In aggiunta al “post” del mio amico Luciano Arciuolo, con il quale mi trovo completamente d’accordo, vorrei dare il mio pensiero e ricordare cosa scrissi agli inizi degli anni 60, quando frequentavo l’Avviamento Professionale, (allora non esistevano ancora le Medie) in un tema in classe, sull’Europa Unita.
Mi sovvengo ancora che il voto del prof. fu un secco e meritato “2”: ero uscito fuori tema. L’avevo cominciato scrivendo: “Siamo negli anni 60 e stiamo ancora a discutere dell’unione di un continente… dell’Europa Unita… mentre dovremmo discutere di un mondo unito, dell’abbattimento delle frontiere, ecc.”
Questo fu il sunto del mio tema.
Qualche giorno dopo mi chiamò il preside, in presenza di alcuni professori, ricordo che fra di loro c’era il prof. Aniello Vivolo, per regalarmi un libro sull’Europa e i benefici economici della sua Unione. Ricordo ancora alcuni complimenti, a mo’ di sfottò, ma sinceri del prof. Vivolo. (sarei onorato PROF, un giorno, potervi stringere la mano)!
Questo per dire che, dopo tanti anni e con un po’ di esperienza in più, il mio modo di vedere questa nostra cara TERRA…NON È CAMBIATO.
Sarò ancora quel ragazzo “naif” di allora?! Ma ormai è troppo tardi per cambiare; anche perché credo ancora a ciò che scrissi tanti anni fa…
E credo fermamente in quel che sta scritto sulla maglietta “utopistica” di questa ragazza…
E credo, soprattutto, che pecchiamo di presunzione pensare che tutto ciò che circonda casa nostra, quelle montagne, quei boschi, quei ruscelli, quei piccoli sassolini inutili, anonimi, posati nel nostro giardino ci appartengono, e non ci rendiamo conto che quegli alberi, quell’acqua, quei ciotoli hanno visto mille generazioni di sedicenti padroni, diventare polvere.
Dopo questa premessa, probabilmente avrò disgustato qualcuno, anzi, forse più di uno, se così fosse… possono anche andare a “quel paese”.
Gino Di Capua