Personaggi illustri di Bagnoli: il padre abate don Eugenio De Palma

di Giovanni Corso

Premessa – Avevo già pubblicato poco tempo fa su PalazzoTenta39 un articolo su Leonardo Di Capua “Lionardo questo chiarissimo ingegno”. Oggi sono qui per proporre una nuova biografia insolita su un nuovo personaggio illustre legato a Bagnoli. Ritengo necessario a questo punto raccogliere queste informazioni in un archivio dedicato non solo per una più agevole consultazione, ma anche per lasciare traccia di memorie che con il passare del tempo potrebbero inesorabilmente offuscarsi. Qundi vorrei proporre un nuovo progetto con il supporto di PalazzoTenta39 e con la straordinaria sensibilità per la cultura di Mimmo Nigro (la sua passione e disponibilità verso questa associazione è notevole!). Possiamo creare una sezione sul sito per raccogliere articoli di rilevanza storica su personaggi illustri in qualche modo legati a Bagnoli che hanno avuto un certo ruolo nella vita pubblica (anche personaggi apparentemente sconosciuti). È nostro dovere rendere omaggio alla loro memoria. La sezione potrebbe chiamarsi “Bagnoli illustre”.


Personaggi illustri di Bagnoli: il padre abate don Eugenio De Palma

Bagnoli Irpino nel corso dei secoli trascorsi è stata la patria di molteplici personaggi illustri che si sono distinti per cultura, influenza sociale ed impatto politico. Verosimilmente, i personaggi illustri legati a Bagnoli sono molti di più di quelli ufficialmente riportati dalle varie biografie locali e di quelli che abbiamo sentito raccontare attraverso la tradizione orale. Con certezza, Bagnoli è stata una vera matrice di uomini dotti, maggiormente rispetto agli altri paesi dell’Irpinia, per evidenti fattori culturali locali favorenti lo sviluppo degli studi ed il progresso delle scienze. 

Tra i vari personaggi illustri vorrei soffermarmi su una figura straordinaria pressocchè sconosciuta a molti di noi, ma altrettattanto meritevole per la sua cultura ed il suo ruolo che ebbe nella Chiesa romana. Vi presento tra le pagine di PalazzoTenta 39, il padre abate don Eugenio de Palma. Le informazioni raccolte sono state estratte dai documenti ufficiali depositati presso la abbazia della santissima Trinità di Cava de’ Tirreni, e per questo ringrazio particolarmente don Leone Morinelli (direttore della biblioteca e dell’archivio della badia), e dalla tradizione orale di alcuni bagnolesi.

Eugenio De Palma, non nacque a Bagnoli, ma era di madre bagnolese e di padre pugliese. Egli nacque a san Severo di Foggia. Mi risulta difficile ricostruire la sua famiglia bagnolese nel dettaglio, tuttavia era particolamente legato ad una sua cugina, la sig.ra Grazia Basile (vedova Meloro), con la quale trascorse la sua infanzia durante le sue spensierate vacanze bagnolesi. 

Giovanissimo scelse la vita consacrata, entrò a 12 anni nella badia di Montevergine come “puer oblatus”, nel 1915 prese i sacri voti indossando l’abito monastico benedettino e fu ordinato sacerdote nel 1921. Laureato in teologia ed in lettere “summa cum laude” nel 1931 presso l’Università degli studi di Napoli. Nel 1935 arrivò presso la badia di Cava per stabilirsi definitivamente. Qui vinse per concorso la cattedra di italiano e latino presso il liceo-ginnasio. Divenne rettore del collegio nel 1946 dove fu nominato anche preside della scuola.

Successivamente il 29 Luglio 1967 venne eletto abate mitrato ed amministratore apostolico della abbazia della santissima Trinità di Cava de’ Tirreni, quale 162° successore di sant’Alferio fondatore di questo gioiello millenario del 1011 (http://www.badiadicava.it/). 

