Lutto in Campania: è morto il regista e attore Federico Frasca (di origini bagnolesi)

Rassegna stampa

Morto il regista e attore Federico Frasca: lutto nel mondo del teatro campano

Morto il regista e attore Federico Frasca (originario di Bagnoli Irpino, ndr): era il direttore artistico del Teatro 99 Posti di Mercogliano. Proprio la compagnia teatrale da lui fondata nel 2002 e ancor oggi sotto la sua direzione, ne ha annunciato la scomparsa. Il cordoglio di Franco Festa: “Mi ha insegnato tutto, del teatro e della vita”.


Lutto nel mondo teatrale avellinese e campano: Federico Frasca, regista e attore, è morto ieri ad Avellino. Lo ha annunciato il Teatro 99 Posti, di cui era direttore artistico, e subito la notizia ha fatto il giro di tutta la comunità artistica irpina, all’interno della quale Frasca era particolarmente conosciuto. Già attore teatrale, era diventato regista e insegnante di recitazione all’interno dei laboratori teatrali. Nel 2002 aveva fondato proprio il Teatro 99 Posti, a Torelli di Mercogliano, alle porte del capoluogo irpino, di cui era ancora oggi direttore artistico e nato grazie anche al Coordinamento delle Compagnie Irpine di Spettacolo.

“Il nostro amatissimo Federico Frasca non c’è più”, si legge in una nota del Teatro 99 Posti, “In questi anni, in cui abbiamo avuto l’onore e la fortuna di essere suoi amici e di collaborare con lui nel teatro, ci ha trasmesso tanto; l’ironia, la cultura profonda, l’umanità, il calore, la generosità che lo contraddistinguevano sono doti uniche e sono state un dono. Grazie, Federico, grazie”. Cordoglio espresso anche da Franco Festa, scrittore che come Frasca condivide l’origine irpina, nonché giornalista e uomo di teatro a sua volta. “Ci ha lasciato uno degli uomini migliori che abbia mai conosciuto: Federico Frasca. Mi ha insegnato tutto, del teatro e della vita. Per la città è una perdita terribile, per gli amici un dolore incolmabile”. In tanti, appresa la notizia, stanno condividendo sui social network immagini e ricordi dell’attore e regista Federico Frasca, ancora alla guida del Teatro 99 Posti che, a partire dal 4 marzo scorso, aveva interrotto come tutti i propri spettacoli per la pandemia coronavirus. Sul sito del teatro, da oggi campeggia una foto di Frasca, con un lungo messaggio d’addio accompagnato da foto e video “dei 25 anni passati assieme”.

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E’ morto Federico Frasca. “Addio grande Maestro”

Cordoglio e dolore in Irpinia

“Ci ha lasciato uno degli uomini migliori che abbia mai conosciuto: Federico Frasca. Mi ha insegnato tutto, del teatro e della vita. Per la città è una perdita terribile, per gli amici un dolore incolmabile”. E’ il commento di Franco Festa.

Irpinia in lutto per la morte di Federico Frasca, direttore artistico del teatro 99 posti a Torelli di Mercogliano. La provincia di Avellino perde un altro importante riferimento culturale, attivo non solo in ambito teatrale.

Regista, attore poliedrico, artista amato da operatori del settore e pubblico, Frasca era un esperto uomo di teatro e apprezzato e amato insegnante nei laboratori teatrali che pensava e dirigeva da anni.

“Il nostro amatissimo Federico Frasca non c’è più – si legge sulla pagina Fb del Teatro 99 Posti. In questi anni -in cui abbiamo avuto l’onore e la fortuna di essere suoi amici e di collaborare con lui nel teatro- ci ha trasmesso tanto; l’ironia, la cultura profonda, l’umanità, il calore, la generosità che lo contraddistinguevano sono doti uniche e sono state un dono. Grazie, Federico,grazie”.

