Ormai tutti parlano della guerra. Alcuni a proposito. Altri a sproposito e che farebbero meglio a tacere.
Ma i leader politici, no. Quelli dovrebbero parlare e far sentire la loro voce sulla tragedia ucraina, alla quale assistiamo con rabbia e con un sentimento di impotenza.
Stupisce, ad esempio, che uno come Beppe Grillo, che da anni discetta e pontifica su tutto, dall’ecologia alla politica fiscale; dal lavoro al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; dalla difesa dei giudici contro i politici corrotti all’attacco ai giudici che pretendono di processare il figlio per stupro; stupisce, dicevo, che Beppe Grillo non abbia detto niente sull’invasione dell’Ucraina e sui crimini di guerra cui abbiamo assistito.
Così come stupisce che Berlusconi abbia impiegato 45 giorni per prendere posizione contro Putin.
E, infine, stupisce come Matteo Renzi abbia detto poco o niente sulla guerra.
Un giochino interessante sarebbe lanciare un concorso che premi chi per primo riesce a scoprire le cause di questi silenzi sospetti.
Al vincitore potremmo dare la possibilità di fare, in diretta televisiva, una sonora pernacchia a questi cultori del silenzio.
Luciano Arciuolo