La “voce” dei ragazzi ai tempi del coronavirus.
Nella distanza forzata cui siamo stati tutti costretti è importante mantenere un contatto emotivo con i nostri ragazzi. I loro pensieri sono uno straordinario strumento di libertà in questo momento di clausura (giustamente) imposta: ci avvicinano e ci rendono consapevoli che siamo davvero tutti sulla stessa barca. Buona lettura
Maria Varricchio
LA MIA VITA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
Caro diario,
ti scrivo perché…mi annoio. Quando il virus ha iniziato a diffondersi non ci avevo fatto molto caso; anche con i primi contagi in Italia continuavo a minimizzare il problema perché erano stati isolati. Non ho mai avuto paura del virus e forse non ce l’ho neanche adesso, ma anche se il virus non è mortale per noi ragazzi non me la sento di uscire. Forse per paura di contagiare i miei cari oppure per paura di vedere le strade vuote e la gente con le mascherine.
È da sabato sera che non esco ed è come se le mura di casa si stringessero sempre di più ogni ora che passa. “Che sarà mai, stare a casa è una goduria” mi ripetevo e invece adesso mi assale un senso di claustrofobia e la necessità di uscire.
Il contatto con le persone, l’aria aperta e anche le 5 ore giornaliere da passare a scuola sono cose a cui non avevo mai dato l’importanza che meritano e adesso mi mancano. Non poter rivedere i tuoi amici, dover ripetere sempre le stesse cose non pensavo fossero così difficili prima di adesso. Le giornate prima del virus era piene di impegni eppure oggi pagherei per alzarmi presto la mattina, andare a scuola e tornare alla normalità.
Solo adesso capisco quanto sia importante il contatto fisico e quanto siano importanti le persone. Questo periodo mi sta facendo apprezzare cose a cui non avevo mai fatto caso.Un’altra cosa che mi distrugge è il non poter andare in piscina. Non poter dedicarmi alla mia passione, alla quale vorrei dedicare tutti i miei pomeriggi e invece non posso. Se proprio devo trovare un lato positivo in questa faccenda è il fatto di poter stare con la propria famiglia e stare insieme.
Quindi, caro diario, questo 2020 non è iniziato per niente bene. Le voci sulla terza guerra mondiale, il coronavirus senza contare gli esami di terza media mi portano ad una considerazione: la mia ultima spiaggia è quel meteorite che secondo la NASA dovrebbe sfiorare la terra. Di ben in meglio, no?
Paola Trillo