La donna cui fa riferimento Giovanni Marino si chiama Carmela Delli Gatti, una dolcissima nonnina di 96 anni (compiuti l’8 di ottobre), ed ha “radici familiari” bagnolesi. Il marito era un tal Dell’Angelo Giuseppe (alias Calandra).
Quando ho visto questa fotografia, la mia mente è ritornata di colpo, come in un vecchio film, agli inizi degli anni sessanta, quando veniva usata l’espressione “miracolo economico” per indicare il fatto che finalmente arrivava il benessere dopo i tremendi anni del dopoguerra.
Anche a Nusco avvenne la stessa cosa. Ma per me il cosiddetto boom economico, ancora oggi, ha un solo nome: Carmela Delli Gatti (nella foto) che, con il marito Giuseppe, aveva aperto a Nusco un negozio di alimentari in Via Regina Margherita, poco lontano da casa. In quegli anni la mia famiglia era molto povera (avevamo solo gli occhi per ridere e piangere) e mia madre era in grande difficoltà per fare la spesa giornaliera.
Non avendo redditi fissi, era difficile avere “credito” (la cosiddetta “crirenza) presso i negozi. Fortuna volle che questa signora, gentile e sempre sorridente, legò subito con mia madre e così ci faceva credito con grande generosità.
Mia madre (forse per pudore) mi mandava spesso a fare la spesa di cose essenziali: pane, pasta, zucchero… Mi porgeva un piccolo quaderno nero (la cosiddetta “libretta”, dove venivano annotate le spese), con la raccomandazione di stare attento, di tenerla stretta e non perderla. Quando entravo nel negozio – timido, impacciato e in calzoncini corti – mi mettevo in fila ultimo e aspettavo. Quando arrivava il mio turno, porgevo la “libretta” alla signora Carmela e sussurravo l’elenco della spesa. Questa donna – buona come il pane – non solo mi dava tutto l’ordinato, ma aggiungeva sempre un “formaggino triangolare di cioccolato” e mi diceva di salutare mia madre.
Mai una volta l’ho vista lamentarsi per il nostro debito. Mia madre, da parte sua, appena poteva correva da lei e le portava una piccola somma in acconto. Qualche volta vedevo la signora Carmela dire a mia madre: “comma Marì, si li sordi ti servunu, nun fa niente, mi ru puorti nata vota” .
A scuola imparai presto a leggere e far di conto, ma il primo vero libro che ho letto in vita mia, imparandolo a memoria, è stata la “libretta” con i numeri e le parole della nostra difficile vita quotidiana. Una lezione che non si dimentica.
Ancora oggi quando ci penso mi faccio sempre la stessa domanda. In quella “libretta” mancava una cosa, che non poteva essere scritta, perché “immateriale”. In quella “libretta” mancava il cuore grande di Carmela Delli Gatti. Quando mi capita di incontrare la signora Carmela mi viene voglia di abbracciarla oggi per allora. Forse Nusco di oggi avrebbe bisogno di “credito” e di mille “librette” garibaldine.
Giovanni Marino
(da Fuori dalla Rete, Novembre 2021, anno XV, n. 5)