Attenzionare le necessità strutturali delle funivie in primis, con l’invecchiamento dei politici irpini, della vecchia guardia, sta producendo benefici altrove.
Sul Vesuvio vogliono la funicolare, i tartufai toscani si mettono in mostra come non mai, altre località lacustri escono dall’anonimato.
Fortunatamente, per chi non se ne fosse ancora accorto, il primo ministro attualmente è un “lupacchiotto” niente male. Bisogna rivolgersi direttamente a lui per evitare questo continuo travaso di esigenze per l’altopiano che invece vanno puntualmente a rifornire altre terre?
Alcuni amici di Monteverde che pascolano il proprio bestiame sul Laceno quando c’è la transumanza, anche loro, più che sussurrare alle vacche i desideri e le necessità della gente del posto, possono mai arrivare da soli sulla scrivania che conta?
I sindaci, i consiglieri dei paesi insistenti, sapranno alzare il tiro finalmente mentre i lavoratori in ogni settore stanno dimostrando di dare il massimo?
La vecchia politica faccia un mea culpa, un’ammissione del tempo perduto in beghe provinciali che hanno solamente fermato il tutto e vada consapevolmente ad affrontare le responsabilità dimenticate sulle cime di queste montagne, sapendo che lo scenario politico e del vivere quotidiano è cambiato.
E’ di pochi giorni la petizione ad opera di alcuni volenterosi affinché i Picentini siano definitivamente riconosciuti quale parco nazionale, poiché in questi anni addietro hanno trasformato in oasi raccogli-fondi alche i boschetti dei puffi. Il terzo bacino idrico d’Europa può mai rimanere nell’antiquariato naturalistico dei ricordi?
Antonio Cortese