Laceno, il cuore svizzero della Campania

Il Mattino (edizione dell'agosto 1985)

Una fama che ha varcato l’oceano interessando persino il New York Times. Da una felice idea promozionale del 1956 il decollo dell’altopiano reso famoso anche dall’omonima rassegna cinematografica. Prezzi competitivi  e collegamenti rapidi gli altri motivi del successo.


Bagnoli Irpino Agosto.

Figli del sole, vollero chiamarsi così i carbonari della vendita di Bagnoli. C’è chi giura però che erano in buona fede e che il nome lo scelsero per caso. Non intendevano, ci assicurano far pubblicità alla loro terra e involontario era il riferimento alla condizione climatica che fa di Bagnoli e dell’altopiano Laceno una delle località turistiche più incantevoli della Campania. Un pezzo di Svizzera trapiantato in Irpinia, dicono i napoletani che ne sono i frequentatori più assidui ed entusiasti.

Di un altro storico slogan pubblicitario vanno fieri i bagnolesi oltre che del famosissimo tartufo nero, rarissimo, delizioso. Fu coniato senza volerlo… naturalmente da Giano Anisio. Invitato nel 1500 con altri Accademici Pontiniani nel castello di Troiano I Cavaniglia, la cui famiglia aveva ricevuto la Contea di Bagnoli, Montella e Cassano da Alfonso I D’Aragona, Anisio nei suoi scritti definì Bagnoli “Domus Deorum”. Ora provate a contraddire su questo punto uno del posto.

La bellezza e specialmente la salubrità dell’altopiano lacenese, con la sua aria e il suo laghetto incastonato fra i monti sono note oramai oltreoceano.

L’autorevole New York Times qualche anno fa, in un reportage sul colera in Campania, ribattezzò il Laceno: “Isola della salute”.

Ancora fino a poco tempo fa una gigantografia di Bagnoli, capitale dei boschi verdissimi e tappa d’obbligo verso le vette del Rajamagra, faceva bella mostra nella vetrina di un’agenzia di viaggi nella Leopoldstadt di Vienna, in Praterstrusse, non lontano dalla Chiesa di San Giovanni Nepomuceno, dove Giovanni Strauss compose il “Bel Danubio blu”. Semplice ma d’effetto la didascalia: “Bagnoli, del Edelstein von Irpinia”.  Bagnoli gemma dell’Irpinia.

Dal turismo straniero organizzato il Laceno non è quasi mai toccato, soltanto nell’inverno scorso, si è vista una prima comitiva: svizzeri. Sulle vette innevate del Rajamgra sembravano di casa.

Gli operatori turistici locali, gli albergatori, i commercianti che stanno investendo tutto nel nuovo centro commerciale, altra orchidea all’occhiello dell’ing. Giannoni, grande patito romano del Laceno, puntano soprattutto al mercato interno al turismo nazionale, non ritenendosi ancora pronti per invadere con attività promozionali e con un considerevole battage pubblicitario il mercato europeo. Una prima occasione di lancio in campo internazionale potrà essere la famosissima manifestazione cinematografica “Laceno d’oro” rassegna d’arte cinematografica d’avanguardia”, che ritorna a settembre sull’altopiano dopo un lunghissimo ed inspiegabile esilio. La prossima edizione organizzata come sempre da Giacomino D’Onofrio e Camillo Marino infaticabili redattori della rivista “Cinema Sud”, sarà la venticinquesima.

Laceno è la seconda patria dei napoletani. Sono di casa anche salernitani beneventani, pugliesi e laziali, è vero, ma i napoletani si considerano gli scopritori, i pionieri.

Quando nel 1956 al Sindaco Aulisa, un socialista, venne l’idea di offrire il terreno “gratis” agli stranieri che volessero costruirsi uno chalet ai piedi del Cervialto, i partenopei furono i primi a correre a frotte. L’iniziativa, riuscitissima, durò fino al ’64, quando fu dato il via ad un piano di fabbricazione, uno dei primi in Italia, che regolamentasse lo sviluppo urbanistico della località. Che è rimasta così incontaminata dal cemento. L’ing. Giannone, progettista di montagna, è riuscito per esempio a non alterare l’ambiente naturale nella realizzazione del poderoso complesso del Rajamagra (sette piste e skilift, sciovie, rifugi, ristori, ecc.) che è il vanto della stagione climatica estivo invernale.

Intorno ai 132 chalet si è sviluppato il discorso turistico, attraverso una serie di realizzazioni che fanno del Laceno una delle località più accorsate.

Un altro motivo concorre a parte le bellezze naturali, a richiamare durante l’estate e d’inverno, carovane di turisti domenicali e villeggianti, l’economicità rispetto all’offerta, della spesa. Bevi un caffè ancora a 200 lire, con meno di cinquemila lire, pranzo completo, abbondante e genuino. La pensione presso uno degli alberghi, varia dalle 16 mila lire della “Taverna Capozzi” alle 18 mila lire della “Lucciola” o dell’ “Albergo al lago” alle 22 mila lire, in altissima stagione, cioè agosto, dell’Hotel 4 Camini, dove si può usufruire però anche di una piscina con acqua a temperatura condizionata e di un campo da tennis. Poi c’è la possibilità della casa in fitto, dell’appartamento o della villetta, in paese oppure a Laceno, con prezzi accessibili: da duecentocinquanta mila lire in su. Ma anche per meno. Il vitto è straordinario per la genuinità soprattutto. Modica la spesa per la discoteca, per un escursione sul Rajamagra con la seggiovia, o per la pesca sportiva, nei vivai o nel laghetto. Per chi ama l’avventura c’è l’imbarazzo della scelta: il deltapalno o l’esplorazione, possibile appunto d’estate, delle grotte del Caliendo, uno dei fenomeni speleologici più interessanti d’Italia. Le grotte sono conosciute fino ad un certo punto, il resto è inesplorato. Ed è sfidando il “resto” che comincia l’avventura. D’altro canto le cifre parlano chiaro. Il Laceno ogni anno produce miliardi, e gli operatori, dopo anni di gestione in passivo, hanno cominciato a vedere premiati gli sforzi. L’Irpinia è riuscita l’anno scorso a superare il tetto dei venti miliardi di fatturato ed il merito maggiore va al Laceno. Per quest’anno si fanno previsioni più ottimistiche. Le presenze sono aumentate dovunque dell’otto per cento. A Laceno il “tutto esaurito” comparirà a fine luglio per restare sino all’inizio di settembre. Due mesi di magra, poi la stagione invernale e le settimane bianche. Per far fronte alle nuove esigenze verrà poi potenziato il servizio di trasporto pubblico, che resta il più economico. Comunque Laceno non è lontano: autostrada Napoli-Bari, uscita Avellino ovest- circumvallazione Avellino-ofantina. Da Napoli in auto 75 minuti, da Caserta 85, da Salerno (superstrada SA-AV- ofantina) 60. In ogni caso non occorrono più di diecimila lire di benzina. Coi tempi che corrono, vale la pena…

Il Mattino, edizione agosto 1985

(da Fuori dalla Rete, Agosto 2020, anno XIV, n. 4)


(Foto di copertura: Lago Laceno, di Giuseppe Polvere)

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