Secondo uno studio congiunto del CENSIS e della Confcooperative pubblicato un paio di settimane fa, negli ultimi 40 anni l’emergenza ambientale ed il riscaldamento climatico sono costate all’Italia 111 miliardi di euro e il nostro paese ha pagato, in Europa, il prezzo più caro: un terzo dei danni si sono verificati da noi.
Insomma, a parte gli imbecilli (la cui madre, si sa, è sempre incinta e che quindi sono presenti dappertutto, anche nei piccoli borghi come il nostro…), a non credere al riscaldamento del nostro pianeta e ai suoi danni enormi, anzi disastrosi e definitivi, sono restati solo Salvini e Trump. Non ci sono altre strade: o riduciamo drasticamente la produzione di anidride carbonica o l’uomo è destinato ad estinguersi nel giro di poche generazioni. Attenzione: si estinguerà l’uomo, non la vita sulla Terra.
L’anno scorso, ad esempio, su un fossile di dinosauro (la cui specie si estinse circa 65 milioni di anni fa), furono trovati resti fossili di pidocchi. Oggi, a distanza di 65 milioni di anni appunto, i dinosauri non ci sono più ma i pidocchi continuano a prosperare, come sanno bene i genitori dei piccoli alunni di Scuola dell’Infanzia di tutto il mondo. Dobbiamo darci una mossa, insomma. Eppure i finanziamenti per rendere le nostre case meno consumatrici di energia sono sempre di meno.
Eppure chi ha proposto che dal 2030 non siano più prodotte (attenzione: ho scritto prodotte, non circolanti) automobili a benzina o a diesel è descritto come un nemico dei lavoratori e viene additato come un appestato. Eppure, per fermare i trattori degli agricoltori in rivolta (giustamente, visto che un chilo di mele vendute a 2,50 euro a loro viene pagato solo 30 centesimi), si promette loro di non chiedere lo stop ai pesticidi. Chiariamo: i pesticidi uccidono le api e, diceva Einstein, quando saranno scomparse le api, all’umanità resteranno solo 4 anni di vita. Eppure chi chiede di frenare il consumo di carne da allevamenti intensivi (causa di produzione di anidride carbonica quasi pari a quella dei fumi delle automobili) è guardato come un pazzo.
Eppure… Eppure…
Eppure i capi di Stato di tutto il mondo, con in testa quelli che inquinano di più, ogni anno si riuniscono e discutono di tutto questo, ma intanto la produzione di anidride carbonica aumenta, invece di diminuire. Lo so: quando uno cita se stesso è visto come un grande presuntuoso. Non me ne frega niente.
Infatti chiudo con una mia poesia, scritta nel 1988. Perché dal 1988 (quando il riscaldamento climatico era considerato un argomento di discussione per perditempo) ad oggi ogni ragionamento di questo tipo è stato, nella migliore delle ipotesi, solo oggetto di sfottò.
Odiami
Figlio,
se veramente
questo mondo
non dovesse cambiare,
se davvero diventasse
pestilenziale e rovente
budello,
non credermi
quando dirò
d’aver dato l’anima
per evitarlo.
Odiami.
Odia questa genìa
di yuppies
razzisti egoisti
sacrileghi inquinatori.
Odiaci figlio
e lasciaci annegare
nel nostro rimorso.
Luciano Arciuolo
(da Fuori dalla Rete Marzo 2024, anno XVIII, n. 1)