Sceso dal santuario dopo averlo raggiunto a piedi, anche in questo anno particolare, le sensazioni predominanti non cambiano.
Benessere mentale e fisico, quelle emozioni comuni ad ognuno di noi. 936 metri sopra il livello di mare è lì che si estende il guardiano del popolo montellese.
Il rumore della campana è l’eco di una valle che rafforza un popolo spezzato dal Covid ma ancora in piedi.
Siamo stati vicino, quest’anno, al Monumento all’Emigrante eretto da Antonio Manzi nel 2012: in bronzo, tortuoso nella sua forma il monumento richiama i vari temi dell’emigrazione, fenomeno sempre in constante ascesa, purtroppo a Montella.
Si ha da subito la sensazione che, se il Salvatore vorrà, l’anno venturo, le processioni all’interno del paese per portare la statua saranno numerose come non mai. Anche questa volta il Salvatore è chiamato ad intervenire per mettere fine a questa pandemia che ha un pochino cambiato i nostri giorni e che forse li cambierà per sempre.
Daniele Marano
(da Fuori dalla Rete, Agosto 2020, anno XIV, n. 4)