La farsa

di Mimmo Nigro

Diciamoci le cose come realmente stanno senza troppi giri di parole. Questa amministrazione comunale è in panne da illo tempore e nessuno, almeno finora, ha avuto il coraggio di riconoscerne il fallimento e portare come suol dirsi «i libri in tribunale», ovvero dimettersi.

In soli due anni e mezzo sono state tante, troppe, le divisioni, gli screzi e le ripicche. Il rapporto di fiducia tra le parti coinvolte credo si sia irrimediabilmente incrinato, rotto, frantumato, nonostante i diversi tentativi dei soliti pompieri interessati di rimetterne insieme i cocci. Manca, ed è tutto, il rispetto personale e una visione politica lungimirante.

Veniamo ai fatti. I ben informati raccontano che tra il sindaco e vice sindaco le civili e pacifiche relazioni si sono bruscamente interrotte quasi ad inizio mandato. Che tra il vice sindaco e l’assessore al bilancio in più di una circostanza oltre allo scontro verbale si è arrivati molto vicini, minacciosamente, allo scontro fisico. E che in ultimo, tra il sindaco e l’assessore alla cultura in un famoso duello rusticano sono volati addirittura i coltelli (altro che stracci!), con reciproci scambi di accuse, richieste di dimissioni e parole gravi e ingiuriose che difficilmente verranno cancellate dalla memoria di chi le ha dette, di chi le ha ricevute e di chi le ha ascoltate.

E si arriva al funesto 2020. L’anno purtroppo della pandemia, ma per noi bagnolesi anche quello delle sconcertanti e imbarazzanti sceneggiate al Municipio. L’anno è cominciato con la grave vicenda delle tre assisi di Giunta andate deserte e terminato penosamente con il voto contrario nell’ultimo Consiglio comunale di tre assessori su quattro sul tema del riconoscimento di un debito fuori bilancio. E nel mezzo strane riunioni di Giunta (e non) dove o erano presenti il sindaco insieme al fido Di Giovanni oppure soltanto i cosiddetti “demitiani”.

Di tutto questo il primo cittadino non ne parla, glissa, continua a derubricare sbrigativamente il tutto a normale dialettica interna, piccoli distinguo su questioni minori e marginali. Negli ultimi giorni ha provato addirittura, e goffamente, a fare la contabile, il ragioniere, e con il pallottoliere tra le mani ad enfatizzare il numero dei favorevoli e dei contrari sui diversi punti all’ordine del giorno. Disarmante. Così come è apparso ai più sconcertante, nello specifico, anche l’atteggiamento della minoranza consiliare che avrebbe avuto la possibilità almeno l’altra sera di bocciare, insieme ai “dissidenti” della maggioranza, un provvedimento che ha ancora molti lati oscuri.

Cosa crede il sindaco di questo paese che i bagnolesi portino l’anello al naso? Buoni e ingenui sì, ma fessi proprio no! Tutta la questione, e lei lo sa o dovrebbe sapere meglio di noi, è esclusivamente POLITICA o più correttamente di INTERESSI. Qui c’è una faida interna, uno scontro sanguinoso, con sullo sfondo lobby e interessi da tutelare e preservare. Va così da sempre ci dirà qualcuno. Okay, ne prendo atto. Ma abbiate almeno la capacità, l’abilità e la furbizia di fare sintesi, di trovare un equilibrio nell’interesse esclusivo del paese e dei suoi cittadini. E finiamola, una volta per tutte, con questa commedia.

Per il primo cittadino, e chi gli sta dietro, il problema invece di questo paese è e rimane ossessivamente l’associazione Palazzo Tenta 39. Ce ne faremo una ragione.

Mimmo Nigro


P.S. Questa amministrazione rivendica a tutto spiano il merito del finanziamento dei 12milioni di euro per le seggiovie. Non ne sono convinto. Da quel che si sa i nodi da sciogliere per arrivare al contributo regionale erano sostanzialmente due, uno giudiziario e l’altro politico. Per il primo, ovvero la liberazione delle aree dal concessionario e la risoluzione del relativo contenzioso, non sembra che l’attuale compagine amministrativa abbia avuto un ruolo attivo. Per il secondo immagino che il peso politico di Ciriaco De Mita e la sua abilità nel persuadere il governatore De Luca sia stata di gran lunga superiore a quella che va sbandierando un azzeccagarbugli qualsiasi.

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