“Ci vuole più coraggio a mentire di fronte all’evidenza che a dire la verità!”
Avrei preferito tacere, non alimentare ulteriori ed inutili polemiche, ma credo sia doveroso, per il rispetto che devo ai soci del circolo PT39 e ai tanti concittadini che utilizzano le nostre piattaforme on-line, chiarire alcune questioni poste dal sindaco di Bagnoli nella sua “breve premessa” inviataci a margine dell’intervista pubblicata nell’ultimo numero del giornalino Fuori dalla Rete. In quanto a coraggio, devo ammettere, il nostro sindaco ne ha da vendere. È riuscita – almeno crede lei – nell’intento di far passare l’associazione Palazzo Tenta 39 come un covo di agitatori e sovversivi pur di non ammettere che non le andavano a genio i quesiti posti nelle famose dieci domande.
Il sindaco nella sua introduzione afferma di aver dato subito la disponibilità a concederci l’intervista ma di non essere riuscita ad inviare in tempo le risposte a causa della sopraggiunta emergenza Coronavirus che l’ha vista impegnata in prima persona. Nulla da eccepire sulle preminenza della pandemia. Peccato però che dimentica volontariamente di dire ai lettori che le domande le ha ricevute il 5 febbraio, quando gli unici due casi accertati in Italia erano i turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma e che il termine ultimo per la consegna degli articoli era fissato per il giorno 26 febbraio, mentre il primo caso in Campania è stato registrato il 27 febbraio e la notizia del famoso paziente uno è stata data dalla stampa nazionale il giorno 19 febbraio. Il sindaco converrà che dal 5 al 19 febbraio ha avuto quattrodici giorni di tempo per rispondere alle domande. È doveroso inoltre precisare che nei vari messaggi di sollecito, inviati in più occasioni nel suddetto periodo (5-26 febbraio), ha sempre e soltanto affermato che stava ultimando le risposte; e solo il giorno 26 febbraio (termine ultimo per la consegna) ha scritto di non concludere in tempi utili per la stampa senza aggiungere, come erroneamente afferma, che avrebbe mantenuto la disponibilità a risponderci nei numeri successivi del giornale. Successivamente alla pubblicazione delle domande sul giornalino, invece, alle diverse sollecitazioni non ha proprio più risposto. È assodato quindi che la scusa dell’emergenza Covid19 non regge! Non vedo il motivo per cui non avremmo dovuto pubblicare le domande prima sul giornalino e poi (dopo 100 giorni dall’invio) sul sito.
Altra questione. Il Sindaco continua la sua premessa rammaricandosi “… per lo spettacolo poco elegante e poco consono ad un’associazione culturale che tiene da sempre a definirsi solo come un circolo socio-culturale e non come un’associazione di taglio politico…”. Si riferisce agli articoli di risposta all’Ing. Memoli? Non dovevamo replicare nel merito alle sue provocazioni?
Ci invita, quindi, a leggere lo statuto di Palazzo Tenta 39. Cosa che lei probabilmente non ha mai fatto, pur essendo stata in passato un’iscritta al circolo, altrimenti saprebbe che fra le finalità dell’associazione vi è anche quella – e forse soprattutto quella – di favorire tra gli associati e non il “confronto di idee”. Statuto a parte, non capisco perché il circolo non debba occuparsi di questioni di carattere politico che interessano il nostro paese, cosa peraltro che ha sempre fatto dalla costituzione ad oggi, e non capisco perché lei abbia poi accettato l’intervista se convinta (a torto) che PT39 fosse un’associazione di taglio politico, oltretutto ostile alla sua compagine amministrativa.
Non soddisfatta, il sindaco arriva addirittura ad interferire, in modo inelegante ed inopportuno, sulle vicende interne all’associazione, sulla conduzione del circolo e sulla presunta deriva che, a suo dire, sta prendendo da 2 anni a questa parte. La domanda sorge spontanea: perché ha così a cuore le sorti di Palazzotenta39 se non è nemmeno iscritta? Spogliandosi del suo ruolo istituzionale si lascia poi andare a sterili polemiche. Lo fa quando, ad esempio, chiede “se l’intestazione del sito internet sia a nome di un collettivo o di un singolo”; quando definisce l’associazione “circolo vizioso di soli pochi o di pochi soli!”; quando ci apostrofa con il termine “palazzinari” (fino a prova contraria l’unica che si è chiusa nel palazzo, quello comunale, è lei!); o quando si meraviglia della particolare attenzione che il circolo rivolge alla sua attività amministrativa, cosa a suo avviso non sempre avvenuta negli anni addietro.
