Una lezione dalla rilettura dei quaderni dei bambini bagnolesi nel ventennio fascista La fabbrica dell’odio, collante dei populisti è sempre foriera di regimi autoritari.
Il futuro di questo 2019 non sembra volgere al bello su quanto potrà portare in serenità e fiducia tra i popoli di questa smarrita Europa, alla vigilia d’importanti elezioni. Dopo il ritiro dell’ambasciatore francese in Italia, per protesta contro la valanga di accuse provenienti dai maggiori esponenti dei partiti del governo giallo-verde, sconcertante è l’aver costatato che la cassa mediatica dei social, ubbidendo a una regìa occulta, abbia foraggiato il clima, secondo tecniche da guerra psicologica che, in altri contesti, son servite a giustificare interventi a scapito della sovranità di altri stati, cambi di regime, colpi di Stato se non addirittura guerre vergognosamente definite “umanitarie” .
Non volendo entrare nell’agone politico, con questo mio scritto vorrei dimostrare quanto la fabbrica dell’odio è sempre stata foriera di lutti e devastazioni e come di essa si nutrono e prosperano i regimi più illiberali ma che affermano di governare in nome del popolo sovrano.
Come noi Italiani siamo “geneticamente” inclini a farci trascinare su questo pericoloso pendìo, lo racconta la storia di un Paese dai mille campanili che è stato tra gli ultimi d’Europa a darsi un volto unitario, ma che ancor oggi è spaccato tra “terroni” e “polentoni” ed in cui le differenze economiche-sociali tra Nord e Sud sono sotto gli occhi di tutti.
Il regime fascista che governò l’italia per oltre un ventennio, fece della macchina dell’odio contro il nemico esterno (l’Inghilterra, l’Europa delle sanzioni, la Società delle Nazioni, il bolscevismo, gli ebrei, ecc) il collante per il consenso interclassista che permise l’eliminazione di ogni forma di democrazia, riuscendo a far accettare sacrifici immani ai più poveri, in particolare del Sud, lasciando invece intoccati privilegi e interessi degli industriali e banchieri del Nord e dei latifondisti e agrari del Sud. Nello studio del Fondo Archivistico Rodolfo Domenico Cione Anna Melillo (proprietaria la signora Marisa Cione di Bagnoli Irpino), e in particolare il materiale didattico della scuola elementare San Rocco, ho potuto costatare dalla lettura dei quaderni, come l’indottrinamento all’odio contro il nemico esterno fosse praticato sin dalla più tenera età. Nella didattica imposta dal Regime fascista, cui i maestri non potevano opporsi, avendo giurato fedeltà a Mussolini, obbligatorio era creare nei bambini la coscienza che una nazione straniera o un gruppo di Stati fosse la causa della loro indigenza e del fatto che gran parte di essi, (come ho già raccontato in altri miei scritti su Fuori dalla Rete) andassero a scuola digiuni e talvolta scalzi.
Così le piccole menti erano forgiate, mandando a memoria poesie che infangassero l’immagine della perfida Albione, l’Inghilterra, o gli ingiusti Stati che avevano emesso le Sanzioni contro l’Italia perchè aveva aggredito uno stato sovrano, l’Etiopia, per conquistare il “nostro posto al sole”.
Oggi, purtroppo, per essere coinvolti nel Mantra complottista, che vede di volta in volta, l’Europa dei burocrati, i banchieri ebrei e massoni, la Francia colonialista e sfruttatrice dell’Africa, il nemico che non ci permette di indebitarci pericolosamente, di violare i diritti dei migranti, e in futuro imporre leggi eccezionali, non cè bisogno di sedere sui banchi di scuola di Regime, basta invece accendere l’I-phone o il computer, entrare nella Rete dei social-media ed essere subissati e sfamati dalla fabbrica dell’odio.
Dal quaderno di Frasca Raffaella, (Bagnoli Irpino scuole elementari San Rocco) as 1940-41 poesie e brani da mandare a Memoria
La più sporca, la più lurida della Terra
sempre è stata l’Inghilterra
luce ti neghi il sol , erba la terra.
Malvagia , che dall’alga e dallo scoglio
per le vie dei ladron salisti il soglio
E con l’arma di Giuda esci alla guerra
fucina di delitti in cui si serra
tutto d’Europa il danno ed il cordoglio.
Tempo verrà che abbasserai l’orgoglio
Se stanco al fin pur Dio ti sotterra.
La man che dei latini il fato
ti scomporrà la treccia e fia che chiuda
questo di sangue umano empio mercato.
Pace avrà il mondo, e tu, feroce e cruda
dal mar tiranna, all’amo abbandonato
farai ritorno, pescatrice ignuda.
Vincenzo Monti (1803)
Cultura Fascista
Le Sanzioni, 15 novembre 1935 XIV EF
Non si deve dimenticare la data che bolla una tremenda ingiustizia e segna l’inizio di una nuova fase gloriosa della Storia d’Italia. Perché nel novembre del 1935 la più grande coalizione di Stati che la Storia ricorda (Stati sanzionisti) si scaglò contro di noi? Perché ci acingevamo a conquistare quel posto al sole che gli iniqui trattati precedenti ci avevano negato. La nostra guerra in Etiopia era una impresa di civiltà e di gloria. Ma l’azione di strangolamento non turbè il popolo italiano che “seppe tirare dritto” e vincere e far apparire l’Impero sui colli fatali di Roma.
Antonio Camuso, Archivio Storico Benedetto Petrone
(da Fuori dalla Rete, Marzo 2019, anno XIII, n. 1)