“Il cammino di Piscacca” – Monte Magnone (1391 m).
Noi lo chiamiamo “PISHKACCO” con pronuncia napoletaneggiante: shka di “scatolo, shkardillo” in napoletano. Da PISCONE, ovvero masso litoide, grossa pietra che, nel caso specifico, è a giorno, non coperto/a da terreno vegetale e, a luoghi, per lo più in fase dinamica, in occasione di TERREMOTI, può rotolare sul pendio e formare DETRITO calcareo di FALDA pedemontana, (poi col tempo diventano BRECCE spigolose, non arrotondate, continentali), in pratica i famosi GHIAIONI alpino-dolomitici, anche quelle alla base delle “Tre Cime del Lavaredo”.
Grossi blocchi rotolanti possono abbattere anche piccoli castagni o fermarsi sul tronco di quelli più grandi. Lungo la direttrice di faglia Bagnoli-Fontigliano se ne notano molti superficiali, attuali o recenti e messi in posto su brecce più antiche, a luoghi molto antiche.
Le BRECCE CEMENTATE di BAGNOLI (cementate dalla circolazione idrica che ha rilasciato cemento calcareo unificante, legante le varie pietre inizialmente sciolte; La cementazione permette la denominazione di BRECCE, senza cementazione si parla di DETRITO) sono costituite da pisconi e pisconcelli antichissimi, Pleistocenici, di età anche superiore al milione di anni, Paleobrecce sinorogeniche, di versante, ruotate per paleoTRASLAZIONErotazionale sulle sottostanti argille lubrificate e basculate con gli strati girati, rimessi in contropendenza rispetto alla montagna adiacente al Caliendo e risalente, via CampoSportivo, a CHIANIZZI: San MARTINO, Santa BARBARA e CASTIEDDU. La morfologia attuale, a mamelon, monterozzo, témpa, è dovuta agli ulteriori processi morfogenetici di erosione, carsismo e gelo-disgelo e su base anche tettonica di prima e seconda genitura (NEOTETTONICA di Surrezione e/o Sprofondamento relativo). In parole povere la montagna calcarea, rialzata per FAGLIA diretta, con la parete che, arretrando, inclinandosi per erosione ( gelo e disgelo, frane, crolli…) ha “partorito” le brecce, pietra su pietra, crollo su crollo e poi tutto il resto che ora osserviamo..
Molti massi sono caduti, rotolando, in ragione degli scuotimenti/espulsioni del terremoto del 23Nov 80, da contrada FIESTE in poi, verso Fontigliano-Iurintino. Piscone, Piskone: Ti piglio a péshkonate, a sassate.
A Montella, i perditempo, vanno a ménà prète, pishkuni, a la JOMARA, ovvero al fiume che già ne ha tante, arrotondate, nel greto. Le brecce, a monte della Pietà, che si raccordano, molto pendenti, al versante Calcareo, almeno superfiacialmente, nei primi metri o decine di metri, non sono basculate in contropendenza e sono quelle più recenti, anzi,a luoghi, subattuali o attualissime, (quando sono ancora sciolte sono dette detrito), se connesse al 23Nov 80.
Alcuni blocchi, simili ad antichi Menhir , per gravità e per inerzia, sono rotolati fino a distanze molto superiori ai 100m rispetto alla rottura di pendenza pedemontana e, pertanto, possono trovarsi, simil Menhir antropici, isolati e posizionati anche su terreni argillosi (creta di vario colore) di origine marina.
Anche in montagna verso il Cevialto, CervaroloNord e altrove si trovano le brecce cementate sinorogeniche, spesso connesse a sorgenti e sorgentelle, per essere posizionate su argille basali di sovrascorrimento, impermeabili e perciò capaci di far defluire l’acqua, in profondità, verso le scaturigini come ” li fontanielli”.
Gl’itineranti in cammino potranno osservare con occhio più critico e consapevole. Buon viaggio!
E, da lassù, buona visione della mitica CELICA, CELECA, ACCELLICA o ACELLICA vista dal compianto Amico Pasquale STURCHIO come: ” CATTEDRALE GOTICA FIAMMEGGINTE CHE SVETTA NEL CIELO DI COBALTO” col NINNO centrale, becco dell’AQUILOTTO che sembra in procinto di spiccare il volo, ovvero GIGANTE ADDORMENTATO col GOZZO IPERTROFICO (Ninno) posizionato oltre le tre cime della SAVINA, SAVINELLA e TESORO-CUCUZZI. Il presepe del versante montellese dell’Accelica
Angelo CAPONE