Credo che questa preghiera di Giulia Ciletti (più nota in paese come Lisetta) sia stata composta in tarda età, quando lei viveva ancora a Bagnoli. Lisetta era una donna di chiesa e osservante della fede, però mai bigotta. La preghiera è una variante del componimento che fa parte della raccolta di versi pubblicata postuma nel 2015, a cura dei suoi figli. Il componimento, connotato da una tenerezza spontanea, è anche la confessione, che l’autrice immagina dettata in pubblico, di un peccato che l’ha indotta (momentaneamente) a vestire i panni di una donna che trasgredisce l’insegnamento di Cristo. Si autodefinisce cattiva e vuole liberarsi dal nodo del peccato.
Con quanta delicata umiltà esprime il suo disagio di rivolgersi direttamente a Gesù! Prende così la risoluzione di chiedere alla Vergine Immacolata di intercedere presso il Figliolo, perché le conceda il perdono. Le sue parole appartengono al linguaggio popolare e posseggono la semplicità di un animo combattivo sì, ma docile di fronte al Signore e alla nostra Protettrice. La sua supplica, come richiede il credo cristiano, all’impensata diventa da personale a collettiva, coinvolgendo tutta l’umanità nell’invocazione del beneficio comune.
LA MIA SUPPLICA ALLA MADONNA IMMACOLATA
(di Giulia Ciletti)
Alla Vergine Maria madre e protettrice di Bagnoli Irpino.
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Noi
Ti abbiamo sempre supplicata,
Tu
ci hai sempre ascoltata.
Quante volte gli avi Ti hanno implorato,
tante volte Tu li hai ascoltati.
Per noi sei stata una madre prediletta
e tu da tanti guai ci hai protetti.
Oh Maria, dimmi Tu, oh Maria,
sei sempre la madre mia?
Ti posso chiedere il favore
di intercedere per me presso il Signore?
Sono diventata cattiva e non posso più rivolgermi
direttamente a Dio.
Perciò dammi Tu un buon consiglio,
se posso sperare nel perdono di Tuo figlio.
So che Gesù niente ti può negare,
come un figlio ubbidiente alla sua madre.
Oh Maria Carmelitana,
sotto la Tua protezione io mi riparo.
Tu che hai un bel viso,
portami da Te in Paradiso.
Però, ti supplico, sotto il Tuo manto
accogli tutti quanti.
Per la gloria di Dio,
oh Vergine Maria.
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(da “Fuori dalla Rete” – Aprile 2018, Anno XII, n.2)