C’è chi dice che scegliere è sempre e spesso una rivoluzione. Come il vestito per una festa, il posto preferito, il lavoro, gli amici e tanto altro. Tutto può avere conseguenze, anche il non scegliere. Lo diciamo a pochi giorni dalle elezioni europee ed amministrative per alcuni vicini paesi e lo possiamo dire anche per alcune piccole cose che ci riguardano. Una su tutte è stata l’elezione del Forum dei Giovani, cosa che si pensa fosse diversa e quanto più lontana dalla politica e dalla normale amministrazione. Non è così. Il Forum dei Giovani è un organo a disposizione dei giovani del paese, ma anche e soprattutto a disposizione dell’amministrazione comunale per le politiche giovanili. E scegliere i propri rappresentanti è sempre cosa buona e giusto.
Nel 2018 la Giovane Sinistra, appena insediata l’amministrazione Di Capua, tentò, riuscendo, a far ripristinare questo organo, anche grazie alla disponibilità di quell’amministrazione. Un organo che era stato dismesso nella precedente amministrazione e dopo dieci anni si andò di nuovo al voto. L’associazione richiese una semplice cosa: come possono essere rappresentati i giovani all’interno di una amministrazione giovane quale quella che era l’allora amministrazione. In alcuni paesi il Forum dei Giovani è addirittura rappresentato nei pre-consigli comunali, in decisioni importanti. Ma questo è sempre frutto di una visione.
Scegliere dunque, anche queste dinamiche, ha un non so che di avanguardistico. Si potrebbe e dovrebbe scegliere sempre. Mi viene in mente una frase di Benigni sulle elezioni e sulle votazioni, dove, a dimostrazione del fatto che bisogna andare a votare, utilizza la Passione di Cristo. Dice: “Andate sempre a votare. Chi non sceglie lascia il potere alla folla. La folla sceglie sempre Barabba…Sempre”. A malincuore, con il muso storto, con qualunque scongiuro. A votare per scegliere si va. Anche senza scrivere con la matita. Ma si deve andare perché anche una bianca o una nulla è un atto di scelta. Ma questo forse è troppo anche per cose che ci riguardano direttamente o indirettamente. Forse è anche scocciante. La partecipazione, questa sconosciuta.
Almeno per quello che potrebbe essere un gruppo di nuovi amici. Nemmeno a quello si pensa più. Ho visto giovani persi in altre faccende, che forse nemmeno hanno tutti i torti. Ma almeno rimangono le elezioni europee. Sconosciute anche perché le operazioni di marketing dei partiti e delle istituzioni nei confronti delle elezioni, sono veramente schizzinose. I giovani utilizzano per la maggior parte del tempo a disposizione uno telefono e con quello vivono, come facciamo tutti. Non ci sono stati partiti ed istituzioni che hanno preso in considerazione il fatto di inviare loro una semplice notifica che dichiara che l’8 e il 9 giugno si vota. Poi per chi, non basterebbe un articolo su questo giornale per poterlo spiegare. Ma almeno che si sappia. A che si pensa solo c’è stata la chiamata degli scrutatori, solo per dire ma escono sempre gli stessi. Ma almeno sai di cosa stai parlando. E se proprio vuoi parlare, perché non analizzi il declino che sta subendo ogni tipo di attività in questo paese. La catastrofe dei lavoratori dipendenti presi a stagione, a chiamata, che non possono nemmeno sistemarsi, oppure se lo fanno rischiano di non mettere il piatto a tavola.
Una tirata d’orecchie a quei genitori che purtroppo vedono chiudere attività ed allo stesso tempo vedono che i figli arrancano. In questi anni il trend è sempre lo stesso: aprono due aziende all’anno, quando va bene e se ne chiudono almeno quattro. Se tutto va bene. Aprono e quindi si deve applaudire perché dietro quella apertura un’idea, una speranza, un miscuglio di sensazioni. Ed abbiamo necessità anche per un semplice fax di andare a Montella. Vicino paese che sembra vivere anni luce da noi. Anche nel senso proprio di appartenenza. Ma queste domande ce le poniamo oppure aspettiamo che arriva il 27 di ogni mese e basta. Ma queste domande se le fa qualcuno o rimangono sempre i soliti a chiacchierare.
Bene, il futuro si vede da questo. Non mi vorrete male se ogni volta cerco di sensibilizzare una parte di paese. Ma è d’obbligo soprattutto per non meravigliarsi poi. Rimanendo a bocca aperto o asciutta. Se diventiamo satelliti di qualcuno, o frazione di qualcosa. A mio avviso anche scegliere di parlare di determinati argomenti è già un atto, rivoluzionario o no. Sarà sempre un buon proposito per il futuro. Come parlare del Puc, delle Seggiovie, e di tanto altro, ma vedere che a chi dovrebbe interessare, sta fuori e non entra nella discussione. Forse allora scegliere ti rende fiero solo per una cosa, Barabba io non lo scelgo, ma lo capisco. È stato scelto anche da chi non lo conosce. E quindi forse è meglio non conoscersi e scegliere. O no?
Giovanni Nigro
(da Fuori dalla Rete giugno 2024, anno XVIII, n. 2)