Una delle poche note liete di questa tornata elettorale e che sara una sfida tutta al femminile fra Teresa Di Capua e Maria Vivolo per lo scranno più alto del municipio. Alle due aspiranti alla carica di Sindaco si aggiungono ben otto donne candidate al consiglio comunale. Un futuro rosa (e speriamo roseo) per la nostra Bagnoli dopo questi anni grigi. Per l’occasione abbiamo intervistato le due candidate alla carica di sindaco provando a fare con loro un quadro generale della situazione in cui versa oggi il paese. Ringraziamo entrambe per la disponibilità e la pazienza accordataci. Buona lettura.
Giulio Tammaro
INTERVISTA A MARIA VIVOLO (Lista n. 2 “Adesso si deve – Bagnoli Libera”)
Come di consuetudine si attende l’ultimo giorno per completare definitivamente la lista con gli ultimi innesti. Anzi a qualcuno purtroppo abbiamo dovuto dire di no. Al progetto di allestire la lista ci stavamo lavorando da tempo. Nel contempo durante gli incontri mi è stato chiesto di capeggiare la lista. Di questo sono orgogliosa e ringrazio i componenti della lista che hanno riposto fiducia in me.
Come riuscirà a conciliare le diverse anime che sostengono la sua lista, rappresentate in gran parte da imprenditori di Bagnoli e del Laceno?
Partiamo da un presupposto, qui non ci sono due anime. Bagnoli è Laceno e Laceno è Bagnoli. Finiamola con questo dualismo. Se questo territorio vuole crescere deve pensare in modo univoco. Separarsi in casa non giova. Anzi peggiora lo stato delle cose.
Qual è il suo giudizio sull’amministrazione guidata dal Dott. Filippo Nigro e qual è secondo lei l’eredità che lascia questa compagine al paese?
Se non fossi stata candidata a sindaco mi sarebbero state poste le stesse domande?
Quali sono le linee guida del suo programma elettorale? Ha già un’idea di come valorizzare al meglio il suo gruppo, le diverse energie presenti nella sua squadra?
Al centro della mia azione politica c’è l’interesse generale e il bene comune. Abbiamo un patrimonio da far invidia a qualunque comune dell’Irpinia. Dobbiamo agire nella giusta direzione, lontani da vecchie liturgie. “Ora si deve” costruire un paese a misura di bambino. Pensare ai giovani affinchè vengano messi nelle migliori condizioni di rimanere qui. Promuovere una politica attiva del lavoro e del turismo. Bagnoli ha bisogno di un sindaco del fare, di una giunta coesa, operativa, di una amministrazione forte, all’avanguardia: ingredienti che ci sono tutti nella lista da me capeggiata. Ognuno per la propria competenza metterà a disposizione della collettività il proprio bagaglio di esperienza.
Quali sono le questioni di maggiore urgenza che andrebbero affrontate in caso di vittoria?
Ristabilire il giusto rapporto tra amministratore e cittadino. Purtroppo si è perso quel contatto foriero di crescita. I cittadini si sentono distanti dal Palazzo. Prima di tutto viene la quotidianità. Un paese per essere ospitale al turista, deve esserlo prima per i suoi cittadini. Dobbiamo ritornare quel comune ameno che molti anziani ricordano ma che i giovani l’hanno solo sentito raccontare.
E veniamo alla madre di tutte le battaglie: il rilancio turistico del Laceno. La vertenza seggiovie ci ha fatto entrare in una spirale pericolosissima. Gli imprenditori del Laceno hanno lanciato da tempo l’S.O.S. Che idea si è fatta della vicenda e in che modo secondo lei si esce dall’ impasse?
Non è il momento della caccia alle streghe. Non si doveva arrivare a questo punto. Dall’empasse si esce se c’è la volontà di tutti. Se si parte da posizioni precostituite non si va da nessuna parte.
Oltre alla questione seggiovie il Laceno presenta altre annose problematiche, fra queste: la salvaguardia del lago, la valorizzazione delle grotte del Caliendo, la salvaguardia dei boschi e la convivenza fra ristoratori e allevatori. Quali soluzioni ha in mente di proporre su queste tematiche?
Da solo il Comune non può farcela. Bisogna sfruttare canali di finanziamento europeo e presentare progetti validi. Non è più tempo dello sperpero. Ci vogliono opere serie, innovative. Che facciano compiere il salto di qualità. Non sono per lo spendere e poi tenere cattedrali nel deserto. Il Lago, le grotte, i boschi sono dei nostri punti di forza e come tali vanno sfruttati. Bisogna superare vecchie logiche di divergenza tra ristoratori e allevatori stabilire le regole in modo condiviso.
Si assiste impotenti all’invecchiamento delle nostre comunità, allo spopolamento di gran parte dei nostri borghi e all’emigrazione dei nostri giovani. Sono dinamiche socio-demografiche quelle indicate assai preoccupanti e che non assicurano un futuro ai nostri Municipi. Cosa si può fare per invertire la rotta, quali iniziative si possono attivare per provare a convincere i nostri giovani a rimanere in questi territori?
Il Comune nel suo piccolo può fare ben poco. Sono le leggi dello Stato che danno la possibilità di crescita ai territori. I giovani in questo momento sono sfiduciati ed hanno tutte le ragioni. Si sentono abbandonati. Non sono per l’assistenzialismo ma vanno messi nelle condizioni di esprimere il proprio ingegno. A questo proposito abbiamo pensato ad un progetto dal nome “IO RESTO A BAGNOLI” che ha come obiettivo quello di far crescere le imprese creando beneficio anche alla comunità. Non si crea benessere con il posto fisso. Dobbiamo abbandonare vecchie mentalità.
Un tema scottante, che tante discussioni e polemiche ha alimentato in paese è quello dell’accoglienza migranti. Che idea si è fatta di questa vicenda e nel caso dovesse riproporsi la questione come l’affronterebbe?
Credo non ci siano le giuste condizioni socio-economiche per affrontare il problema.
In ultimo le diamo la possibilità di fare un appello agli elettori. Perché dovrebbero votare lei e la sua lista
Rappresentiamo la vera discontinuità. Siamo un raggruppamento civico, di persone che mettono al centro l’interesse generale e il bene comune. Non ci faremo portare per mano dal politico di turno. A noi interessa la crescita di Bagnoli non il consenso per generare aspettative politiche di altri e utilizzare gli Enti come strumento di potere.
(da Fuori dalla Rete, Maggio 2018, anno XII, n. 3)