Post, notifiche e libri. Giovanni Solimine “Ecco come è cambiato il nostro modo di leggere”

Ogni giorno consumiamo 34 Gigabyte, l’equivalente di circa centomila parole, grosso modo quante ne contiene un romanzo”, spiega il Presidente della Fondazione Bellonci Giovanni Solimine. “Parole che però sono frammentate in tante microletture, con l’inevitabile difficoltà di dedicare un’attenzione prolungata”. Di qui, la necessità di sviluppare un cervello anfibio. L’intervista durante “Incipit”, la rubrica di Sky TG24.

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Che cosa accade a chi legge su uno schermo? E come cambia la lettura se leggiamo sulla carta di un libro, sullo schermo di uno smartphone, o ascoltiamo un podcast o un audiolibro? È anche attorno a queste domande che ruota la nuova puntata di “Incipit”, la rubrica di Sky TG24.  L’ospite è il presidente della Fondazione Bellonci, Giovanni Solimine, che a questi temi ha da poco dedicato un libro, “Cervelli anfibi, orecchie e digitale”, pubblicato per i tipi dell’editore Aras (pp. 132, 14 euro).

Il seguito degli ebook

“Ogni volta che un nuovo mezzo espressivo si è affacciato nella vita dell’umanità, la prima sensazione che si è avvertita è che il nuovo fosse destinato a spazzare via tutto quello che c’era prima”, osserva Solimine,  prima di aggiungere come in passato si sia così “pensato che la fotografia potesse distruggere il disegno e la pittura, che il cinema potesse fare lo stesso col teatro, che la radio e la televisione dovessero soppiantare i giornali”. Poi però, passata l’euforia destinata a polarizzare l’attenzione, abbiamo visto invece che i diversi mezzi imparano a convivere.  “Si dice che il libro sia un’invenzione perfetta, un oggetto cioè che – per come è organizzato fisicamente e per il tipo di esperienza che propone – non abbia trovato fino ad ora niente capace di sostituirlo”, ricorda Solimine in questa intervista. E spiega anche così il seguito limitato degli ebook: “Avrebbero dovuto sostituire i libri di carta, ma ciò non è accaduto perché oggi utilizzano solo in parte quello che le tecnologie consentirebbero di fare. Sono, in sostanza, un’imitazione dei libri di carta”.

“Ogni giorno leggiamo l’equivalente delle parole contenute in un romanzo”

“Ogni giorno consumiamo insaziabilmente circa 34 Gigabyte, l’equivalente di circa centomila parole, grosso modo quante ne contiene un romanzo”, osserva Solimine. Fin qui la quantità, i numeri. Che però – nota sempre lo studioso in questa intervista – sono frammentate in tante microletture: un messaggio, una notifica, un post eccetera.  Con l’inevitabile difficoltà a dedicare un’attenzione prolungata a un unico mezzo. Ed è da qui che nasce la definizione che dà il titolo del libro, “cervelli anfibi” appunto, la capacità di un cervello in grado di cumulare le competenze diverse e orientarsi con naturalezza ed eguale padronanza in condizioni ambientali diverse.

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