Dal Vangelo di Luca (2,16-21):
[I pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il Bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
La Liturgia odierna richiama due temi di fondamentale importanza; oggi, infatti, ci celebra la festa di “Maria Madre di Dio” e la “Giornata della pace”. Dall’approfondimento di questi due temi si possono trarre delle conclusioni utili alla nostra vita civile e religiosa, umana e cristiana. Ponendo l’accento sul “Figlio di Maria” e sul “Nome del Signore”, viene sottolineata l’opera della Redenzione, la liberazione e la salvezza compiute da Cristo. È in quest’opera che è incastonata come in un mosaico la figura di Maria, la quale col suo “sì” ha reso possibile l’Incarnazione di Cristo. Maria assiste a tutto questo in silenzio meditando tutto nel suo cuore. Ma l’attenzione prevalente al Figlio non sminuisce né riduce il suo ruolo di Madre. Maria è stata in totale relazione a Cristo, perciò, onorando Lei è onorato e glorificato anche il Figlio e viceversa, indirizzando il culto al Figlio viene nello stesso tempo venerata la Madre.
Di Maria parla molto esaurientemente il Concilio Vaticano II nel cap. 8° della Costituzione Dogmatica sulla Chiesa (LG è la sigla della Costituzione ricavata dalle prime due parole latine: Lumen Gentium). Un capitolo dedicato interamente a Maria, come vertice e coronamento della Coastituzione.
Il Vaticano II vede la Madonna in una duplice prospettiva:
1) Cristocentrica: il Concilio traccia una breve sintesi della ‘Storia della Salvezza’ nella quale il Redentore è preannunziato, promesso, presente; ma accanto a Lui è adombrata, preannunziata, presente la Vergine come Madre di Cristo, come cooperatrice di salvezza. La Madonna è inserita nel punto principale della storia della salvezza, cioè è inserita nell’Incarnazione del Figlio di Dio; e la sua grandezza deriva dal fatto che Ella ha ascoltato e custodito la Parola di Dio. Maria è chiamata a cooperare alla salvezza senza sminuire o togliere qualcosa all’unica e necessa- ria Mediazione di Cristo.
2) Ecclesiale: Cristo, Maria e la Chiesa sono intimamente uniti. Il Verbo Incarnato è il Salvatore dell’umanità, ma l’Incarnazione avviene in Maria ed è la Chiesa (= cristiani) che comunica i frutti dell’incarnazione. Maria e la Chiesa sono la collaborazione umana all’opera divina di salvezza. La Madonna è immagine della Chiesa, in quanto racchiude in grado eminente le grazie e le perfezioni della Chiesa.
È nel nome di Maria, Madre di Dio e degli uomini, che oggi si celebra in tutto il mondo la “giornata della pace”: quella pace che Gesù è venuto a portare agli uomini di buona volontà, come cantarono gli Angeli e cantano ancora, la notte di Natale di oltre duemila anni fa.
La pace in senso biblico è il dono messianico per eccellenza, è la salvezza portata da Gesù, è la riconciliazione e riappacificazione con Dio. La pace è anche un valore umano da realizzare sul piano sociale e politico, ma affonda le sue radici nel Mistero di Cristo.
La pace dono di Cristo, pacificatore tra Dio e gli uomini e tra gli uomini fra loro, appare evidente nella parte che il cristiano prende agli sforzi dell’umanità per la pace nel mondo.
La pace tutti la cercano!
L’uomo ha fame e sete di pace! Troppo ha sofferto l’umanità nel secolo scorso e continua a soffrire agli inizi del terzo millennio, troppe incomprensioni e ingiustizie si sono commesse e si commettono, troppo odio si è seminato e si semina, troppo sangue si è sparso e si sparge inutilmente! E ancora non siamo alla fine: oggi queste realtà sono “vive e vegete”, ascoltiamo e guardando i mezzi di diffusione di massa.
Gli uomini di buona volontà, le organizzazioni internazionali cercano di fronteggiare le minacce alla pace dei popoli, si sforzano continuamente di difenderla, ma il pericolo rimane sempre. John Kennedy affermò: “L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all’umanità”.
Quale il nostro compito di cristiani impegnati per un mondo migliore?
Se siamo veramente fratelli e tali vogliamo essere e rimanere, l’unico mezzo da usare nei rapporti con gli altri è l’amore! Ricorriamo a Maria con fiducia chiedendole di ottenere a ogni uomo di buona volontà: pace con Dio, con gli altri, con se stesso. Se in noi regna questa vera pace, ci saranno sicuramente anche la gioia, la tranquillità, la serenità, l’amore; non solo: possedendole, queste virtù non saranno solo nostre, ma faremo in modo che ogni nostro fratello le possegga. Questo è il mio augurio per voi tutti e per le vostre famiglie: un augurio di pace e tranquillità, di serenità e gioia, sgorganti da un cuore colmo di amore verso Dio e verso i fratelli.
Don Stefano Dell’Angelo