La stagione invernale è entrata nel vivo e sulla penisola già sono avvenuti diversi episodi di maltempo. Per capire come proseguirà il tempo nella seconda parte dell’inverno, abbiamo incontrato il signor Michele Gatta nostro “meteorologo” di riferimento al quale gli abbiamo sottoposto alcune domande.
Innanzitutto Buon Anno a lei e a tutta la sua famiglia. Signor Gatta che può dirci sulla prima parte della stagione invernale?
Quest’anno la situazione meteorologia si è differenziata di molto rispetto agli ultimi anni. Il maltempo si è affermato già agli inizi del mese di dicembre. Le alpi hanno avuto tanta neve e la novità in assoluto è stata quella che la neve è caduta abbondante anche in pianura sulle regioni settentrionali. Tale scenario non si verificava da circa 10 anni.
C’è una spiegazione per questo?
Io non parlerei di anomalie. Che sulle alpi e al nord-Italia si ha neve nel mese di dicembre rientra nella normalità. Quello che invece non era normale è che da diversi anni ciò non accadeva. Diciamo che a livello planetario è cambiato davvero tanto.
Cioè?
L’elemento più importante è quello che un indice teleconnettivo molto importante, la NAO (North Annuale Oscillation) è passato in negativo e quando ciò accade il mediterraneo viene interessato a più ripresa da fronti perturbati. Secondo elemento importante è quello che il VP (Vortice Polare) mai come in questo periodo ha avuto forti attacchi di flussi di calore partiti dal basso che in pratica hanno limitato l’energia stessa del VP. Quando gira molto, e raggiunge temperature gelide al suo interno, le situazioni invernali sui settori meridionali europee sono praticamente assenti.
La neve, caduta copiosa al nord, non si è vista sulle restanti regioni centro-meridionali, se non a quote di montagna e senza accumuli particolari.
La spiegazione è spiegata proprio da quello appena descritto. In sostanza, aria fredda dalle latitudini settentrionali è scesa verso sud, ma la traiettoria della stessa ha privilegiato soprattutto il mediterraneo occidentale, e solo in parte le regioni settentrionali italiane. Le stesse hanno avuto la neve non perchè interessati da una corrente gelida ma esclusivamente per lo scorrimento di aria umida in quota, che sovrapponendosi ad un relativo cuscinetto di aria fredda presente sulle pianure, ha favorito le nevicate.
Ma la neve potrebbe, finalmente, arrivare anche sui rilievi del centro-sud?
Penso proprio di sì. E’ infatti probabile che già durante la prossima settimana, soprattutto verso l’inizio della seconda decade del mese di gennaio, il freddo possa prendere una direzione meno occidentalizzata e spostarsi più verso il mediterraneo centrale. Questo favorirà la caduta della neve sui rilievi appenninici del centro anche sulle colline. Al sud-Italia la quota dovrebbe attestarsi mediamente intorno agli 800 metri. Successivamente è probabile che anche sui rilievi del sud possa calare la quota neve.
Quindi freddo normale e nessuna ondata di gelo?
Questa è una domanda su cui non si può dare una risposta troppo affidabile. Diciamo che la seconda parte del mese di gennaio potrebbe sorprenderci con evidenti diminuzioni di temperature e neve anche a quote basse. E’ una evoluzione che sembra potersi avverare. Ma affinché ciò accada devono incastrarsi dei tasselli molto importanti.
Quindi, sig. Gatta, “l’accendiamo”?
Quello che posso dirvi è che tutta l’evoluzione del mese di gennaio la saprete presto. Seguitemi nelle mie pubblicazioni e vedrete che alla fine qualche soddisfazione per gli amanti della neve non mancherà.
Ringraziamo il signor Michele Gatta per le sue sempre preziosi esposizioni meteorologiche.