Il nuovo clan Partenio voleva estendere il controllo su molti altri territori oltre al capoluogo, in questo contesto diventa chiave la figura di Ernesto Nigro, prima vittima di usura e poi membro a tutti gli effetti del clan. A lui Pasquale Galdieri affida il compito di gestire l’attività estorsiva nell’Alta Irpinia e non solo.
Nell’ordinanza cautelare di 882 pagine, firmata dal gip Fabrizio Finamore, viene descritta la ferocia e la forza che vengono attribuiti agli affiliati del clan. Il gruppo criminale era interessato a una zona dell’Irpinia ignorata dal primo clan Partenio: e cioè l’Alta Irpinia.
Appalti edili che facevano gola. E sui quali veniva imposta – secondo la ricostruzione degli inquirenti – una tangente che andava dal 3 al 5 per cento. Prima c’erano gli avvertimenti. Come il 28 aprile e il 28 giugno 2016, nel mirino del clan finisce una ditta di Montella che si doveva occupare della costruzione della rete fognaria e del nuovo depuratore. Un mezzo dell’azienda è stato cosparso di benzina e viene lasciata in bella mostra la tanica. Segue una seconda visita al cantiere. Questa volta viene danneggiato il vetro dell’escavatore e i criminali versano all’interno il liquido infiammabile. Un anno prima era stata presa di mira l’azienda che si era assicurata la realizzazione di sistemazione idraulica e riqualificazione ambientale lungo un tratto del fiume Calore nel comune di Cassano irpino. L’obolo richiesto era di 2mila euro, pari al 3% dell’appalto.
In un altro episodio Ernesto Nigro venne incaricato dal capo clan di estorcere denaro ad una ditta che stava eseguendo i lavori di ristrutturazione al castello di Bagnoli Irpino. Ma non solo, nello stesso periodo faceva gola anche un grosso lavoro a Chiusano San Domenico.
In una intercettazione si legge: “.… e il castello di Bagnoli? ha visto e hanno messo già i contanti! e si mettono a disposizione. E’ di 2 milioni e 100 mila euro! Ora a Chiusano c’è un’altra cosa…. un lavoro importante ha detto! Arrivano i soldi qua! …” .