In quest’anno ricco di tanti anniversari, che hanno segnato la storia della modernità e della postmodernità, dal 1848 al 1948 al 1968, una data non secondaria nel calendario e nel lessico novecentesco è il 1938, anno della promulgazione delle vergognose “Leggi razziali” in Italia. Una iniziativa importante in tal senso è stata organizzata dall’Istituto tecnico di Bagnoli Irpino, sede aggregata dell’Istituto d’Istruzione secondaria superiore “Rinaldo d’Aquino” di Montella, per il giorno 3 febbraio, a partire dalle ore 9.30: la manifestazione, che si svolgerà presso l’auditorium della scuola, vedrà la partecipazione del Dirigente scolastico, professoressa Emilia Strollo, dei professori Aniello Parenti e Raffaele Ficetola, delle classi terza, quarta e quinta, che presenteranno compiti di realtà, cui seguirà lo spettacolo teatrale della “Compagnia della Memoria” e un approfondimento delle leggi razziali, con particolare riferimento alla figura dell’antisemita Giovanni Preziosi. Il progetto, coordinato dal professore Raffaele Ficetola, culminerà il 10 febbraio, in occasione della Giornata del ricordo, a Trieste, dove gli studenti saranno ospiti della lega nazionale delle vittime delle foibe.
Ritornando all’antisemitismo, la discussione verterà soprattutto intorno alla figura di Giovanni Preziosi (Torella dei Lombardi, 1881 – Milano, 1945), uno dei più accesi persecutori degli ebrei, ossessionato sin dagli anni ’20 del Novecento dalla lotta contro “forze oscure”, che avrebbero tramato contro l’Italia, prima tra tutte l’ebreomassoneria, e teorico della “totale eliminazione degli ebrei” (come ha avuto modo di dimostrare, tra gli altri, Guglielmo Salotti in un saggio edito nel volume collettaneo dell’Università di Salerno “Giovanni Preziosi e la questione della razza in Italia”, a cura di Luigi Parente, Fabio Gentile, Rosa Maria Grillo, Rubettino, Editore, Soveria Mannelli, 2005).
Preziosi, infatti, soprattutto sul finire degli anni ’30 e nel primo quinquennio degli anni ’40, riteneva centrale la “soluzione” definitiva della questione ebraica, perché gli ebrei sarebbero stati i massimi responsabili dei fatti del 25 luglio e dell’8 settembre 1943, e sarebbero stati anche i responsabili della sconfitta, che l’Italia stava subendo nella guerra al fianco della Germania. Lo dimostra il lungo memoriale, che l’antisemita irpino scrisse il 31 gennaio 1944 da Monaco di Baviera indirizzato a Mussolini, lo dimostra la grande considerazione in cui era tenuto dall’ambasciatore di Germania Georg von Mackensen, che lo aveva definito “la forza propulsiva dell’antisemitismo italiano”, e da Alfred Rosenberg, che lo propose come capo del nuovo governo fascista.
Lo stesso Preziosi, del resto, fu nominato nel 1944 Ispettore Generale della razza e propose tre Leggi razziali ad integrazione di quelle del 1938, che l’ideologo dell’antisemitismo riteneva troppo blande. Si leggano, ad esempio, gli articoli 10, 11 e 12 della Legge approvata nel maggio 1944, in cui si tende a “smascherare” gli ebrei, che hanno mutato il loro cognome per nascondere la loro origine. Inoltre, con l’articolo 12 “è abrogata la disposizione di cui all’art. 1 della legge 13 luglio 1939 n. 1024 concernente la facoltà di dichiarare la non appartenenza alla razza ebraica in difformità dalle risultanze degli atti dello stato civile”.
Riparlare oggi di Giovanni Preziosi, a quasi venti anni da un convegno importante fortemente voluto da Francesco Saverio Festa tra Avellino e Torella, ha dunque ancora oggi senso, perché serve a prendere “la sua vicenda come un brano di studio e di approfondita analisi da cui trarre importanti elementi di comprensione di quel che è ieri, oggi e domani il terreno di coltura di ogni forma di razzismo” (Generoso Picone).