Novembre 1980, un devastante terremoto scuote l’Irpinia… Ancora oggi, 43 e più anni dopo, questa terra, viene ricordata soprattutto per quei disgraziati minuti e non per il fascino e la bellezza dai borghi antichi e le sue tradizioni artigianali, dalla eccellente cucina resa ricca da un patrimonio che la natura, benevole, ha saputo mettere a disposizione della sua gente.
Io, come tanti altri, sono innamorato dell’Irpinia, e, di Bagnoli in particolare, perché i nostri villaggi possono facilmente competere con i paesaggi rurali più belli d’Italia. Purtroppo ciò non impedisce, in alcun modo, che anche questi villaggi possano essere colpiti dalla desertificazione, soprattutto da parte dei più giovani che ritengono necessario andare a costruire la propria vita nelle grandi citta. Certo è che le case chiuse con le persiane abbassate sono diventate il peggior incubo per i sindaci dei nostri villaggi. Negli ultimi decenni diversi villaggi irpini sono stati soggetti a una desertificazione sempre più intensa. Una situazione piuttosto preoccupante per la nostra Irpinia che avrebbe bisogno di ripopolarsi per garantire il mantenimento degli standard economici, ecologici e di sviluppo sostenibile.
Questa situazione non può durare a lungo, bisogna porre rimedio, invogliare la gente a restare, a stabilirsi in questi angoli deserti dell’Irpinia. Ma come lottare, come aiutare i comuni a frenare la desertificazione rurale che sembra tormentare i nostri villaggi? Le nostre aree interne mancano ancora di quei servizi (logistica, istruzione, sanità) in grado di assicurare un livello accettabile nella qualità della vita. Intraprendere, forse, progetti di ristrutturazione di case ed edifici abbandonati che talvolta cadono addirittura in rovina. E poi, l’importanza dei servizi e primordiale. Tranquillità con tutti i servizi nelle vicinanze: negozi, scuola, sanita, connettività internet.
Già in passato proposi ai nostri governanti a far sentire forte la loro voce e usufruire del Recovery Fund per poter finalmente migliorare il territorio e potersi aprire ad ogni attività: turismo in primis, vinicolo, caseario, ecc. Il tutto in questa cornice ideale che e la nostra Irpinia.
Proposi anche una defiscalizzazione dei redditi per chi veniva a stabilirsi nei nostri villaggi, almeno per una decina d’anni, in modo da indurre chi può telelavorare, a trasferirsi nella nostra cara Irpinia e risiederci tranquillamente, assicurando loro un livello accettabile di qualità della vita. Peccato.
Gino Di Capua
(da Fuori dalla Rete Dicembre 2023, anno XVII, n. 3)