Francesco Nigro non ha bisogno di presentazioni, conosciamo tutti l’impegno in ambito sociale, promotore di mille iniziative, punto di riferimento per tanti giovani e giovanissimi e da sempre vicino ai più deboli. Il nostro è stato un lungo e asfissiante corteggiamento e finalmente dopo tante insistenze siamo riusciti, come lui stesso afferma, a ‘spogliarlo’. Quella che segue infatti non è la classifica intervista, non troverete l’elenco delle iniziative realizzate o dei ruoli ricoperti nelle varie associazioni in questi anni, ma semplicemente leggerete la storia della sua vita e chi è oggi. Ringraziamo Francesco per la disponibilità (un ringraziamento va anche a Silvia sua moglie, sempre al suo fianco pronta a sostenerlo ed aiutarlo nelle tante iniziative) e gli auguriamo di realizzare tutti i suoi sogni. Buona lettura.
Finalmente siamo riusciti a convincerti a raccontarci un po’ di te. Sappiamo che non ami i riflettori e che preferisci dare tutto te stesso senza mai troppo apparire. Sei una di quelle persone che si occupa tanto di sociale nelle più svariate declinazioni. Nel corso degli anni hai dato il tuo energico e positivo contributo in vari ambiti, da quello sportivo al culturale tenendo sempre un occhio di riguardo per le persone più deboli. Come nasce questa tua encomiabile predisposizione al servizio degli altri?
Non amo farmi “spogliare”, mi crea un certo imbarazzo, per questo ho sempre rifiutato la vostra a volte assillante richiesta di un’intervista e inoltre il fatto stesso di stare sempre a centro dell’attenzione con il passare degli anni logora: era questo il principale motivo che mi faceva rifiutare di mettermi a nudo.
Sono arrivato ad accettare la vostra proposta affinché il mio impegno verso gli altri possa essere d’esempio, e servire a qualcun altro. Quello che ho fatto e continuerò a fare fa parte della mia natura, del mio essere, ne è diventato un bisogno. Non potete immaginare quanto mi rende felice mettermi a disposizione delle persone più deboli. Spesso mi circondo di loro (qualcuno ci ride pure sopra..) sono i miei migliori amici, ripagano i miei sforzi attraverso gli occhi ,gli occhi della loro sofferenza. Indistintamente tutti nella vita dovrebbero avere un’opportunità.
Parliamo dell’iniziativa che più ti inorgoglisce, quella che possiamo definire una tua “creatura”: il Gruppo Giovani. Sei stato fra gli artefici della rifondazione nel 2006 e in tutti questi anni non hai mai fatto mancare il tuo contributo di idee, promuovendo molteplici iniziative. Cosa rappresenta per te il Gruppo Giovani?
Aver partorito la mia “Creatura” è effettivamente motivo di orgoglio da parte mia, forse la cosa più bella che ho ideato. Tutto ha inizio nell’inverno del 1996 quando vengo invitato ad occuparmi della regia del primo “Presepe Vivente” da parte di Padre Agnello grazie all’indicazione di un bel numero di giovani di allora. Sposai quell’iniziativa e nacque in me la voglia di creare qualcosa che parlasse di giovani e si occupasse di sociale a 360 gradi.
Ne parlai subito con Alfonso Trillo, Pennetti Francesco, Annalisa Battista e Picardi Carlo (padri fondatori): da quel momento partì questa bella avventura chiamata “Gruppo Giovani” .
In questo viaggio mi accompagnò come sempre mio fratello Vincenzo. Nel 2001 dopo la sua prematura morte gli venne dedicato da parte dei ragazzi che ne facevano parte il nome “Gruppo Giovani Vincenzo Nigro”.
Da allora nella mia creatura scorre anche il mio sangue. Il 2006 fu l’anno della svolta: era arrivato il tempo di trasmettere questo “virus” ai nuovi giovani.
