C’è chi dice…
…che sarà un’estate calda e non stiamo parlando di condizioni climatiche ed è giusto così perché vuol dire che un po’ di interesse suscita ancora questo paese ai suoi paesani. Si parla, si discute, ci si confronta e lo si fa mettendo sul piatto idee e tralasciando dove si può, per un po’ di tempo altro. Ed è positivo così. Lo è perché anche se nessuno si sbottona ed anche se le informazioni girano poco, anzi pochissimo, qualcosa si muove.
Per un paese che si troverà a scegliere la fascia tricolore in autunno o fine estate, questo fa bene. Fa bene soprattutto per il modo in cui nascono le cose. Saremo chiamati a dover innanzitutto rimettere al centro il paese, le persone ed anche il futuro.
Molto spesso mi sono ritrovato a fare autocritica su queste colonne: manifestando il poco interesse di una comunità su quello che succede, su quello che ancora deve succedere. Ed è vero anche che non è possibile ritrovarsi a chiacchierare di questo solo ogni 5 anni, anche se ne sono passati solo tre, questa volta. Non è possibile che ci accingiamo a battibeccare ogni qual volta si vota e non ogni qual volta che si decide.
Dal punto di vista della politica prettamente locale ci si dovrebbe chiedere proprio questo: come mai riemergono i ricordi solo quando ci si avvicina a scegliere un successore, come mai si arriva a dover per forza dire la nostra ogni 5/3 anni? Beh, la risposta non la conosciamo, anzi molto spesso non l’abbiamo mai cercata. Questo vale anche per chi non governa, soprattutto per chi non governa. Soprattutto per chi ha lasciato che facessero continuando a puntare solo e soltanto il dito.
I giochi non sono fatti, anzi le compagini iniziano a prendere forma, ma a piccoli passi, quasi a tentoni. Gattonando come i bimbi piccoli. Ma qualcosa si muove e ci sarà un vincitore ed un perdente. Come è sempre stato, ma con un perdente vigile, magari le cose andranno in maniera diversa.
Essere vigile di un comportamento politico, che sia di una compagine vicina o lontana è quel calore che si dovrebbe provare non solo in questa estate pre-Elezioni Amministrative, ma sempre. Almeno dimostrare che non è il classico modo di fare all’italiana che permette di fregarsene di quello che succede, tanto io non posso dire la mia perché non sono io a comandare. No, assolutamente no. Bisognerebbe farsi carico di difendere questo paese da tutto e da tutti, come avviene altrove. Fosse anche per un errore di un primo cittadino, di un cittadino o di un funzionario. Questo vuol dire essere paese.
Magari, invece qui ci inoltriamo nella palude delle critiche solo perché ci fa comodo, solo perché quello dall’altra parte è mio nemico, anche se è un mio compaesano. Bene questo da altre parti non esiste. Abbiamo un campanilismo strano ed obsoleto e te ne accorgi già quando qualcuno mostra il suo dissenso nei confronti di qualche parola di troppo.
Non siamo fatti per chiudere le porte del nostro paese, questo lo si sa anche perché qui di turismo, checché ne dicano si è vissuto e si prova a vivere, ma su determinati aspetti la chiusura a riccio e la difesa delle mura è d’obbligo. Abbiamo anche il castello che dimostra la peculiarità del posto a sapersi difendere da attacchi. Ma tralasciamo anche questo piccolo aspetto che, come ribadito molte volte, non è il solo che ci classifica come paese non incline all’amore per “questo posto qui”.
Almeno cerchiamo di fare i bravi in questa, imminente campagna elettorale e di non cadere in linguaggi scurrili e poco consoni al ruolo che si rappresenta, che, anche in corsa è sempre un ruolo che rispecchia il volere di alcuni cittadini. Non c’è bisogno di scostare l’attenzione come fa a volte la televisione, che non ti annuncia il tracollo di una nazione perché prima nei tg viene il Grande Fratello Vip o altro. Non c’è bisogno di farsi carico di distruggere rapporti interpersonali solo ed esclusivamente perché è lì che si prendono i voti. Non c’è bisogno di tutto questo e forse sarebbe anche interessante vedere dei comizi come una volta, in cui, oltre al verbo di alta qualità, c’era anche un po’ di rispetto.
Questo perché il cittadino per la maggior parte è attento, anche se non lo dà a vedere, anche se non lo pubblica su Facebook, anche se non lo vedi passeggiare. Quindi è dovere di chiunque si manifesti in questa campagna elettorale di mostrare rispetto per tutti e tutto e di mostrarsi anche paladino e primo difensore di un comune come il nostro e vedrà che gli applausi, quelli che alla fine di tutto, tra settembre ed ottobre, saranno reali ed arriveranno prima o poi.
Magari a settembre tutto questo caldo diminuirà e può darsi anche che non sia solo per l’autunno e quello che ci prospetta ogni anno non solo ogni 5/3 anni.
Giovanni Nigro
(da Fuori dalla Rete, Giugno 2021, anno XV, n. 3)