La “voce” dei ragazzi ai tempi del coronavirus.
Nella distanza forzata cui siamo stati tutti costretti è importante mantenere un contatto emotivo con i nostri ragazzi. I loro pensieri sono uno straordinario strumento di libertà in questo momento di clausura (giustamente) imposta: ci avvicinano e ci rendono consapevoli che siamo davvero tutti sulla stessa barca. Buona lettura.
Maria Varricchio
IO RESTO A CASA
Mi chiamo Antonella e la mia vita con l’arrivo del coronavirus non è cambiata molto. Di solito le mie giornate le trascorro quasi sempre in casa, tra le varie terapie del giorno e i compiti, quando sto bene e vado a scuola.
Le regole da rispettare per il coronavirus sono regole che dovremmo rispettare tutti i giorni, e che io a causa della mia patologia, seguo da quando avevo due anni.
Ovvero lavarsi spesso le mani, disinfettarle con amuchina gel, mantenere un metro di distanza dalle altre persone per evitare eventuali contagi, cosa che io faccio già soprattutto quando vado in ospedale, perché devo stare lontana almeno un metro dai ragazzi con la mia stessa patologia per evitare di trasmetterci nuovi batteri.
Infatti noi ragazzi con la fibrosi cistica la nostra degenza la trascorriamo in stanze isolate, e indossiamo le mascherine se vogliamo uscire per una passeggiata.
Quindi per me non è strano vedere dalla finestra le persone che camminano per la strada indossare le mascherine, è strano vedere le persone che conosci come il nonno, il vicino di casa ecc.
Spero solo che tutto ciò si risolva al più presto, e questo può avvenire solo con l’aiuto di tutta la popolazione, restando chiusi in casa e uscendo solo per motivi di necessità.
Se non rispettiamo tutte queste regole la situazione sarà molto difficile da affrontare; infatti sto incominciando ad avere un po’ di paura, soprattutto per noi malati cronici, oncologici, immunosoppressi e così via, che dobbiamo fare a meno di dottori e ospedali, fino a quando questa situazione non passerà.
Spero tanto che questo maledetto virus, che sta piegando ai suoi piedi tutta l’Italia, vada via il più presto possibile e così tornare alla nostra normalità.
Dell’Angelo Antonella
IO RESTO A CASA
Caro diario,
ogni giorno che passa sono sempre più preoccupato perché il coronavirus si sta diffondendo in tutta Italia.
Sono preoccupato soprattutto per mia madre perché è un’infermiera e lavora in ospedale. Lei non può restare a casa, ma tutti noi possiamo farlo.
A tutti i miei amici e compagni di classe chiedo un sacrificio: quello di non uscire così aiutiamo tutti gli infermieri e i medici, i nostri veri eroi.
Sono orgoglioso di avere una mamma “eroe” che nonostante tutto va a lavoro sempre con il sorriso.
Davide Russo
#ANDRÀTUTTOBENE