Proprio in questo periodo così condensato di pensieri ..paure e ricordi, sentivo l’urgenza di condividere quella che sembrerebbe una banale consapevolezza. Una ovvietà che poi in fondo non lo è così tanto se ci si ferma a riflettere. Almeno per quel che mi compete non lo è per nulla. Cosa proviamo durante un abbraccio? Cosa sentiamo quando la distanza si accorcia e il confine tra ciò che sento io e ciò che sente l’altro appare così poco definibile. Cosa sentiamo in termini di vissuto emozionale ed affettivo? In termini di sensazioni quando l’altro corrisponde autenticamente alla nostra esperienza. La esperisce quasi come noi e la abbraccia calorosamente. Le braccia agiscono la gestualità ma gli occhi comunicano fino in fondo ciò che proviamo. Aldilà delle parole che spesso non riescono a trasferire e ad esaurire l’intensità e il significato del vissuto interiore. Mi piace pensare agli occhi come ad un luogo sacro, come ad un mare limpido e trasparente..Cristallino. Incontrollabile..ma coerente al proprio interno. Una nube chiara e percorribile. Viabile e dritta. Oggi con le mascherine sul volto le persone tendono a sentirsi più schermate sia dalla possibilità di un eventuale contagio ma non solo. Si ha come la sensazione di essere meno leggibili. Meno decifrabili.
Eppure nell’esperienza quotidiana di questi ultimi mesi ho compreso ulteriormente sebbene già ne avessi contezza, la potenza comunicativa che passa attraverso lo sguardo. Attraverso gli occhi. È questo il crocevia delle emozioni. Non è l’unico chiaramente ma mi piace pensare che sia quello meno controllabile. È all’interno di questo scenario che dimora e avviene la comprensione dell’esperienza interna. La trasmissione
… Ciò che sentiamo si riflette negli occhi che brillano, si crucciano, si spengono..fissano un punto…si spostano nello spazio. Si sintonizzano…entrano in connessione…quante volte ci dimentichiamo che possediamo un enorme proiettore di sensazioni. Come delle luci che inondano l’altro e consentono di riverberare il sentire. Irradiarlo come delle supernove. Che si espandono fino a toccare l’altro. Siamo più consapevoli di quanto e come gli occhi interagiscano con l’animo che osserviamo. In questa sorta di osmosi emotiva , siamo nudi e privi di sovrastrutture non essenziali. Così un abbraccio può arrivare laddove le braccia non possono toccare … gli occhi far vibrare le corde dell’animo ….propagare con grazia e tenerezza ..con intensità ..ciò che esperiamo..
Che sia sempre più contagioso il guardarsi negli occhi e la connessione del rispettivo sentire …
Fortunata Gargano
(da Fuori dalla Rete, Novembre 2020, anno XIV, n. 5)