Da mesi non facciamo altro che parlare di migranti, trascinati dalla strategia comunicativa del Ministro degli Interni. Incuranti degli interessi più alti sul debito pubblico e della prossima tempesta finanziaria, nel mezzo di una vera e propria farsa, potremmo lanciare ormai una quiz a premi ogni settimana: Dove attraccherà la tale nave? La Francia accetterà di accogliere i migranti? E quanti?
I numeri dell’ultimo rapporto SVIMEZ, però, ci dicono che chi voglia interessarsi di esodi veri dovrebbe occuparsi non di immigrati, ma di emigrati.
Negli ultimi 15 anni, infatti, dal Sud Italia sono partiti quasi due milioni di cittadini italiani e circa 800 mila di essi non sono mai più tornati. 600 mila di quelli emigrati definitivamente sono giovani.
Dal 2012, inoltre, il numero dei morti è maggiore di quello dei nati e questo, in passato, si era verificato solo in presenza di grandi epidemie, come il colera e la spagnola. Così nel giro di qualche anno, il Meridione diventerà la zona con la popolazione più anziana dell’intera Europa.
Non solo: a differenza di quanto avveniva nel passato, l’emigrazione dei giovani coinvolge in modo particolare i laureati (quasi un terzo del totale), cosa che provoca un impoverimento, oltre che economico, anche culturale e sociale del Mezzogiorno.
Non è un caso, allora, che il reddito medio al Sud raggiunga a malapena il 60% di quello del Nord. E questa percentuale è la stessa che veniva registrata all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale.
E’ evidente che una simile realtà chiama in causa la responsabilità di quanti, in questi anni, hanno governato e sgovernato l’Italia, vista la sequenza di Casse per il Mezzogiorno, di interventi straordinari, del fiume di danaro stanziato per le varie ricostruzioni. Vista, inoltre, per l’oggi, l’assenza totale del tema nel programma e nel contratto del governo Di Maio – Salvini.
Del resto, il senatore Calderoli siede ancora tra i banchi della maggioranza, dopo esserci stato (ma questo gli italiani sembrano averlo dimenticato) per un ventennio, a cavallo tra il vecchio ed il nuovo millennio. Eh sì, perché mentre elaborava la famosa legge elettorale da egli stesso definita una “porcata” (il famigerato Porcellum), il suddetto aveva il tempo di fissare i criteri per la ripartizione dei fondi statali tra le regioni, facendo in modo, ad esempio, che un cittadino della Lombardia riceva oggi dallo Stato, in servizi (Scuole, Asili Nido, Strade…), circa 19.000 euro l’anno, mentre a uno della Campania, per gli stessi servizi, ne toccano appena 12.000.
Sarà difficile, insomma, che nei prossimi anni il Sud Italia possa recuperare il divario rispetto al Nord. E certo non basterà il reddito di cittadinanza (a proposito, che fine ha fatto?) a colmare la distanza. Così i nostri giovani (almeno fino a quando ce ne saranno ancora) continueranno ad emigrare. Potremo consolarci, però, pensando che ben (o appena?) 47 dei 450 migranti sbarcati nel mese di luglio a Pozzallo sono stati avviati verso altre nazioni (pensate che quella ridistribuzione di migranti ci era stata presentata come una grande vittoria da Conte, Di Maio e Salvini…).
Festa, farina e forca: gli strumenti del potere non si sono molto aggiornati, negli ultimi secoli.
Luciano Arciuolo