Facendo seguito al nostro primo articolo sull’uso del suolo a Bagnoli, proseguiamo la nostra rassegna guardando ad un altro promettente set di dati: la luminosità notturna osservata dallo spazio. Quante volte vi è capitato di vedere delle affascinanti immagini dell’Europa o della penisola italiana illuminata dalle luci delle città? Ebbene, si tratta di osservazioni reali raccolte dai vari sensori in orbita.
Il primo sensore a raccogliere queste informazioni è stato il DMSP-OLS montato su vari satelliti dell’esercito americano a partire dal 1992. Questi satelliti si muovevano sulla sottile linea tra il giorno e la notte, misurando le luci notturne poco dopo l’imbrunire: un orario in cui è possibile catturare sia le attività commerciali aperte, sia quelle industriali e residenziali. Ogni satellite veniva affiancato negli ultimi anni di operazioni da un successore, permettendo di correggere le piccole variazioni nelle osservazioni dovute alla nuova orbita. L’intero sistema produceva ottime immagini annuali, ma a livello mensile soffriva la variazione d’inclinazione stagionale tra i due emisferi. Pertanto, a partire dal 2012, un nuovo sensore denominato VIIRS ha risolto questo problema offrendo immagini ad alta risoluzione sia a livello mensile che annuale.
Da oltre dieci anni, le organizzazioni internazionali (Banca Mondiale, Nazioni Unite, Fondo Monetario Internazionale) usano le luci notturne come un indicatore generale dell’attività economica dove dettagliati dati statici non sono disponibili. Questo è spesso il caso delle città, o dei paesi emergenti. Per questo motivo, le luci notturne possono permetterci di quantificare in maniera neutra ed oggettiva l’andamento dell’economia bagnolese negli ultimi trent’anni.
Partendo proprio dall’andamento generale delle luci in Alta Irpinia, notiamo come tutti i paesi abbiamo registrato una crescita consistente fin quasi al 2004. Successivamente, abbiamo un primo periodo di crisi in concomitanza col rallentamento della crescita demografica nei primi anni 2000 e uno stallo durante la grande crisi del 2008. E’ la crisi dell’eurozona con la conseguente austerity a mandare in recessione l’economia locale fino al 2012. La ripresa arriva solo tra il 2016 ed il 2017, ma subito riparte una fase di stallo dalle sorti alterne. Guardando ai singoli paesi, Bagnoli è quello con la crescita minore nel corso degli anni Novanta. Nonostante ciò, la sua economia basata su prodotti tipici e turismo ha avuto il tracrollo minore durante la crisi dell’eurozona. D’altro canto, il paese maggiormente in declino sembra essere Nusco: per gran parte degli anni 90 è stato il secondo paese più luminoso dell’Alta Irpinia, giocandosela alla pari con i più popolosi Montella e Lioni. Tuttavia, a partire dagli anni 2000, non è stato più in grado di reggere il livello dei competitors locali ed è arrivato agli stessi livelli di Bagnoli. Un interessante spunto sulle dinamiche di questo paese viene dalla ricerca “Political connected cities: 1951-1991”, realizzata dal dipartimento di scienze economiche dell’Università di Bologna. La vera sorpresa è Lioni: un paese che ha investito fortemente nel commercio e nell’industria, riuscendo a sormontare la più grande Montella tra il 1998-2004 e nuovamente nella ripresa post-crisi. Nonostante ciò, Montella mostra un’economia più simile a quella bagnolese e si dimostra meno sensibile ai rallentamenti dell’economia nazionale. E’ anche l’unico paese a registrare un cospicuo aumento nell’anno della pandemia e del lavoro da remoto.
Soffermandoci più nel dettaglio su Bagnoli e guardando ai dati mensili ad alta risoluzione, notiamo come:
– La luminosità totale e media raggiungono dei picchi nei mesi invernali;
– Abbiamo avuto una crescita delle luci totali fino al 2017 e poi una fase stazionaria;
– Il covid ha portato ad un aumento dei residenti e delle emissioni luminose negli ultimi mesi;
– La costruzione di nuove case fuori dal centro abitato sta portando a una dispersione del paese: diminuzione delle luci massime (concentrazione) e aumento delle luci minime (dispersione);
Quest’ultimo punto rappresenta un grave problemi per i futuri governanti del paese: il declino della popolazione porterà a meno introiti, ma la diaspora verso le campagne comporterà maggiori costi (manutenzione delle strade, spazzamento neve, illuminazione, allaccio utenze, etc..). Indubbiamente, un punto da tenere in considerazione nella realizzazione del prossimo piano urbanistico.
Da ultimo, chiudiamo la nostra analisi guardando alle luci totali registrate sul Laceno. Come già accennato la luminosità totale e massiva mantiene dei picchi stagionali nel periodo invernale. La chiusura delle seggiovie a maggio 2017 non sembra influenzare subito gli amanti della neve, facendo registrare altri due picchi a ridosso del 2018 e del 2019. Sembra invece marcato il crollo nei restanti mesi. Anzi, sembra essere proprio il prolungato stallo, a causare un costante tracollo per tutto il 2019. La pandemia di Covid-19, sembra aver risollevato le sorti del Laceno almeno fino all’ultimo mese nei nostri dati (Aprile 2021).
Federico Lenzi
(da Fuori dalla Rete, Gennaio 2022, anno XVI, n. 1)
(Foto di copertina di Giuseppe Polvere)