Si distinse da subito per il suo carattere mite. Dottissimo, di cultura straordinaria, dantista, quale cultore profondo della Divina Commedia. Incantava sovente gli studenti quando parlava di Dante e spaziava tra la storia, la fisica, la geografia e la filosofia! Ho avuto modo di conoscere alcuni suoi ex-alunni e monaci, tutti lo ricordano per la sua paterna bontà. Quando spesso l’educazione scolastica coincideva con le violenze verbale e fisica dell’insegnante (come nascondere queste pagine buie?), don Eugenio (così chiamato dai suoi alunni, nonostante fosse preside e abate mitrato!) elargiva carezze, affetto e vicinanza in particolare agli alunni meno abbienti. Usciva dal monastero spezzando la clausura per servire i poveri. I monaci ricordano che l’abate De Palma con la sua elezione squarciò il rigore e la freddezza claustrale portando la sua dolcezza tra i corridoi angusti del suo monastero. Tra le lacrime dei suoi prediletti alunni, morì nel 1969 per una febbre non meglio specificata. A san Severo gli fu dedicata una strada (via abate Eugenio De Palma), e quando a Bagnoli?

Visitò la sua Bagnoli diverse volte anche in veste ufficiale, l’ultima volta avvenne nel 1968 in occasione della solennità dell’Immacolata. Grazie al fotografo Franco Trillo, alcuni anni fa, sono riuscito a recuperare del prezioso materiale fotografico.


Foto 1. Il padre abate don Eugenio De Palma sorridente e accompagnato dal sindaco prof. Ermenegildo Parenti. Alla sua destra don Egidio De Simone e alla sua sinistra don Remigio Maria Jandoli. (Foto dell’ing. Nello Parenti)


Foto 2. Il padre abate don Eugenio De Palma si dirige verso la Chiesa Madre di Bagnoli sorridente, circondato da una folla festante che gli rende onore in occasione della festività dell’Immacolata. 


Foto 3. Il padre abate don Eugenio De Palma rivestito dai sacri paramenti liturgici in atteggiamento ieratico atto a ricevere il tributo monetario dal sindaco prof. Ermenegildo Parenti, durante la santa Messa solenne dell’Immacolata con il bacio della reliquia. Da notare la bellezza ed il decoro dei paramenti liturgici, prima che la riforma (o deforma) ne limitasse notevolmente l’uso. La bellezza ed il rigore liturgico avvicinava il popolo alla magnitudine celeste e in qualche modo ne trascendeva per alcuni momenti la realtà divina. Nel dettaglio il padre abate indossa le “chiroteche”, i guanti che vengono indossati nelle solennità  dai vescovi (o abati mitrati) secondo il rito antico. I guanti (chiroteche) ricordavano le mani di Giacobbe che usava rivestire di pelle di capretto per offrire ad Isacco il cibo a lui gradito e riceverne la benedizione. A destra si nota il “pastorale”, simbolo e segno di autorità e dignità.


Foto 4. Il padre abate don Eugenio De Palma con il tricorno e la croce pettorale, con andamento serafico che sempre lo contraddistinse, avanza verso la Chiesa Madre davanti al carro della Vergine, subito dopo il tradizionale canto delle Verginelle. Si riconoscono alla sua sinistra don Remigo Maria Jandoli e alla sua destra don Egidio De Simone.


Foto 5. Il padre abate don Eugenio De Palma nei suoi ultimi giorni di vita. Espressione di serenità ed umiltà. Morì come visse.


Nota: nelle foto 1 e 2 si riconoscono la cugina Grazia Basile (vedova Meloro), prof. Raffaele Meloro, Marinetta Meloro, Antonio Di Capua (Zazà), Domenico Avena (Pinto), Luigi Iuppa, Domenico Bernardo (Bolli), sindaco prof. Ermenegildo Parenti, segretario comunale Enrico Troisi, guardie Cella e Nicastro, don Remigio Maria Jandoli, don Egidio De Simone. Tanti altri personaggi sarebbero da riconoscere (chi vuole potrebbe segnalarli a PT39).

“Vogliatevi bene dispersi in tutte le vie del mondo, ravvolti in tutte le occupazioni e preoccupazioni che vi assorbono, in tutti i gradi più disparati della vita sociale, ma sempre fratelli, sempre stretti fra voi” (don Eugenio De Palma).

Giovanni Corso

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