Ieri, il Sole 24 Ore ha pubblicato le classifiche sulla qualità della vita delle province italiane, basate sui tre indici generazionali: bambini, giovani e anziani.
La brutta notizia è che per trovare la voce “Avellino” bisogna scorrere ogni volta l’intera classifica.
La bella notizia, invece, è che in Irpinia non vengono fatte discriminazioni; gli ultimi posti vengono assegnati a tutti e tre gli indici: bambini, giovani e vecchi.
E poi, sarà anche per una questione di vanità, ma “spezzare le reni” alla provincia di Enna relegandola all’ultimo posto e salvare il penultimo per Avellino nell’indice “ concerti per i giovani “, vuoi mettere che soddisfazione.
Senza volere fare le pulci, io credo che nella ricerca del Sole vi sia un limite: la distanza, che porta ad interpretare i dati ufficiali senza sporcare di polvere gli scarponi, e che quindi più che guardare un territorio lo si spia.
Se i ricercatori del Sole fossero venuti di persona in Irpinia avrebbero scoperto le peculiarità del suo genio: l’efficienza del servizio idrico gestito dall’alto calore, la trasparenza di irpiniambiente, la visione dell’asi, la vicinanza ai cittadini dei consorzi sociali, dei distretti sanitari e degli ospedali, e avrebbero sicuramente incrociato lo sguardo della classe dirigente irpina, in particolare i riflessi dell’orizzonte catturati dagli occhi delle donne e degli uomini del Pd, unici per le sfumature.
La classifica sarebbe stata diversa, e senza alcun bisogno per l’Irpinia di giocarsi il jolly: il piano quinquennale per l’Alta Irpinia, che da settimane i reduci del progetto pilota stanno elaborando nelle grotte dei caciocavalli di Calitri.
Ma forse sono andato fuori tema, come capita spesso a chi vive di fantasia, meglio un bel bagno di realismo, ritornare con i piedi per terra e rispondere all’inchiesta del Sole con la più rassicurante: “ Tutto va bene, Madama la marchesa “.
Post su fb di Michele Cetta