Plasmatori di eternità è il titolo data alla sala che porta il nome dell’artista di origini bagnolesi Dino Vincenzo Patroni. Un omaggio in vita ad un artista poliedrico e di caratura internazionale. La singolare iniziativa nasce dalla volontà dell’amministrazione comunale di San Severino Lucano, guidata dal sindaco Francesco Fiore di omaggiare l’artista Patroni intitolandogli una sala all’interno del Palafrido, il museo della scultura in terracotta e della maiolica d’arte.
Emozionato per il prestigioso riconoscimento Dino Patroni afferma: “E’ stato un grande onore per me ricevere l’intitolazione in vita della sala del museo della scultura in terracotta e della maiolica d’arte moderna e contemporanea presso il Palafrido. Questo luogo multimediale di sinergie culturali ed ambientali lucane è divenuto in seguito ad una mia idea, condivisa con l’architetto Francesco Dattoli, anche museo dell’arte moderna e contemporanea della ceramica d’avanguardia. Sono grato perciò alla comunità di San Severo Lucano e a tutta l’amministrazione guidata dal lungimirante e vulcanico primo cittadino dott. Francesco Fiore per aver concretizzato questa mia idea”.
L’idea del museo nasce in occasione di Matera Capitale della cultura europea 2019. In quell’occasione l’artista irpino realizzò, sempre all’interno del Palafrido, una mostra internazionale di scultura e ceramica dal titolo “Kéramos in progress”, evento curato dall’insigne letterato e critico d’arte Francesco D’Episcopo.
“A distanza di due anni – continua Dino Patroni – nonostante la pandemia da Covid-19 non sia stata ancora completamente debellata- la nascita di questo importante museo in Basilicata che si aggiunge ad altri sorti per l’arte contemporanea è per me motivo di orgoglio quale operatore culturale ed artista”.
Soddisfatto anche il sindaco Dott. Francesco Fiore: “In occasione di Matera Capitale della cultura europea, gli artisti donarono al nostro comune le opere esposte. Abbiamo deciso di realizzare questa struttura museale perché chiaramente questa parte di territorio veniva interessata in passato dalla lavorazione dell’argilla, esisteva proprio in quest’area del Palafrido una fornace nella quale si lavorava l’argilla, venivano prodotti materiali in cotto, mattoni ed altro”.
Entusiasta per il risultato raggiunto l’ arch. Francesco Dattoli Direttore del Palafrido: “Il maestro Patroni ha voluto fortemente questa iniziativa ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare a lui la sala del museo e con lui continueremo a portare avanti l’ampliamento di questo museo, che noi tra l’altro chiamiamo museo vivo, perché non mostra al suo interno reperti storici ma è realizzato con opere di maestri contemporanei”.
Un meritato riconoscimento ad un artista poliedrico che continua a stupire con le sue opere.
Giulio Tammaro (Tusinatinitaly.it)