Fu ieri, l’11 marzo 2020, un’eternità… quando l’OMS utilizzò per la prima volta la parola “PANDEMIA”. Da allora, dopo aver cancellato gran parte del nostro passato, è ancora il COVID a girare la clessidra e a tenere le redini del nostro presente e futuro.
Questa pandemia deve essere portatrice di profonde trasformazioni verso un mondo più responsabile e più giusto; dobbiamo riuscire a dare un senso, un significato a tutto ciò che ci sta accadendo, perché non sia solo una sofferenza assurda, dalle gravi conseguenze socio-economiche, che dovranno affrontare le comunità internazionali e tutta l’umanità, comprese le generazioni future.
La cementificazione delle megalopoli, la deforestazione, su una scala senza precedenti, stanno modificando gli ecosistemi, l’habitat di tutte le specie animali e vegetali. L’ascesa del trasporto aereo, avvicinando in breve tempo i punti più densi del pianeta, accelererà sempre di più la circolazione delle pandemie.
I parlamenti, in quanto istituzioni rappresentative dei popoli, devono promuovere e proteggere meglio la salute pubblica, diminuire drasticamente e poi eliminare del tutto l’enorme spesa militare e investire nella lotta contro la pandemia di COVID e non meno importante, il raggiungimento della “AGENDA DI SVILUPPO 2030”.
Un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Un magnifico programma per guidare il mondo sulla strada da percorrere nell’arco di 15 anni. I Paesi, infatti, si sono impegnati a conseguire entro il 2030, un insieme di questioni importanti per lo sviluppo di questo nostro amato pianeta: lotta alla povertà, eliminazione della fame, pace planetaria, contrasto al cambiamento climatico… per citarne solo alcuni.
Obiettivi che riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui, senza che NESSUNO venga lasciato indietro lungo il cammino necessario per assicurare un’equa distribuzione dei beni ai popoli.
Purtroppo i conflitti armati e la proliferazione delle armi ostacolano gli sforzi per combattere la pandemia e le sue conseguenze sanitarie ed economiche. La perpetua e incivile corsa agli armamenti aumenta l’instabilità nel mondo e mobilita somme colossali che sarebbero molto più utili a soddisfare aspirazioni infinitamente più umane e urgenti: l’accesso per tutti a una vita più dignitosa in un mondo pacifico dove la persona e l’ambiente sono protetti.
Nella ristretta cerchia dei Paesi con armi nucleari, Russia e Stati Uniti, con alcune migliaia di “testate” ciascuno, la fanno da “padroni”, detenendo il 90% dell’armamento mondiale. Basta immaginare che UNA SOLA TESTATA NUCLEARE RAPPRESENTA UNA POTENZA CIRCA 700 VOLTE L’ ATOMICA CHE DISTRUSSE HIROSHIMA, per avere un’idea di ciò che questi “balordi” hanno messo sulle nostre teste, pronte ad essere sganciate. Testate nucleare che secondo loro servono a dissuadere
l’ardore di paesi che potrebbero essere candidati al suicidio collettivo. Ci viene detto che questo è il modo migliore per far riflettere i seguaci della forza, terroristi compresi. CHE GENI !! Ma probabilmente non hanno capito che queste armi si annullano tra di loro, a meno che non si voglia annullare la vita sulla terra.
Il DISARMO, dunque, sarebbe l’unica scelta logica oggi. E non solo il disarmo nucleare. Ci sono ancora troppe aziende produttrici di armi che parlano di “industria della difesa”, ma che in realtà è più giusto chiamare “Industria della Guerra e del Terrore”. Convertire le produzioni in attività non belliche è possibile, se esiste la volontà politica: i bisogni civili sono enormi. Occorrono dei progetti internazionali per portare le risorse finanziarie dal militare al civile. Una “nuova normalità” può e deve nascere, e mettere le persone al primo posto per costruire un mondo migliore. Questo mondo non ha bisogno di armi, ma di cultura, di sanitá, di scuola, di educazione… e perché no, di pane, di acqua.
