Ho vissuto un’esperienza costruttiva ed un’emozione gratificante ricevere l’invito personalmente da Vinicio Capossela, so che sul palco dello Sponz Fest 2023, non ero sola, a sostenermi c’era il mio caro papà Aniello.
Portare a Calitri la paccia, la pazzia, nella cultura popolare con motti, proverbi ed aneddoti, rigorosamente raccolti e trascritti da papà, è stata per me sicuramente un grande dovere. Cerco di mantenere la promessa che feci a mio padre: “Proverò, nel mio limite, a conservare sempre vivo il tuo immenso patrimonio culturale”. La paccia nella cultura popolare allo Sponz Fest 2023.
Pacci e padroni
tienne sempu raggione
Pacci, criaturi e mbriachi
ricene sempu la veretà
Pazzi e padroni
hanno sempre ragione
Pazzi, bambini e ubriachi
non mentono mai
Nella cultura popolare “i pacci” erano gli estrosi, gli stravaganti, dotati di intensa fantasia, originalità e spesso provvisti di una sagace intelligenza. Oppure i ribelli coloro che imponevano il proprio carattere e che si dimostravano insofferenti alle costrizioni. Come dimostrano i proverbi:
“E’ quagliatu r’ capu, lascialo stà!”
Ignoralo, perché ha perduto il lume della ragione, è impazzito!
“Facivu na paccìa nzurannese!”
Fece una pazzia prendere moglie!
Addirittura gli abitanti dei vari paesi irpini erano convinti che “i pacci” fossero posseduti da entità malvagie, demoniache, poiché nemmeno i preti riuscivano a liberarli da questi demoni, li temevano al punto di desiderare la loro morte:
“Patatiernu miu, o rangi lume o miettilo miezz’e lumi”
Dio mio, o liberalo dalla pazzia, oppure mettilo tra 4 candele, cioè su un letto di morte. Per la civiltà contadina, completamente dedita ai lavori dei campi, alla custodia del bestiame, anche lo studio eccessivo era una causa della “paccia”, e a chi preferiva istruirsi anziché dedicarsi alla fatìa, al lavoro, lo canzonavano dicendo:
“A sturià troppu, s’esse pacciu”.
Infine, si narra che Dio, quando creò il mondo, abbia distribuito “Nu pacciu p’ paesu nu fessa p’ casa!” Dopo i sei giorni di creazione, Dio decise di riposarsi, ma la domenica, si accorse che aveva dimenticato di distribuire i pazzi…allora, li mise in un sacco e si incamminò.
In ogni paese che incontrava lasciava un pazzo, uno ad Avellino, uno Bagnoli, uno a Cassano, uno a Montella… Quando giunse alle porte di Nusco, inciampò e il sacco si aprì, tutti i pacci si dispersero per le vie del paese. Dio si issò con l’intenzione di raccoglierli tutti, ma chi scappava di qua e chi di là, chi sotto e chi sopra, infastidito e dolorante sferrò un calcio al sacco e disse: Qui siete e qui rimanete tutti! Ecco perché a Nusco, dicono che abbondano i pacci.
Grazia Russo