Indubbiamente, il Covid ha segnato profondamente la vita di tutti noi, costretti di colpo a cambiare radicalmente il nostro modo di vivere, con le restrizioni, le preoccupazioni, lo stress. E’ un evento dalle proporzioni inimmaginabili e dalle conseguenze ancora non del tutto prevedibili, il peggiore che il mondo abbia affrontato da decenni. E per questo ogni cosa passa in secondo piano, compreso il contesto politico-amministrativo in cui versa il paese, che in tempi normali avrebbe scatenato reazioni a non finire. Ma non si può tacere su tutto.
Tre Assessori confessano pubblicamente che lo spirito di unione e di pace con cui è nata la loro lista “non è stato ancora raggiunto“. E sono ormai passati tre anni…
Invocano “coesione, condivisione e pari dignità“, che dunque non ci sono, e rivelano di aver effettuato “diversi tentativi per rilanciare il dialogo ed il confronto“, evidentemente non andati a buon fine. Riconoscono, cioè, che dopo tre anni non c’è condivisione, non c’è coesione, non c’è dialogo, non c’è confronto e neanche pari dignità.
E’, in sostanza, l’ammissione di un fallimento. Il fallimento, prima che amministrativo, di una iniziativa strana, venuta fuori a pochi giorni dalla presentazione della lista (ma qualcuno dice preparata prima, sottobanco) che predicava il superamento di vecchie contrapposizioni per favorire la pace sociale. Ma, com’era prevedibile, i fatti hanno dimostrato tutt’altro, per cui pure quei pochi che ci hanno creduto, oggi fanno fatica ad immaginare una iniziativa dagli effetti più dannosi: nel paese, infatti, regnano divisioni e risentimenti, mentre “il palazzo“, a dire le cose come stanno, è lacerato da contrasti e rotture ovunque (tra sindaca e vice sindaco, tra assessori ed assessori, tra sindaca ed assessori, tra dirigenti poi andati via ed assessori, etc.), con sospetti e diffidenze, litigi e scontri fino al limite del contatto fisico, richieste e minacce di dimissioni, rapporti personali inesistenti. Un vero disastro.
E tutto ciò non poteva e non può che avere effetti negativi sul governo del paese, che ormai un po’ tutti definiscono carente, deficitario ed inadeguato, e fin dall’inizio. D’altronde, come possono collaborare, discutere, affrontare i problemi se non solo non c’è armonia, rispetto e fiducia reciproca, ma addirittura non si rivolgono neanche la parola?
Abbiamo visto, oltre un anno fa, i tre assessori non presentarsi alle giunte per mesi, ed i consiglieri parlare di panni sporchi e di paralisi amministrativa. Poi strane riunioni di giunta, dove erano presenti solo i tre assessori. E qualche tempo fa la contrapposizione è emersa persino in Consiglio Comunale, quando i tre assessori si sono “staccati“ dal resto della maggioranza esprimendo voto contrario ad una delibera, nella quale affermano che: “il RUP non ha mai formalmente notiziato la giunta …“ mentre l’altro assessore dice che: “… la Giunta era stata informata “. Si smentiscono a vicenda, ed è evidente che qualcuno mente.
E l’ex responsabile lavori pubblici ha scritto su FB di un amministratore che avrebbe un debito nei confronti del comune di oltre 25.000 Euro. La cosa singolare, se fosse vero, è che lo avrebbe appreso da un altro amministratore, cioè si fanno pure i dispetti…
Tuttavia, tra litigi e scontri, emerge la disponibilità ad andare avanti. Evidentemente ci sono ragioni molto “forti e profonde“ a tenerli insieme, e lasciamo stare il “rispetto per gli elettori“: se così fosse, si dovrebbe prendere atto che gli umori della gente sono tutt’altro che favorevoli a questa amministrazione.
E’ solo una commedia, già vista un anno fa, quando i tre assessori non partecipavano alle giunte. E non ci sono mai stati dubbi sul fatto che gli “angeli custodi“ avrebbero rimesso insieme i cocci. Così tutto finì a tarallucci e vino, ma solo all’apparenza, poichè la guerra è continuata, con ovvie ripercussioni negative sul paese. Ne è di esempio una questione di estrema importanza, come le seggiovie: se la sono ritrovata praticamente risolta, servita su di un piatto d’argento, ma invece di portarla a termine in maniera rapida e decisa, nell’interesse esclusivo del paese e del territorio, si sono impantanati nei dissidi interni.
Infatti, alla denuncia di De Luca dell’Agosto scorso in merito ai ritardi accumulati, di recente (dunque dopo altri sei mesi), si è aggiunta quella dell’assessore regionale al turismo Casucci, che “bacchetta il Comune ed ipotizza un commissario“. E ci tocca sentire su ITV on line che “l’appalto delle nuove seggiovie è fermo da mesi a causa delle beghe politiche interne alla maggioranza“. Ed ancora: “stop ai conflitti locali che stanno causando ritardi e danni: le nuove seggiovie saranno appaltate dalla Regione“, che non è una scelta precisa del comune, altrimenti l’avrebbero adottata prima. E’ un ripiego, un compromesso, forse anche una costrizione, insomma un modo di uscire dal pantano in cui si erano cacciati.
Ed ora, come spiega il consigliere regionale Cascone, ci vogliono altri mesi per modificare gli atti, con ritardi e danni ulteriori: un vero oltraggio al turismo ed al paese.
Tutto ciò ha avuto grande risonanza mediatica provinciale e regionale, ovunque si è parlato di inadeguatezza e di scarsa attenzione per il territorio. Ed in tanti ormai si chiedono se la trasparenza e l’interesse generale siano tra i principi a cui si è ispirati per amministrare il paese. La cosa singolare è che questi concetti li troviamo anche nel documento che i tre assessori hanno presentato nel consiglio comunale del 28 Dicembre scorso, con il quale si rivolgono alla sindaca (ormai comunicano così, e questo già dice tutto), sollecitandola “ad evitare il ripetersi di queste interferenze e pericolose commistioni tra ruolo politico e ruolo tecnico. Non solo. La invitiamo ad adottare, concordandola con la giunta, una linea gestionale chiara e trasparente e con il consiglio una linea programmatica in base agli stessi principi, affinchè questa compagine amministrativa possa continuare il suo mandato fino a scadenza naturale“. Parole forti, da parte di tre assessori…E molto illuminanti sulle reali condizioni di dissoluzione e sfacelo in cui versa la maggioranza, per cui “se la commedia già mediocre è diventata intollerabile e rischiosa, conviene calare il sipario”, come ebbe a dire un tempo Martinazzoli. Conviene al paese, di sicuro.
Ma è facile pensare che non sarà così, la commedia penosa continuerà ed il paese sarà ancora imprigionato nelle finzioni e negli inganni.
Dr. Filippo Nigro
(da Fuori dalla Rete, Marzo 2021, anno XV, n. 1)