’Onofrio nel “Quaderno” pubblicato da Cinemasud in occasione del 24° Laceno d’Oro.
È finalmente anche gli enti locali pubblici sembrano essersi accorti della validità culturale del Laceno d’Oro ed hanno deciso di renderne meno precaria l’esistenza creando un apposito ente. Dell’ente dovrebbero far parte i rappresentanti della Regione Campania, dell’Amministrazione Provinciale, del Comune di Avellino, della Camera di Commercio e dell’Ente Provinciale per il Turismo e in misura paritetica i rappresentanti della rivista Cinemasud, che fino ad oggi ha curato l’organizzazione dell’evento. Ma anche stavolta cominciano a far capolino i soliti problemi. Del comitato organizzatore dovrebbero far parte 5 rappresentanti degli enti pubblici e cinque di Cinemasud. Però si osserva da qualche parte che in questo modo gli Enti Pubblici, che pure finanzierebbero la manifestazione, non potrebbero in pratica gestirla da posizioni di maggioranza. Stavolta, però, c’è una maggiore disponibilità che per il passato –o almeno così ci pare- di Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio.
Forse una soluzione, non di compromesso ma concretamente operativa potrebbe essere quella di prevedere una maggioranza “pubblica” in seno al costituendo ente, ma al contempo di garantire per un periodo abbastanza lungo, la gestione “artistica” al duo Marino- D’Onofrio. Di certo è un problema che va risolto con immediatezza dal momento che l’organizzazione del 25° Laceno d’Oro, come per tutte le passate edizioni deve partire quasi con un anno di anticipo.
Nunzio Cignarella – L’Irpinia – 19 gennaio 1985