È cosí che si raggiunge la pace e la vera civiltà, prima e meglio. Cosa hanno portato gli ultimi 100 anni di corsa agli armamenti se non a guerre senza fine e alla moltiplicazione dei conflitti?
La comunità internazionale deve sforzarsi di eliminare le disuguaglianze. Insieme si può rimodellare il panorama della sicurezza e contribuire a creare una nuova e migliore “società”! Il COVID deve indurre il mondo a scelte diverse nel Bilancio degli Stati. Il denaro speso in arsenali nucleari e altre spese militari potrebbe essere speso meglio per scopi umanitari, come nel sociale, nell’assistenza sanitaria…
L’Africa ha circa il 70% delle terre incolte del pianeta; ha la potenza di diventare il granaio del mondo, se solo lo volessimo; se solo la smettessimo di sfruttare le sue ricchezze minerarie, impoverendo sempre di più un continente e obbligando la sua gente più valida a un esodo incontrollato.
Questa pandemia ha evidenziato la necessità di soluzioni globali. È il momento di considerare una migliore alternativa al futuro del nostro pianeta. Le Nazioni Unite sono state create allo scopo di eliminare la guerra come strumento di politica estera. Ma sette decenni più tardi, il nostro mondo è pericoloso come non lo è mai stato, ha lamentato il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, agli studenti dell’Università di Ginevra che sono venuti ad ascoltarlo. (tramite un amico, ho avuto il pregio di assistere)
“L’ONU, è da rifondare e potenziare assolutamente. Il disarmo previene e pone fine alla violenza. E questa è la politica fedele ai nostri valori e ai nostri principi” ha concluso Guterres.
Bisogna portare la finanza a convertire gli investimenti su altri settori. Il verde, ma anche il recupero ambientale, il trattamento dei rifiuti, la sanità, la formazione e la cultura diffusa, piani di sviluppo demografico sostenibile, la gestione efficiente e razionale delle risorse, la giustizia sociale che bilanci il merito con i bisogni, il diritto alla identità e specificità di popoli e etnie.
Complesso?… Ma non impossibile! Anzi, è davanti a noi tutti, una scelta inevitabile: non possiamo continuare a sperperare risorse per preparare la guerra, la distruzione e forse l’annientamento dell’umanità.
Questo è follia. Se non facciamo scelte radicali di cambiamento il nostro destino è segnato, specie per le generazioni future. E non si potrà tornare indietro!
Finalmente, dopo alcuni rinvii a causa della pandemia, il 22 gennaio scorso, a Ginevra, è stato compiuto un primo passo, segnando l’entrata in vigore del “Trattato sulla proibizione delle armi nucleari”, il primo strumento di diritto internazionale umanitario volto a porre rimedio alle catastrofiche conseguenze umanitarie dell’uso e della sperimentazione delle armi nucleari. Il Trattato dà forza alla profonda convinzione, condivisa dagli Stati e dalla società civile, che qualsiasi uso di armi nucleari è inaccettabile, qualunque ne sia la giustificazione.
Questa data segna una storica vittoria per l’umanità, una vittoria sperata da tutti coloro che da decenni fanno campagna, e che è senza dubbio una delle prime buone notizie del 2021.
Le armi nucleari sono sempre state immorali: ora sono illegali. Un risultato che corona anni di sforzi della società civile.
Il Trattato rappresenta il primo strumento legale che vieta esplicitamente lo sviluppo, i test, la produzione, l’acquisizione, il possesso, la minaccia di usare armi nucleari. I paesi che lo hanno firmato non possono compiere alcun tipo di violazione in tal senso nella propria giurisdizione.
E chissà, incominciare a sperare di avviare i popoli ad abitare un mondo più equo, più sano, più bello, non resti un’utopia…
E solo dopo, perché no… cercare di sapere se su Marte c’è vita.
Se tutto questo non lo vogliamo capire, o non ne siamo capaci, allora ben venga quel meteorite…
Gino DI Capua