Dall’inizio della settimana sulla nostra penisola si affermerà una fase meteorologica improntata ad una estrema instabilità. La stessa ci accompagnerà almeno fino alla giornata di venerdì 23 febbraio.
Nello stesso periodo avremo anche fasi di estrema variabilità, ma nel complesso un pò su tutto il territorio si affermeranno le precipitazioni che risulteranno nevose sugli appennini. La quota neve varierà e subirà diversi sbalzi. Questo sarà dovuto ai cambiamenti circolatori che si alterneranno da una fase all’altra. La neve scenderà a quote collinari sulle regioni centrali, a quote più alte al sud-Italia. Sull’appennino campano ci attendiamo diverse nevicate nel periodo preso come riferimento. Ipotizziamo un ottimo accumulo nevoso sulle montagne già oltre i 1000 metri.Mentre sarà più raro vedere la neve scendere sotto gli 800 metri. Le temperature diminuiranno un pò su tutto il territorio italiano.
In questa fase il nord-Italia sarà interessato solo relativamente dalla circolazione di bassa pressione che stazionerà per diversi giorni nel mediterraneo centrale.
Un aggiornamento in riferimento allo “stratwarming” consumatosi in questi giorni nella stratosfera. Stiamo seguendo lo sviluppo dello stesso che ormai i modelli vedono propagato in troposfera.
La settimana che va dal 26 febbraio al 3 marzo potrebbe portare un clamoroso e inusuale periodo di gelo per l’Europa.I lettori più attenti ricorderanno che da diverso tempo avevamo segnalato tale evoluzione. Oggi possiamo sciogliere la riserva: tale ipotesi sembra effettivamente realizzarsi.
Sentiremo parlare dai “media” di fenomeni estremi sia per le temperature che per le tempeste di neve che interesseranno gran parte del continente.
Saremo anche noi interessati da questo episodio che probabilmente risulterà “storico”?
Se qualche modello vede solo un parziale interessamento dell’Italia, altri (la maggioranza) vedono praticamente la nostra penisola raggiunta da un “bolide” gelido che se dovesse concretizzarsi creerebbe veramente una situazione di “allarme rosso” per diverse regioni.
Quindi la cautela è d’obbligo. Da queste pagine non possiamo che segnalare le 2 ipotesi evolutive. Se dovesse prevalere la seconda, potrebbe addirittura intervenire la Protezione Civile per segnalare agli organi preposti l’estrema pericolosità dell’evento atmosferico.
Una terza ipotesi, che vede la nostra penisola completamente schivata dallo stesso fenomeno, sebbene sempre plausibile, analizzando le mappe odierne, ha una bassa probabilità di realizzazione.
Nel prossimo aggiornamento verificheremo se verrà confermata questa evenutale evoluzione.