Ad accompagnarmi in questo nuovo viaggio il mio” RIMBOAMICO” preferito Grieco Vincenzo, per tutti Bombolone. Con lui ho condiviso 13 anni bellissimi e intensi pieni di lavoro: tante iniziative tanto cuore. Emozioni forti che mi hanno legato a tanti giovani con i quali conservo sempre un rapporto di una certa stima e rispetto, Molti di loro ricoprono o hanno ricoperto ruoli istituzionali in altre associazioni (Giulio Tammaro, presidente di PT39, Luigi Iuppa, Presidente ella ex asd Vincenzo Nigro): ne vado fiero. Quello che è stato fatto rimarrà nella storia del nostro paese. Non voglio elencare le iniziative svolte ma sono state tantissime. Da un anno e mezzo la staffetta è passata a Monica Nigro che con impegno, dedizione e serietà sta portando avanti la nostra associazione. La mia speranza è che chi oggi dirige la mia associazione possa “infettare” i futuri giovani e far in modo di creare un ricambio generazionale, come noi abbiamo fatto con loro. Per il resto posso tranquillamente affermare che siamo stati e siamo ancora oggi una delle Associazioni più attive nel nostro paese, una di quelle che ci messo e ci metterà sempre il cuore.
Calciatore, allenatore, responsabile del settore giovanile dell’ASD Vincenzo Nigro Bagnoli. Hai dato tanto anche in ambito sportivo. Cosa ha rappresentato per te la società sportiva dedicata a tuo fratello Vincenzo? E cosa hai provato quando la dirigenza ha deciso di porre fine all’attività agonistica?
Una delle mie grandi passioni, come penso quella di quasi tutti i bambini, è stata il calcio. Da piccolo il mio sogno era quello di fare il calciatore. Diciamo che il sogno si è avverato, a livello dilettantistico naturalmente, portiere il mio ruolo.
Ho difeso la porta del mio paese per quasi 15 anni, altri 5 in altri paesi, ho smesso alla veneranda età di 42 anni. Non ho vinto campionati ma ho lasciato un ricordo spero positivo soprattutto nei paesi dove sono stato a giocare (Lioni, Andretta, Castelfranci, Teora, Monteverde).
Ricordo con affetto l’esperienza fatta a Monteverde al punto che ancora oggi sono legato ai colori e ai ragazzi di quel bel paese. Il calcio mi ha dato l’opportunità di conoscere tante di quelle persone e stringere amicizie che ancora oggi conservo con affetto. Per quanto riguarda la guida del settore giovanile per 4 anni, posso tranquillamente dire che è stata dopo il gruppo giovani l’esperienza che mi ha entusiasmato di più. Porterò sempre con me la gratitudine di quelle piccole pesti che ancora oggi mi adorano. Ho cercato in quei 4 anni di farli divertire. Chissà se ci sono riuscito…ai posteri l’ardua sentenza…
La società, anche essa dedicata a mio fratello da “Tatone” Frasca Emilio, ha rappresentato la mia squadra del cuore, veniva prima il Bagnoli e poi il resto. Sicuramente ci sono rimasto male l’anno scorso quando è finito tutto ma era giusto così. Ci tengo a ringraziare tutti dai fratelli Delli Bovi ad Antonello Trillo, primo grande tifoso. A tutti i dirigenti che sono passati e che con tanti sacrifici hanno portato avanti i valori del calcio nel nostro paese va la mia gratitudine. Ci tengo a ringraziare lui, Tatone, mio secondo papà che per anni senza nessun tipo di interessi, come un vero padre, anche senza figli, ci ha insegnato e mi ha insegnato che le cose si fanno con il cuore ..sempre.
Svolgi con amore e passione la professione di parrucchiere. Ti sei avvicinato giovanissimo a questo “mestiere” che probabilmente ti ha trasmesso tuo padre Andrea, peraltro ancora oggi al tuo fianco. Cosa significa per te questa attività?
Devo tutto a mio padre, mi ha messo al mondo e lo trovo sempre a mio fianco quando ne ho bisogno. Mi è mancato devo dire per quasi 28 anni perché le sue attenzioni erano rivolte giustamente tutte a mio fratello Vincenzo per ovvi motivi. Ho avuto la fortuna di aver ereditato il suo lavoro che è anche la sua passione. Spero quantomeno arrivare alla sua bravura ma la vedo dura. Il mio lavoro non è soltanto fonte di benessere economico ma è fatto soprattutto di AMORE per il mondo della bellezza.
Sono affascinato da tutto ciò che esprime il bello. Il mio sogno è quello di creare un laboratorio di bellezza nel nostro paese dove i protagonisti siamo io e i miei collaboratori e condividere con loro questo viaggio.
Hai sempre dichiarato la tua fede politica, ti sei sempre autodefinito un “Comunista” convinto. In più occasioni ti hanno proposto per una candidatura al consiglio comunale. Sei stato corteggiatissimo dalla politica, anche perché hai moltissimi estimatori tra la gente. Alla fine, però, hai sempre declinato ogni proposta. Cosa, finora, ti ha “frenato”? Ed in futuro potresti cambiare idea?
