La bellezza, per essere percepita, ha bisogno di occhi attenti, capaci ancora di stupirsi, ma per essere davvero risvegliata esige parole che sappiano raccontarla. Con questo intento ho chiesto ai miei alunni di terza media di tradurre in versi il loro amore per la montagna, quella che nel corso delle lezioni abbiamo definito il “luogo del cuore”.
La sfida poetica è nata dalla lettura e dal commento del più celebre dei sonetti di Foscolo, quello che racconta della patria perduta ma mai dimenticata. Laceno, nei versi in rime sparse o sciolte, ha le sembianze di una moderna “Zacinto”, che non dovremmo mai perdere ma solo saper custodire. Anche e soprattutto a questo è chiamata la poesia.
Maria Varricchio
LACENO
Di te amo i grandi silenzi,
la bellezza delle tue cime grandiose,
la dolcezza dei tuoi lunghi sentieri,
lo splendore delle profondità dei tuoi boschi.
La tua limpida e fresca acqua
che scorre in ruscelli e fiumi.
E sopra tutto questo regna sovrana la pace,
una pace surreale che ti libera l’anima dalle quotidiane cattiverie.
Emily Tolino
LACENO
Oh neve che scendi piano piano
E ricopri il nostro amato Laceno
Che bello vedere il lago ghiacciato
E tutto dintorno imbiancato.
*
Non si odono pecore belare
non si odono uccelli cinguettare
ma solo schiamazzi di bambini gioiosi
che fanno pupazzi.
*
Quando in primavera ti scoprirai
di questo bianco mantello
Oh, Laceno, ritornerai ancor più bello
e di tanto verde ti coprirai.
***
Giovanni Nigro
A LACENO
Alzo lo sguardo verso i monti
da cui sono visibili i migliori tramonti
Laceno mia, che ti specchi nel lago dalle limpide acque
ove il mio corpo fanciulletto sulla riva giacque.
*
E le tue fronde, Laceno mia,
suscitan gioia nell’anima mia.
E quando il tuo paesaggio è innevato
risaltan di più le meraviglie del creato.
*
Le bellezze tue, o materna mia terra,
m’illuminano d’immenso il cuor.
*
A te prescrisse il fato
i più bei doni del Signor.
***
Ilary Meloro