La mente a volte si apre come una scatola dei ricordi alla vista di vecchie e sbiadite immagini… io figlio di quei tempi passati, ho ancora vivi nella mente i volti e i ricordi dei miei nonni paterni.
Purtroppo ho ricordi più sbiaditi della nonna Maria. Ero troppo giovane quando una malattia la portò via. Mi duole non rammendare più la sua voce, dispersa ormai dagli anni passati. Ricordo invece, quando andavo a casa sua. Abitava nel punto più alto della Giudecca, voleva darmi sempre qualcosa da mangiare. (spesso era solo una graditissima zolletta di zucchero… fine anni 50!)
La ricordo con il suo fisico gracile, il suo sguardo dolce, da dove traspariva tutta la luce della sua bontà.
Molto più forte il ricordo di mio nonno. (tatone Luicieddu)
Lui, vedovo per la seconda volta da qualche anno, (un piccolo incidente stradale, mentre si dirigeva verso Nusco per ufficializzare il suo “fidanzamento”, lo fece desistere da sposarsi per la terza volta) non si arrendeva all’età: un vero e arzillo “latin-lover”, anche se a malapena superava il metro e cinquanta. Aveva un “carnet” di nomi femminili da creare l’invidia di altri vispi anzianotti che gli stavano dietro.
Però a suo favore bisogna dire che la terra, come lavorarla e farla rendere al massimo, non aveva segreti per lui: la scienza agraria faceva l’inchino a un lavoratore fuori pari come “tatone”.
Onore a voi, nonni paterni! COME DIMENTICARVI ?!
Gino Di Capua