Nel primo caso, oltre al fatto che ci piacerebbe capire quale sia il nesso fra l’intestazione del sito e le domande che le abbiamo inviato, si evince chiaramente che non sa (e poi dice a noi di “leggere le carte”?) che entrambi i domini internet già da alcuni anni sono intestati ad un collettivo, ovvero al Circolo socio culturale Palazzo Tenta 39. Siamo disponibili in qualsiasi momento a mostrargli tutta la documentazione necessaria.
Nel secondo caso invece, se anche fossimo un circolo di pochi, come afferma, (anche in questo caso parla senza cognizione di causa), non sono certo problemi suoi che non è un’iscritta al circolo. A tal proposito, stiamo ancora aspettando le motivazioni delle sue dimissioni dal circolo nel 2014, inviateci tramite raccomandata a/r; e, sempre a proposito di “carte”, attendiamo anche i verbali dell’anno in cui ha ricoperto la carica di segretario del circolo. Quando vuole le mostreremo anche il libro soci con gli elenchi relativi agli ultimi tre anni, dove sono registrati n. 57 iscritti nell’anno 2018, 56 nel 2019 e 59 nel 2020. Le ricordiamo inoltre che il sito web www.pt39.it fa registrare quotidianamente circa 800/1000 visualizzazioni, e ad ogni numero del giornalino Fuori dalla Rete vengono distribuite in media 100 copie. Credo bastino questi numeri per smontare la sua teoria dei “pochi in circolo”.
Nell’ultimo caso invece dimentica volontariamente, o non si è accorta, delle attenzioni rivolte dal circolo PT39 anche nei confronti delle amministrazioni Nicastro, Chieffo e Nigro. All’ex sindaco Nigro, a pochi mesi dalla sua elezione, “dedicammo” un manifesto dove lo definimmo sostanzialmente un “talebano” per essersi rifiutato di ricevere una nostra delegazione in municipio e per aver escluso volontariamente il circolo dalla ripartizione dei fondi destinati alle associazioni. Senza dimenticare i tanti articoli di denuncia riguardo: al taglio abusivo della legna, alle discariche a cielo aperto, alla querelle seggiovie, ecc. ecc. Altro che dieci domande, indennità e quisquiglie varie.
Credo sia il caso di chiuderla qui per non fuorviare troppo i lettori e perché mi sono ripromesso di rispondere solo alle questioni che riguardano direttamente l’associazione, senza entrare nel merito delle risposte, com’è giusto che sia. Su quelle ogni cittadino si farà una sua idea.
Un’ultima precisazione. Alla domanda: sui tagli abusivi dei faggi il sindaco testualmente risponde: “… su questo tema così cruciale mi viene da sorridere nel veder porre oggi così tanta particolare attenzione, mentre in anni passati azioni decise di contrasto a questi fenomeni criminali venivano, al contrario, addirittura criticate e strumentalizzate da qualcuno da queste stesse pagine, cavalcando l’onda di un basso populismo”. A tal proposito credo sia giusto ricordare al nostro primo cittadino che l’associazione Palazzo Tenta 39 nel 2016 ha organizzato, con il patrocinio della Regione Campania, il convegno tematico: “Usi Civici, tradizione e opportunità” dove fra i relatori è intervenuta anche la dirigente regionale del dipartimento agricoltura-foreste. L’associazione Palazzo Tenta 39, negli anni passati, nel silenzio più totale, è stata l’unica a contestare all’ ex Sindaco Nigro la scelta di modificare il regolamento degli usi civici, consentendo il taglio del secco in piedi (può consultare il sito storico www.palazzotenta39.it troverà tutto). Quella del taglio abusivo della legna è una battaglia che la nostra associazione conduce da anni e non da oggi. Probabilmente il nostro sindaco, distratta dai successi sportivi della sua squadra del cuore, non si è accorta delle attività del circolo.
Ciò detto, mi auguro che tra l’associazione PT39 e l’amministrazione comunale possa esserci un clima più distensivo e una fattiva collaborazione (come peraltro già avvenuto in questo mese di agosto su alcune lodevoli iniziative culturali), nel rispetto dei ruoli però e garantendo a tutti sempre la piena libertà di espressione e di pensiero. Il diritto di critica, quando manifestato e sottoscritto, non potrà essere in alcun modo negato o censurato, nemmeno con un’ordinanza del sindaco.
Giulio Tammaro
(da Fuori dalla Rete, Agosto 2020, anno XIV, n. 4)