Le seggiovie del Laceno e gli scheletri negli armadi della politica

di Franco Genzale

Pochi giorni fa, Manuele Marinelli ha raccolto per Irpinia Tv una dichiarazione del vice-presidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, sulla stazione sciistica di Laceno, ridotta praticamente al nulla dopo che lo storico gestore Giannone è stato costretto a mollare per giochini politici tutt’altro che alti e nobili.

Bonavitacola ha detto chiaro e tondo che il finanziamento del progetto di ammodernamento della struttura, che ammonta a circa 12 milioni di euro, potrà esserci soltanto con la nuova programmazione dei fondi europei. Il vice-governatore non ha fatto altro che dire la verità. Tuttavia, apriti cielo: un diluvio di polemiche da parte dei soliti noti sulla giunta regionale, rea di promettere e di non fare.

Ma è proprio così che stanno le cose? Perché non si cerca di approfondire e di capire prima di tranciare sentenze che rischiano di rivelarsi frutto del pregiudizio e non già, come dovrebbe essere, di un giudizio motivato sulla base di fatti certi e dimostrabili?

Voglio fornire una traccia a chi avesse voglia di fare un po’ di sano giornalismo investigativo. La traccia ruota tutta intorno alla seguente domanda: perché e da chi Giannone è stato costretto a mollare? Quale ruolo ha avuto l’Amministrazione comunale di Bagnoli Irpino? Chi ha promosso e chi ha redatto il progetto e in quali tempi?

Scavare, giornalisti investigativi, scavare! Quando si scioglie, la neve può restituire molte sorprese. Chissà: potrebbe venir fuori che le colpe non sono a Palazzo Santa Lucia, ma dalle nostre parti, magari nelle aristocratiche case politiche dell’Alta Irpinia.

FrancoGenzale.it

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