Ofantina: ogni paese che si snoda lungo questo nastro di asfalto ha pagato con un tributo di sangue la fine dell’isolamento viario. Da 30 anni scorrono davanti agli occhi fotogrammi di auto incidentate, ambulanze, sirene, corpi coperti da lenzuola bianche. Un dato ufficiale fornito dall’Anas rivela che tra il 2016 al 2021 si sono verificati 65 incidenti, di cui 8 mortali. Secondo una stima approssimativa dagli inizi degli anni ’90 fino ad oggi sulla Ss7 Appia ci sono state oltre 50 vittime, centinaia di feriti, mentre degli incidenti si perde il conto. Hanno trovato la morte pendolari e viaggiatori occasionali, autisti provetti e giovani inesperti. Il capolinea di una vita è arrivato sia a bordo di berline sia alla guida di furgoni sia in sella a motociclette, guidando camion e finanche ambulanze. In qualsiasi condizione climatica: con il sole che abbaglia, con la pioggia battente, con l’asfalto viscido o ghiacciato. Nelle gallerie e lungo i viadotti, sui rettilinei e nelle curve. Lapidi, fiori, croci ovunque lungo il tracciato a ricordare le tragedie.
È una strada molto trafficata, l’Ofantina. Nel 2022, si è registrato un transito di oltre 515mila veicoli, utilizzata dagli abitanti dell’Alta Irpinia, dell’Alta Valle del Calore, percorsa ogni giorno da pendolari. Questi paesi non sono serviti dalla ferrovia, i trasporti pubblici sono insufficienti, gli uffici territoriali quasi tutti depotenziati e trasferiti nel capoluogo.
A questo si aggiunge il traffico di mezzi pesanti diretti o prevenienti dall’aree industriali di Nusco – Lioni, Conza, Morra, Calitri, Melfi che interferisce molto sul traffico automobilistico e sulla sicurezza. Si parla da anni di ammodernamento, di messa in sicurezza. L’Anas rende noto che per il tratto da Manocalzati – Parolise a Conza della Campania, circa 60 km, ha investito complessivamente di manutenzione di 11 milioni e 500mila euro tra interventi per nuova pavimentazione, barriere di sicurezza e viadotti.
Negli ultimi mesi è diventata sempre più insistente la notizia che ci siano buone probabilità di far approvare dal Ministero delle Infrastrutture un progetto per il raddoppio della carreggiata da Pianodardine a Parolise e una messa in sicurezza fino a Calitri. Si attendono risposte certe tra speranze e scetticismi.
In realtà esiste già un vecchio progetto risalente a quasi 20 anni fa, redatto dalla Provincia nel periodo in cui rivestiva la carica di presidente Alberta De Simone. Finora però rimasto nel cassetto. Sostanzialmente riguardava un tratto di circa 6 km da Pianodardine a Parolise, prevedendo una serie di interventi: allargamento dell’attuale sede stradale con una corsia di arrampicamento, allargamento delle gallerie, adeguamento degli attuali viadotti, realizzazione del viadotto nei pressi del Comune di Parolise in sostituzione di quello esistente. Proprio quel progetto è stato rilanciato dal sindaco di Cassano, il leghista Salvatore Vecchia, il quale ha interessato della vicenda il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, caldeggiando un impegno per il finanziamento di un raddoppio di questo tracciato e la messa in sicurezza dell’Ofantina fino a Calitri.
I prossimi mesi saranno decisivi per comprendere se c’è la volontà di rendere più sicuro e più agevole il viaggio di migliaia di persone che quotidianamente percorrono l’Ofantina, oppure per l’ennesima volta le speranze di un vasto territorio verranno disattese.
Paola De Stasio – Il Mattino 03-04-2023