Alle spalle Frasca aveva una lunga carriera di regista e interprete iniziata negli anni ’60. Il Teatro 99 Posti, di cui Frasca era direttore artistico, è nato nel 2002 grazie al Coordinamento delle Compagnie Irpine di Spettacolo che,  ha  rimesso in moto, ha restituito nuova vita al prezioso presidio di arte e cultura.

Franco Festa commenta: “Ci ha lasciato uno degli uomini migliori che abbia mai conosciuto: Federico Frasca. Mi ha insegnato tutto, del teatro e della vita. Per la città è una perdita terribile, per gli amici un dolore incolmabile”.

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Federico Frasca il ricordo degli amici del Teatro 99Posti

Ho avuto la fortuna di conoscere Federico Frasca nel 2012, quando, alla riapertura del Teatro 99Posti di Torelli di Mercogliano decisi di dare il mio contributo a questo scrigno di cultura da lui creato nel 2001 con Paolo Capozzo e Gianni Di Nardo e con Maurizio Picariello ed Elena Spiniello.

Era un momento importante. Dopo uno stop di alcuni anni per motivi tecnici, il teatro-off dell’Irpinia, che avevo apprezzato da spettatrice, riaccendeva le luci del palcoscenico. Bisognava comunicarlo al vecchio pubblico e conquistarne di nuovo; una realtà del tutto autofinanziata, infatti, ha bisogno del suo pubblico. La stagione teatrale che Federico Frasca aveva costruito mirando solo alla qualità, meritava una comunicazione accurata ed efficace.

Come un maestro giapponese di Bonsai, però, Federico Frasca aveva saputo lavorare con pazienza e di fino e, quasi miracolosamente, il vecchio pubblico tornò e nuovo pubblico arrivò, attratto dalle sue scelte di compagnie e spettacoli di grande spessore artistico, problematici e provocanti, ma anche capaci di scaraventarti nella magia del teatro.

E il Teatro 99Posti è un posto magico davvero, un utero fatato dove il pubblico è così vicino agli attori da poterli sentire respirare, da poterli osservare in tutte le più piccole espressioni del volto, Federico lo sapeva e le sue scelte erano tali da lasciare sempre il pubblico colpito, segnato da ogni spettacolo. Di quello spazio teatrale, del resto, Federico Frasca aveva sfruttato le caratteristiche anche nelle sue regie, non c’è perciò da meravigliarsi se sapeva trovare gli attori, le compagnie e gli spettacoli in grado di “suonare” il meglio possibile nella cavea e sul palcoscenico del teatro di Torelli.

Naturalmente la forza del Teatro 99Posti era ed è stata sempre nella sinergia tra tutti i suoi membri, i co-fondatori (dapprima insieme a Frasca nel Co.C.I.S Coordinamento delle Compagnie Irpine, poi diventata, con il Teatro di Gluck, una delle due compagnie residenti del teatro) Gianni Di Nardo e Paolo Capozzo, rispettivamente regista e attore, con Antonio Ippolito, immenso responsabile tecnico e anche lui prematuramente scomparso, Maurizio Picariello ed Elena Spiniello, attori. Quando la barca del 99Posti riprese il largo, seguita con passione da un pubblico che finalmente ritrovava la casa di un teatro contemporaneo, impegnato e di ricerca, Federico moltiplicò il suo impegno, anche quando i primi segni della malattia iniziarono ad affaticarlo, è commovente il ricordo di quando salì sul palco nell’ultima stagione prima della seconda, e si spera ultima, chiusura del 99Posti (dalla stagione 2017 alla 2019) portando con sé l’ossigeno ma sempre animato dalla fiamma della sua passione teatrale. Una passione che non gli ha fatto mancare neppure la prima della stagione 2019/20, per festeggiare il superamento di un nuovo momento di pausa forzata, e sorprendere gli amici e sodali di sempre con la sua consueta passione.

