Il sindaco di Bagnoli, Filippo Nigro, indica le tappe di un progetto che l’Irpinia attende da anni: «Così realizzeremo il sogno di sciare al Laceno ad inizio 2023. Prima la risalita, poi le nuove piste, quindi il rifacimento di tutti i manufatti». A quel punto, la chimera diventerebbe realtà: «Stavolta puntiamo ad un turismo lungo, che continui anche in estate. Per questo ci sono punteggi più alti per chi ci offrirà più attrazioni»
Sindaco di Bagnoli, Filippo Nigro, ci siamo. Tra tre giorni saranno aperte le buste delle due offerte avanzate da altrettante imprese per la riqualificazione degli impianti di risalita del Laceno. Si comincia a fare sul serio dopo anni di abbandono e false ripartenze. Qual è il cronoprogramma?
«Questo è il primo stralcio di un progetto complessivo che io steso feci redigere nella mia precedente esperienza amministrativa per la sostituzione degli impianti esistenti. Tutti, comprese le opere accessorie e ciò che è ad essi connesso. Al posto di quelli vecchi, avremo impianti moderni e funzionali, per un bando da 12, 7 milioni di euro. Lunedì mattina, la commissione valuterà l’ammissibilità delle proposte. Poi si entrerà nel lato tecnico dell’offerta».
Che tempi vi date?
«Penso che entro un mese si potrebbe espletare l’iter per aggiudicare i lavori. Le imprese che si sono fatte avanti sono leader nel settore. Nel giro di 3 o 4 mesi dovrebbero concludere tutto. Si tratterà di sostituire i vecchi impianti con una serie di macchine e strumentazioni particolari e all’avanguardia. Dunque si potrebbe procedere in maniera spedita. L’unico rallentamento sarà dovuto al fatto che ci ritroviamo all’interno dell’Ente parco dei Picentini, e quindi non si potrà partire – per legge – prima di luglio. Ma anche in questo caso, penso che, incrociando le dita, per la fine dell’anno potremmo farcela. E magari per l’inizio del 2023 sognare la prima sciata».
Ma è solo una parte del progetto. C’è poi il capitolo della gestione. Come vi state muovendo?
«A noi compete il compito di pubblicare il bando di gara per affidare le nuove e moderne seggiovie. Qui c’è un intero comprensorio sciistico da mettere a sistema: seggiovie, piste, parcheggi, maneggio. Noi abbiamo intenzione di pubblicare una gara europea, a cui potranno partecipare grandi player internazionali, avvalendoci dell’aiuto di esperti del settore e con un dettagliato business plan. E’ qui che verranno indicati i dettagli e gli importi del bando».
D’accordo, ma qual è la vostra idea?
«Noi vogliamo mettere a gara tutto il comprensorio sciistico, l’intero e grande pacchetto. Ma prima dobbiamo capire tutti i parametri, e gli anni da indicare perché il vincitore rientri dall’investimento e il progetto funzioni. Una cosa è certa: la gara sarà contestuale ai lavori. Il nostro obiettivo è far coincidere il collaudo con la nuova gestione».
Una volta ripristinata, quella di Bagnoli sarebbe una delle poche stazioni sciistiche del Sud insieme a Roccaraso e Campitello Matese. Un’opportunità enorme per il vostro territorio e per l’Irpinia.
«Certo, sarebbe innanzitutto l’unica stazione sciistica della Campania e della Puglia. Un progetto che ci farebbe fare quei numeri sul turismo che non registriamo da anni. non a caso, quando abbiamo predisposto il bando, noi abbiamo insistito molto sulle migliorie. Stavolta puntiamo anche a destagionalizzare il comprensorio».
Cosa intende dire?
«Vogliamo che i turisti vengano a trovarci anche nei mesi estivi. Dovrà essere un comprensorio che lavora e funziona anche in estate. E qui servono le attrattive. Le imprese che hanno partecipato prenderanno punteggi più alti anche sulla base di questi parametri. Oltre che alle soluzioni tecniche all’avanguardia che pretenderemo».
L’intero progetto, però, costa 22 milioni. Dieci in più dei primi 12 che serviranno per gli impianti di risalita. Cos’altro c’è in programma?
«Il secondo stralcio prevede due piste nuove e un altro impianto sulla questione nordica. Infine, ci potrebbe essere un terzo lotto che riguarda il rifacimento ex novo di tutti i manufatti preesistenti. Chiaramente, il primo lotto, quello sugli impianti, è funzionale. Si potrà già partire quando saranno completati quei lavori».
E’ cosciente di quanto sia stato grave aver rinunciato finora a questa occasione di sviluppo turistico ed economico?
«Assolutamente, ma c’è di più. Fino a 3 anni fa, il Laceno viveva di un turismo da fine settimana, un turismo pendolare da due giorni e via. Ora puntiamo ad un turismo residente, che duri una settimana. Del resto, non ci sono solo le seggiovie da riscoprire. Abbiamo le grotte del Caliendo, di estremo interesse speleologico e turistico. E anche qui c’è un progetto per renderle fruibili. Infine, servirà un ragionamento con le strutture ricettive private. Occorreranno servizi più accoglienti».
Grazie sindaco.
«A lei».
Flavio Coppola (Orticalab.it)