Ebbene sì, mi definisco comunista senza nessuna vergogna, anzi ne vado fiero. Come disse in un discorso politico in piazza alcuni anni fa un grandissimo compagno. “Il mio sangue è rosso e il mio cuore batte a Sinistra”. In passato sono stato “corteggiato” per una mia possibile candidatura e ho sempre declinato l’offerta,… quasi sempre..
Dovete sapere che 7anni fa sotto richiesta di Tatone ero sul punto di accettare la candidatura ma mia moglie mi fece declinare l’offerta. Non nego un interessamento alla cosa, anzi mi ha sempre affascinato il pensiero, sono stato sempre dall’altra parte spesso e ingiustamente a criticare. Avrei voluto toccare con mano le difficoltà, avrei voluto impegnarmi nella realizzazione di un campo sportivo in erba sintetica, avrei voluto occuparmi dell’organizzazione del Laceno-estate, avrei voluto mettere a disposizione la mia fantasia i miei sogni per la crescita del nostro paese ma soprattutto avrei voluto interessarmi degli ultimi donando loro una speranza un sorriso, quel sorriso che ti riempie il cuore. Chi mi conosce, sa quanto impegno e determinazione metto nel fare le cose. Chissà…. Naturalmente… il sangue rimarrà rosso e il cuore batterà sempre a sinistra.
Il tuo impegno nel sociale ti ha portato spesso a confrontarti con le varie compagini amministrative che si sono susseguite nel corso degli anni. Qual è stato il tuo rapporto con loro? Puoi citarci un esempio positivo ed un altro negativo, di come la politica si è approcciata nei confronti delle associazioni presenti sul territorio?
Ho avuto sempre ottimi rapporti con chi ha guidato la macchina comunale. Ricordo con stima tutti i sindaci che si sono susseguiti nell’ arco di questi 25 anni circa di vita associativa. In particolare ho un buon ricordo di Di Mauro (D’Alema) il primo sindaco ad interessarsi effettivamente ai problemi giovanili, Nicastro (Iuccio… ci teneva tanto a noi giovani) e Nigro che nonostante il suo orientamento politico diverso dal mio, ha dimostrato nei suoi 5 anni sensibilità verso la nostra associazione.
Provi costantemente a sensibilizzare i bagnolesi in ambito sociale e anche attraverso il tuo profilo social inviti tutti ad una maggiore unità e coesione. Eppure il nostro paese appare fortemente diviso, sfiduciato, sembra aver perso quell’ energia vitale che lo ha contraddistinto per secoli. Cosa si può fare per invertire questa tendenza?
Purtroppo il nostro paese è diviso da troppi personalismi.se non riusciamo a metterli da parte non andremo da nessuna parte. Bisogna avere rispetto nella diversità, questa l’unica medicina.
In passato una persona, verso la quale sappiamo nutri una profonda stima, ti definì l’eterno Peter Pan, il bambino che non diventa mai adulto. È una definizione che si calza bene per te?
Dopo la morte di Tatone mi sono legato tanto a quella persona che mi definì Peter Pan. Lo avevo attaccato sui social inconsapevolmente. Gli chiesi scusa e lui capì il senso delle mie parole. Saper chiedere scusa e accettare le scuse non è da tutti, ma è l’unico modo per non avere rimpianti.
Oggi è diventato un mio punto di riferimento… un faro dove guardare quando il mare è in tempesta… a qualcuno dovevo legarmi, qualcuno che avesse cuore e lui vi posso garantire ne ha tanto . Lo si nota da quello che scrive… Non nego che ultimamente con Luciano mi sento ogni tanto a parlare di iniziative sociali, lo trovo una persona molto sensibile da cui posso solo imparare tanto.
Un ultima domanda. Abbiamo finora provato a parlare e raccontato cosa Francesco è stato. Ma nel profondo chi è oggi Francesco?
Nel profondo rimarrò Peter Pan il bambino che non diventa mai adulto con i miei sogni, con le mie speranze che questo paese possa migliorare. Nel profondo rimarrò una semplice persona che continuerà a sbagliare ma a fare comunque, a impegnarmi perché solo chi non fa non sbaglia.
Scusate i miei errori, ma cercate di fare meglio.
Intervista a cura della Redazione
(da Fuori dalla Rete, Giugno 2020, anno XIV, n. 3)