Uomo di grande cultura, Federico Frasca negli anni aveva scoperto e proposto ottime compagnie italiane di teatro di ricerca, schivando le tentazioni commerciali che, pure, avrebbero reso più agevole la vita del piccolo spazio di Torelli, ma anche facendosi apprezzare dagli artisti che spesso ospitava in casa propria con la dolce consorte che preparava per tutti ottimi pranzi che si concludevano con lunghe disquisizioni sul teatro.
Nè va dimenticato il suo impegno come autore di teatro, spettacoli come “Luoghi comuni”, “Giulietta è bionda”, hanno infatti scavato nella dimensione profonda dell’animo umano, con una intensità e un respiro che richiamavano quella classicità che tanta parte aveva nella sua formazione culturale.

Nel mio personale ricordo resteranno anche i suoi maglioni a dolcevita e le sciarpe da esistenzialista francese, la voce da attore profonda e autorevole, il sorriso sempre dolce e lo sguardo attento, che scopriva invariabilmente se eri felice o meno.

Vogliamo però parlarne anche con Gianni Di Nardo, Paolo Capozzo e con Franco Festa autore di alcuni degli spettacoli diretti da Federico Frasca.

Gianni Di Nardo, ricordaci gli inizi dell’esperienza con Federico e il Teatro 99Posti

“Federico, io e Paolo Capozzo abbiamo dapprima condiviso l’esperienza del Co.C.I.S e poi deciso di fondare il Teatro 99Posti nel 2001 abbiamo iniziato a collaborare perciò sin dagli anni ’90. Ricordo che, in occasione della sua prima regia per lo spettacolo “Terra di transito”, io, lui e Paolo registrammo un’intervista per nostro conto”.

Sei anche tu regista, come descriveresti il lavoro di Federico come regista?

“Innanzitutto inizierei con il ricordare alcuni dei suoi spettacoli più importanti, “Terra di Transito” che abbiamo diretto insieme su testi di Paolo Capozzo, però il suo spettacolo “Luoghi comuni” fu il suo primo spettacolo cui lui teneva tanto. Lo portammo anche al Teatro Gesualdo, con un numero consistente di attori, fu la sua prima regia da solo su uno spettacolo scritto da lui, poi c’è stato “Giulietta è bionda” che rappresenta dei moderni Romeo e Giulietta israeliani e palestinesi. C’è stata poi la fase degli spettacoli con Franco Festa che sono due “Tunnel” e “La mani”, in cui si nota uno spostamento sui temi più civili di Festa ma con l’approccio filosofico che era la sua caratteristica”.

E come drammaturgo?

“Come ho già detto, il suo era un impianto di pensiero di tipo filosofico, gli interessava il contrasto tra bene e male, “Luoghi comuni” ad esempio è proprio sull’esistere, sulla vita dell’uomo, anche “Giulietta è bionda” ha un riferimento alla storia contemporanea ma, in fondo, è una storia universale d’amore tra due giovani che appartengono a famiglie che si odiano. Direi che in qualche modo il suo teatro è influenzato dalla cultura classica che gli apparteneva così profondamente, pur con uno sguardo alla realtà contemporanea”.

Come amico, compagno di avventure teatrali come lo ricordi?

“Era focoso, il teatro gli metteva il fuoco dentro. E’ stata una persona che ha indubbiamente elevato il livello del Teatro 99Posti perché lui era un sognatore, ha voluto nomi come Carlo Cerciello, ha creduto che il nostro piccolo teatro potesse mirare a spettacoli di livello nazionale. Ci sono state anche memorabili litigate, ma lui non cedeva di un passo, ha saputo recuperare tutto un pubblico che non si riconosceva nella proposta del Gesualdo e gli ha dato un teatro diverso, ha saputo affascinare i giovani e coinvolgerli con una programmazione che non lasciava spazio all’intrattenimento puro e semplice. Il suo coraggio, la sua voglia di andare oltre ci mancherà, noi porteremo avanti il suo sogno, ricordo che, poco prima del lockdown, siamo andati da lui e lui già pensava alla prossima stagione, che non sappiamo quando ricomincerà, e ci annunciò che presto avrebbe ricominciato a chiamare lui stesso le compagnie”.

