L’Irpinia fa un passo indietro e finisce nel baratro. Il Comune ordina lo sgombero e chiuderanno altre attività“
Non bastava il blocco degli impianti sciistici a Laceno, ora per l’attività turistica un ulteriore colpo nel breve termine. Il Comune con l’ordinanza di sgombero, voluta dall’amministrazione di Filippo Nigro, pregiudica anche altre attività presenti sul territorio. Entro metà marzo la società Giannoni dovrà rilasciare libero da cose e persone tutti i beni che rientrano nella famosa convenzione siglata nel lontano maggio 1973. Il comune, ritiene che dal 2002 ad oggi la società Giannoni è stata abusiva ma nonostante ciò, sempre lo stesso ente comunale, negli ultimi 15 anni ha rilasciato autorizzazioni e permessi a costruire. Proprio su questo diatriba è pendente un giudizio assegnato alla Quinta Sezione del Consiglio di Stato e l’udienza pubblica è stata fissata per la data del 1 febbraio 2018.
Se con il fermo degli impianti di risalita sia il rifugio Amatucci e quello Lacenò avevano dovuto per fattori terzi fermare l’attività, costringendo quindi il licenziamento dei dipendenti e un duro danno all’attività imprenditoriale, a breve la stessa sorte toccherà a coloro che gestiscono il centro ippico, il campeggio, il nolo sci, il mercatino, la baita solarium alla base dell’Altopiano. I conduttori, infatti dovranno chiudere battenti, a causa dell’ordinanza del Comune, poiché dovranno riconsegnare le strutture alla Giannoni che a sua volta dovrà rendere libere in ossequio all’ordinanza voluta dal Comune.
Le altre strutture interessate all’ordinanza di sgombero sono il deposito del sale a 1700mt e 1100mt, la scuderia, il campo da tennis, la direzione biglietteria, direzione turistica, infermeria, biglietteria, deposito, ricovero battipista, autorimessa, manovia, tappeto, officina, stazioni di partenza e arrivo degli impianti di risalita, sciovia.
In tutto questo marasma, l’amministrazione comunale confida nei finanziamenti dell’area pilota, per dare una svolta alla località sciistica Laceno ma che al momento non sono concreti, non c’è traccia di progettualità, neanche a parlarne di tempi di realizzazione.
Nel contempo turisticamente l’Irpinia fa un passo indietro e finisce nel baratro. Da protagonista del circo bianco campano diventa circo nero.