Quella appena trascorsa è stata, in Alta Irpinia, una domenica calda, per non dire tragicomica, a dispetto delle temperature. La saga di chi detiene il titolo di sagra più bella, storica, importante e soprattutto “lunga” ha avuto il suo apice nello scontro sulle date di programmazione delle manifestazioni tra Sant’Angelo dei Lombardi e Montella. Nel frattempo, la lotta tutta interna a Nusco, su un nome di troppo nel comunicato ufficiale dell’amministrazione comunale nuscana ha toccato picchi di comicità da avanspettacolo di un tempo. I social sono letteralmente impazziti e in poche ore si è scritto e letto davvero di tutto.
Ma andiamo con ordine. Nel primo caso, la scelta del Comune di Montella, dopo il maltempo dei giorni scorsi, di prolungare anche per il prossimo fine settimana la sagra della castagna Igp di Montella, per dare la possibilità agli standisti di rientrare dall’investimento, ha scatenato l’ira della vicina Sant’Angelo dei Lombardi che, per il prossimo fine settimana, come da tradizione ha in programma la sua “Sagra delle sagre”. Sul web nel giro di qualche ora tantissimi utenti hanno mostrato il loro disappunto e fra sarcasmo, sfottò e risse fra leoni da tastiera qualcuno ha addirittura richiesto che venissero restituiti a Montella i tanti uffici pubblici sottratti da Sant’Angelo nei decenni scorsi. Ci sarebbe da ridere, per non piangere, a leggere certi post, ma la lotta Montella- Sant’Angelo è niente in confronto a quello che invece succede a Nusco, dove una presunta “mano lesta” ha inserito un nome di troppo nel comunicato ufficiale di solidarietà dell’amministrazione comunale nuscana alla comunità montellese in occasione dei danni causati dal maltempo di venerdì scorso.
Al sarcasmo, molto sottile, di Giovanni Marino, consigliere comunale di minoranza – il quale cito testualmente: “Nel territorio di Nusco, esonda il fiume Ofanto, esonda pure un comunicato dell’Amministrazione Comunale. È in arrivo il Commissario Prefettizio?” – segue un comunicato ufficiale del Sindaco (facente funzione) Walter Vigilante il quale specifica che: “…il vergognoso comunicato che tutti avete avuto modo di leggere mi ha costernato e indignato quanto se non di più di voi perché né nego decisamente la paternità. È stato un colpo di mano proditorio di bassa lega, me ne dolgo profondamente…”. Apriti cielo, a Nusco è caccia all’untore.
In questa infinita saga a chi ha la sagra più bella, più lunga, più antica, dove sembra che determinati giorni di calendario siano stati assegnati per divina provvidenza a questo o quel paese, ad emergere come sempre in questa provincia è l’arretratezza culturale e il più becero campanilismo.
Eppure, questi eventi che siano chiamati sagre, feste, mostre mercato o con qualsiasi altro nome, dovrebbero essere delle vetrine per i nostri prodotti tipici e per i nostri paesi, dove mostrare le bellezze dei nostri borghi, far assaporare le prelibatezze della nostra cucina, promuovere i prodotti tipici delle nostre terre, accogliere e far sentire come a casa i turisti, far conoscere positivamente il territorio e la nostra identità culturale. Assistiamo invece ad una guerra fra bande, ad un finto moralismo ed una finta solidarietà che scompare appena ci sentiamo toccare nell’ orgoglio per non dire nel portafoglio.
Il buon senso imporrebbe il contrario, fare turismo significa fare squadra, noi invece non siamo in grado di mettere in campo una vera programmazione culturale ed economica territoriale, non riusciamo a capire che il successo di una manifestazione giova a tutto il comprensorio.
Se stiamo come stiamo è perché siamo quello che siamo e una sagra non ci risolleverà.
Giulio Tammaro
Il Quotidiano del Sud