Se dovessi definirlo con tre parole quali sarebbero?

“Un amico, una persona di grande cultura e di grande passione”.

Paolo Capozzo, parlaci del ruolo di Federico Frasca nella vita del Teatro

“Federico, con me e Gianni Di Nardo è uno dei fondatori, ha fatto la direzione artistica delle stagioni del teatro per tanti anni, fino a che la salute glielo ha consentito. Negli anni era diventato un punto di riferimento per tantissime compagnie di tutta Italia, che lo hanno apprezzato tantissimo, cosa che ho potuto toccare con mano quando ho dovuto in parte occuparmi di quello che faceva lui e ho sentito tante compagnie che si sono costantemente informate sulla sua salute. Lui era molto accogliente, le compagnie spesso le ospitava a casa, scambiava idee con loro. Il teatro non è solo spettacolo, è anche creazione, idea e Federico era un grande ideatore, pochi giorni prima della quarantena ci siamo visti e lui già fremeva all’idea della prossima stagione da organizzare. Ricordo con grande emozione quando, a sorpresa, è venuto per la prima della stagione 2019/2020 nonostante le sue condizioni di salute gli rendessero sconsigliabile muoversi da casa, lui però non ha sentito ragioni ed è voluto esserci. Con Federico, sarà una quarantina d’anni che ci conosciamo e da 25 ci siamo frequentati quotidianamente”.

Sei stato diretto da lui, da attore com’è stato Federico come regista?
“Il mio giudizio è viziato dal rapporto personale e dalla sopravvalutazione che lui aveva di me, mi ha infatti sempre rimproverato di averci messo troppi anni per scegliere la via professionistica in modo prevalente. Lui poi lasciava molto spazio all’attore, alla sua creatività, non li voleva ingabbiare nella sua visione”

Questa è la seconda perdita che il 99Posti subisce, dopo Antonio Ippolito, ora Federico, come andrete avanti senza di loro?

“Si tratta di due grandi mancanze, che sentiremo tantissimo. Loro due ci hanno dato e lasciato tanto, in questi anni infatti si sono avvicinate al Teatro tante persone nuove, giovani e meno giovani, che sono il frutto del loro impegno nella vita di questa piccola sala in provincia di Avellino. Antonio e Federico sono stati come un lievito, un fermento che ha fatto presa nelle persone e in noi, donandoci l’energia per continuare nonostante le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare e che abbiamo davanti ora che non si sa con il Coronavirus quando ricomincerà il teatro in Italia. In ogni caso loro saranno con noi e noi porteremo avanti il nostro e il loro sogno”.

Definisci con tre parole Federico…

“Direi: creativo, paterno e testardo”.

Franco Festa ci lascia forse le parole più commosse e una lettura della figura di Federico Frasca che si lega all’altro amico scomparso prematuramente: Tonino Petrozziello.

“Esistono due categorie di uomini quelli presuntuosi e incompetenti e quelli modesti e straordinari, Federico apparteneva alla seconda. Tutto ciò che ho appreso del teatro l’ho appreso da lui che ha voluto mettere in scena due mie opere; lui era un maestro reale, l’ho visto in scena, come dirigeva gli attori, con garbo e fermezza. Il 99Posti è stato un luogo incredibile di cui lui era il cuore; grazie a lui abbiamo visto compagnie straordinarie, sfuggendo ogni idea di provincialismo, di localismo ma sognando in grande un teatro emozionante, un’idea alta, un teatro audace, sperimentale, profondo. Il suo garbo, la sua gentilezza, sua e di tutta la sua famiglia, sono difficilmente narrabili, la città, così meschina nelle sue pagliacciate di questi giorni, aveva in Federico e altri come Tonino Petrozziello dei punti di forza straordinari che questa città non ha saputo usare. Loro amavano Avellino, ne rappresentano la parte nobile e degna”.

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