Su “Repubblica” dell’11 marzo è stata pubblicata una interessante intervista al Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.
Leghista da sempre, Garavaglia è stato sindaco, poi assessore regionale (inquisito e assolto per turbativa d’asta) e infine ministro, appunto.
Quello che mi ha sorpreso, nell’intervista, è stata la richiesta di “più stranieri” per il settore turistico, perché tra gli italiani non si trova abbastanza manodopera.
Diciamoci la verità: un leghista che chiede di far entrare più stranieri è un cazzotto in un occhio. E forse, prima di fare quella affermazione, Garavaglia avrà chiesto il permesso a Salvini, visto che la Lega, da sempre, è contro “l’invasione”, anche se non ha mai chiarito bene a quale invasione si riferisse.
Poi, però, mi sono ricordato che da sempre Garavaglia si è detto contrario, oltre che agli stranieri, anche al reddito di cittadinanza, e allora ho capito tutto.
Insomma, il Ministro, per il turismo, invece di convincere gli imprenditori a pagare di più la manodopera, cerca persone disposte a lavorare anche 14 ore al giorno per meno di 500 euro al mese e ovviamente in nero. Garavaglia cioè, per gli operatori turistici, non cerca personale, ma schiavi. E poiché in Italia il reddito di cittadinanza, pur tra tanti difetti, ha di fatto cancellato tanti schiavi, ecco che ora comincia a cercarli all’estero, alla faccia della sempre proclamata invasione e, in una parola, di un minimo di decenza.
Ma si sa: governare è arte diversa dal “fare ammuina”.
Luciano Arciuolo